Maschile, femminile o al dente?
Riflettevo (a volte lo faccio) su come dev'essersi sentito Guido Barilla la notte scorsa.
La sua infelice uscita su omosessuali e famiglia (e pasta) ha avuto, in poche ore, un'eco mediatica incredibile.
Pensate: Guido Barilla spende ogni anno (ogni minuto dell'anno) una cifra stellare (pari a non so quanti chili di spaghetti: scommetto che ci potrebbe sfamare l'Uganda) per promuovere il suo marchio; si rivolge ai pubblicitari più fighi e ai copy writer più geniali (e, in effetti, consapevole del peso della comunicazione promozionale, dice alla Boldrini che solo chi sa di pubblicità può parlarne, gli altri – anche se siedono alla camera – è meglio che stiano zitti); esercita il suo potere di manager/proprietario di un'azienda ciclopica magari con forza, strigliando presumibilmente chi non fa le cose proprio come andrebbero fatte e poi? poi capita (be': capita…) proprio a lui (il vertice, non la mezza penna) di toppare. Ma non poco, tanto. Forse troppo.
Che sia stata una mossa studiata (ne dubito), o una scivolatona da urlo, la dichiarazione antipatica di Guido Barilla gli ha fatto una pubblicità (gratuita) che non si sarebbe sognato neppure il suo art director più audace.
Tutto sta a vedere se la pubblicità-suo-malgrado sarà positiva o stracotta.
Per il momento qualche stracottimento c'è stato in parlamento: mentre i deputati discutevano proprio di Barilla e eventuale omofobia, ha preso la parola il deputato Sel, gay dichiarato, Alessandro Zan. Dai banchi leghisti Gianluca Bonanno (che aveva appena superbamente dichiarato che d'ora in poi mangerà solo pasta Barilla e niente riso) ha tirato fuori un finocchio e ha messo l'ortaggio sul suo banco/scranno. Tra i due deputati, Zan e Buonanno, sono scoppiate parolacce che hanno portato a una sorta di rissa corporea (sventata dagli usceri) tra i due.
E Guido Barilla, a questo punto, dovrebbe averlo capito: dove c'è Barilla non c'è solo casa, amore, armonia, eccetera. C'è anche Buonanno e il suo pregiudizio-finocchio.