L’anziano che non sa della pandemia
Vedovo, vive solo. La sua casa è circondata da un prato che una volta era un orto, anzi un orto e un’aia, con tante galline che si beccavano quando il gallo faceva il gallo, e che riconoscevano il padrone che gli dava i chicchi di mais spezzettati.
Rimasto solo, non ha più tenuto le galline. O coltivato i pomodori, i cetrioli, le zucchine. O il prezzemolo, che quasi cresceva da solo. Forse era stanco anche di quegli ortaggi che richiedevano cura, e che per i suoi pasti frugali sarebbero stati troppi.
Qualcuno va a trovarlo. Amiche di famiglia, che danno un’occhiata alla casa, scambiano con lui due parole, ricevendo in cambio un sorriso. Silenzioso.
Perdendo la moglie, ha perso la consapevolezza. Di sé, del tutto cambiato ai suoi occhi.
Se la cava nelle faccende e nei bisogni quotidiani – è sempre vestito di tutto punto. Ma non sa cosa accade intorno a lui. E quando, ogni giorno, più o meno alla stessa ora, esce dal cancello di quel prato che era un orto e un’aia e fa il solito giro a piedi che lo porta poco lontano da casa, guarda distratto la gente che lo incrocia indossando la mascherina. Qualcuno che lo conosce di vista, lo saluta. E lui risponde con un cenno della mano. Ma poi resta lì, fermo, l’espressione assorta, a pensare chissà, chissà, chissà perché quella mascherina.
Lui non ce l’ha. O magari sì, in casa. Sotto la tivù. Sul tavolo della cucina, insieme al pasto che gli recapitano ogni giorno, magari ha i guanti di lattice, e una mascherina usa e getta. Ma forse pensa che qualcuno l’abbia dimenticata. Come si fa con l’ombrello, che ci ha accompagnato sotto l’acquazzone e poi, tornato il sereno, non ci serve più.
Lui non sa della pandemia. Nel suo mondo dove tutto era cambiato qualche tempo fa non è successo nulla.
Della serie I RACCONTI COVID: “Il vecchio che fingeva di non sapere della pandemia”.
Straordinario.
Il 18 si riaprono le chiese ma l’11 maggio i negozi dei commercianti. Dopo il Covid19 anche l’episodio della purificazione del Tempio con la cacciata dei mercanti è stato rivisto da questo Governo. Ribaltamento.
La blogger direttrice protegge Corvo Walter Cadorin, ma ha ragione Corvo Cadorin gracchia, gracchia e diverte.
caro Corvo, vedo che la quarantena non le ha fatto perdere l’ironia. Che si usa senza guanti!
Cara miscredente, nel 1951 De Sica intitolava il film “Miracolo a Milano”. Oggi, a chiese chiuse, sarebbe “Miracolo a Oggi Treviso”
Grazie sig. Corvo per il suo commento.
Sig. Corvo grazie per il contributo.
Perchè ha spifferato il mio stato ? Sono uscito di casa 5 volte, 10 minuti per mettere la mascherina con tutti quegli elastici e i padiglioni auricolari flacidi che si piegano al loro contatto. Dopo le prime 2 uscite e un evitato scontro con il solito perfetto man, porto con me anche il metro e un guanto solo, alla mano destra. La sinistra la tengo in tasca come avessi la paralasi e invece è per sentirmi più libero. Ad un altro che mi ha ripreso ho preso le misure: ero a 96 centimetri ! Mi sono scusato ma essendo un fumentino, sarei passato volentieri alle maniere forti. Quindi cara Emanuela, per noi il problema è fuori e non in casa. dove ho sempre la compagnia dei porcellini (2+1)