La presa della Bastiglia, o della Consapevolezza
9 settembre 2009. Questa sarà, per me, una data storica. E no: non perché, nella sfera privata (?) mi sia accaduto qualcosa di in-di-men-ti-ca-bi-le, ma perché mi sono finalmente resa conto che no no no no. Io non posso correre dietro a George (diciamocelo: non mi cagherebbe nemmeno se (s)vestissi Cavalli), e non posso nemmeno continuare a privilegiare notizie-coccio a informazioni-vere.
Cazzus! C’è Galan che pare voglia metterci una centrale nucleare sotto il cul(ett)o; c’è Tarantini che spiega ai giudici che pagava le escort perché si fermassero a scopare con Berlusconi e che aggiunge che avrebbe voluto che il suo giro di prostituzione e cocaina finisse "lì dove contava" per averne in cambio dei favori; c’è Berlusconi che spara contro i magistrati che stanno indagando (a distanza di sette, otto, nove anni) sull’omicidio Borsellino e gli altri mai provati reati di mafia; c’è il nobel Nadine Gordimer che firma (io l’ho già fatto: oh yess!) a favore (ma pensa ti ache punto che sen) della libertà di stampa in Italia e io, io, che faccio? corro dietro a George, cioè sbavo dietro a un uomo di celluloide/cellulosa che non mi vedrebbe nemmeno se lo abbattessi di schianto sul marciapiede come mi è successo (giuro: è vero!!!) a Verona quando – sem-pli-ce-men-te camminando – ho buttato a terra un ignaro passante che non era nemmeno un po’ figo, ma era pur giovane, alto e pure incazzato. E guardando, dal piano-marciapiede, il mio metro e 58 ha probabilmente pensato di essere sul set di ET -Voglio telefonare alla mamma.
Inasomma: basta!
Se qualcuno, leggendo – per sbaglio, ovvio – il mio blog si accorgesse che parlo ancora di George, per favore, mi tacci di inconerenza, sciocchitudine, stupidità, sonnolenza della ragione. Mi sberleffi. Ma piano: se no mi sompiscia il fondotinta che (ollalà) è griffato Chanel!