Ma voi come l’avete passato il Natale?
Sono appena tornata da Caneva (Pn) dove ho fatto la figura del pulcino smarrito.
Il fatto è che che Mirto Monte (il sindaco di quel comune) dopo avermi invitato a presentare il mio libro, mi ha fatto salire su un palcoscenico (riflettori puntati) e di fronte a una platea di bimbi/adulti mi ha fatto comparire (magica magia) da sotto una coperta (leggi: il suo giaccone imbottito) come un personaggio che poteva essere Babbo Natale, o un’autrice per ragazzi o …un’altra cosa che proprio non ricordo. Poi il sindaco Mirto mi ha lasciato lì come una salama con un microfono in mano a parlare di Ma Babbo Natale non ce l’ha un cellulare? (Nuove Edizioni Romane).
Non devo essere stata molto brillante (l’amica Paola Vendramini – una volta scesa dal palcoscenico – mi ha detto: "Non ci posso credere che eri così imbarazzata!". E’ stata gentile: probabilmente voleva dire "imbranata"). Il fatto è che non si può che ssere imbarazzati quando si hanno dei riflettori addosso e no no no non si ha un granché da dire…
Anche ora, per esempio, le alternative che attendono me e voi sono due. Io potrei avere delle verità assolute da trasmettere (scordatevelo) o delle banalità totalizzanti da spiattellarvi…Onestamente, se fossi in voi, scommetterei le sette ville sarde di Papi sulla seconda. Quindi è con grande (ma neanche tanto) imbarazzo che vi dico che io il Natale appena uscito dalla porta non l’ho quasi salutato.
Quest’anno non ho tolto dal cellophane quella cosa verde-aghiformata che mi hanno venduto come abete sintetico. Non ho scartato una pallina, un addobbo, una pecora, una cometa, un re-magio. Non ho comperato regali di Natale alle amiche befane (Serena, Monica, Laura, Elena, Mara…perdonatemi: forse mi ricorderò di voi il sei gennaio… quando avrò pure approfittato dei saldi) e non ho nemmeno messo sullo stereo (leggi: l’iMac) il cd di John Lennon con Happy Xmas.
Il motivo? I motivi sono più di uno. Uno di questi è che a casa mia da qualche giorno (settimana/mese) regna sovrano il disordine. Un disordine dittatoriale più regale: un disordine che non lascia spazio all’opposizione. All’ordine (costituito o costruito). Nè ai festeggiamenti. O ai panettoni.
Chi apre la porta del mio appartamento s’imbatte in un assortimento multietnico di beni mobili variamente sparpagliati (uno zaino Eastpack di colore azzurro; un paio di stivali di gomma Max & Co. numero 36, uno in posizione verticale, l’altro orizzontale; un’asse da stiro sulla quale giacciono informalmente mutande, reggitette, una pagina fotocopiata del Popolo d’Italia datata 22 settembre 1938 (me l’ha data Genitilini), due swiffer raccogli-polvere, un pacchetto di fazzoletti di carta di Hello Kitty, un preservativo usato lasciato da George Clooney l’ultima volta che è stato qui…questa era una fantasia; un tappeto persiano regalatomi da nonna Anna prima che leggessi la storia di Iqbal; una carta di caramella mou; il biglietto del cinema Verdi usato per il film A Serious man…). Vi risparmio l’inventario del disordine globale-domestico porqué es Navidad, e perché devo scrivere gli altri motivi per cui Natale non è (quasi) passato di qua.
Le ragioni più vere sono che io non sento il potere calamitizzante di questa festa. Non ne sento il rumore, ma solo il sussurro. Non ne sento il clangore (mia figlia Ste, citando Dickens, ha esclamato: "Mamma che ne è dello spirito del Natale? dove hai messo il cerchiello con le corna di renna che mi obbligavi a indossare quand’ero piccina?).
Il Natale quest’anno è entrato dalla porta, mi ha salutato, perché è gentile. Ha abbassato il capo pelosone, si è guardato intorno; ha intuito che il disordine materiale era il riverbero di quello esistenziale (o il contrario…per la proprietà commutativa, invertendo gli addendi, il risultato non cambia) e ha pensato bene di defilarsi, in silenzio.
Solo che ha lasciato qui qualcosa. Un coccio di nostalgia.
Che faccio? quasi quasi lo tengo. Non lo stocco neppure. Lascio il coccio tra le fatture non pagate di Sorgenia, il reggiseno nero e oro che mi ha regalato Annalisa e il Franciacorta (non ancora stappato) che mi ha portato Rossella. Lo lascio lì a lanciarmi occhiate. Chissà che prima o poi non mi convinca a…far festa. Pure quando lui, il Natale, è passato.