L’umidità parlamentare
Se i ragazzi (alcuni ragazzi) di oggi riscrivessero la Costituzione ne vedremmo delle belle.
(E questo sarebbe un vantaggio, dato che di brutte, ne abbiamo viste fin troppe).
Prima di tutto (visto che i ragazzi sono refrattari alle doppie), il tradizionale "comma" verrebbe sostituito dal coma. Ne risulterebbe che l'Italia (o I-taglia?) è una repubblica democratica fondata. La "balla" sul lavoro verrebbe tolta, perché tanto lavoro ce n'è poco e – dunque – che lo nominiamo a fare?
Anche la questione dei diritti e doveri verrebbe rimessa in gioco. Se esistono i diritti – direbbero i ragazzi – esistono pure i rovesci. Temporali, alluvioni, scossette telluriche, crolli verrebbero inscritti nella carta costituzionale come inevitabili accidenti/incidenti di percorso.
Per quanto riguarda i parlamentari essi godrebbero dell'indennità, dell'immunità e pure (me l'ha detto oggi un 15enne!) dell'umidità parlamentare.
L'umidità parlamentare consisterebbe, probabilmente, nel diritto ad avere un po' di liquido nelle tasche. Liquido che va inteso in senso metaforico perché, c'è da presumere, che col cul bagnà nessun parlamentare vorrà stare là.
Infine, i ragazzi cambierebbero pure l'articolo 12. Perché la bandiera italiana dev'essere sempre verde bianca e rossa? Perché non si può modificare secondo i dettami della collezione autunno-inverno? Il Tricolore direbbero i ragazzi (alcuni ragazzi) alla lunga stanca: un po' di giallo yogurth spruzzato qua e là non nuocerebbe certo all'idea di patria, anzi: farebbe fashion. O cool!