La Manu sul tetto che scotta
Mi dicono che fa caldo.
Me lo dice Andrea Costantini, giovane ma fin troppo affidabile meteocollaboratore, che parla di alta pressione, clima tropicale, afa e canicola (parole magiche per la sottoscritta!).
Me lo dice la mia estetista, che mi ha strappato i peli con eccessivo sadismo quando ho ribattuto a lei che si lamentava di non dormire da tre giorni che questa è la mia temperatura ideale.
Me lo dice Mario, il librario. Ma senza lamentazioni, come se il caldo per lui fosse un tema di trascurabile interesse, un singhiozzo del tempo che passa se lo si lascia passare.
Che fa caldo me lo dicono le mie cugine, le amiche, la mia salvia color ocra e le piante di erba (erba qualunque, erba spontanea, erba gramigna) che riempiono le campanelle della mia terrazza non in fiore.
Anche mia mamma mi fa capire che fa caldo. Lei non parla. Boccheggia. Ansima. Si deterge costantemnte il viso rosa acceso con un kleenex. Mi punta i suoi occhi verde rugiada in faccia e mi chiede: Ma tu non sudi? e quando sale in auto con me e sente arrivare un po’ d’aria condizionata sbotta: Ah! si respira!
Mia madre soffre il caldo. Lo soffrono in molti, a quanto pare. Lo soffrono quasi tutti.
Io no. Io adoro questo caldo umido e afoso. Io, in questi giorni, mi sento nel mio elemento. Divoro aiuole di insalata, cetrioli, cappucci e pomodorini, bevo lo stesso esagerato quantitativo d’acqua che bevo d’inverno, scrivo, leggo, lavoro, vado in bicicletta e dormo (coperta).
Io non sopporto il caldo, non lo tollero. Io lo invoco, lo bramo, l’abbraccio, lo amo. Vi pare strano? eppure a me non sembra affatto di essere contro-corrente.