Meglio il bosco dello stadio
Ci sono questi esseri muscoliformi (organismi primitivi, di fatto) che entrano negli stadi con le spranghe e mettono a ferro e fuoco gli spalti, un po’ come facevano gli Unni in quei campi dove cresceva poco più che gramigna. Questi esseri muscoliformi la gramigna non se la fanno crescere nemmeno sul petto. Hanno perso il pelo del giudizio e l’hanno sostituito con un (brutto) tatuaggio. Cavoli loro (e nostri, purtoppo). Comunque, gli esseri muscoliformi mi interessano fin là. M’intriga molto di più Guida.
Guida (fate caso al nome) è – non so se la notizia la conoscete già – una nonna di 90 anni che vive a Cesclans di Cavazzo, un paese della Carnia che è appena una crosticina sulla guanciotta della Terra. Nessuno, ma proprio nessuno di noi, avrebbe mai saputo dell’esistenza di Guida se qualche sera fa non le fosse capitata un’avventura …da niente.
Questa nonna (che ha fatto la contadina per una vita, ha avuto un marito e dei figli e li ha persi tutti e ora vive sola e si arrabatta scaldandosi con la legna che recupera nel bosco) qualche giorno fa ha pensato di andare a raccogliere castagne. Ha preso su un cesto, si è incamminata lungo il sentiero che porta in mezzo alla foresta e basta. Nessuno, in quel paese dove persino uno starnuto ha la sua eco collettiva, l’ha più vista tornare. E i paesani hanno cominciato a preoccuparsi. Dov’è finita la Guida? si sono chiesti, mentre scendeva la sera, il giorno diventava notte, il debole tepore del sole diventava un freddo boia.
Guidaaa, Guidaaaaa! I paesani di Guida hanno (giustamente) pensato che fosse andata nel bosco a cercare funghi o castagne e si sono messi a chiamarla. Niente. Alle loro voci hanno risposto indispettiti civette e sparvieri, e un paio di cinghiali si sono messi a grugnire: "Umani non venire a rompere le palle anche di notte che già le rompete di giorno". I cinghiali, si sa, sono piuttosto volgari.
Stanchi, infreddoliti e impotenti, i compaesani di Guida a un certo punto si sono arresi a quei zero gradi e a quell’oscurità fitta che il bosco gli buttava in faccia e sono tornati a casa decisi a riprendere le ricerche della nonna alle primi luci dell’alba. Poreti! preoccupati com’erano hanno dormito mezzi vestiti, con un occhio aperto e uno chiuso.
Ma, lei, Guida, ha invece dormito tranquilla le sue sette-otto ore. Come ha raccontato a chi l’ha trovata, la mattina dopo, alle 9 e mezza, Guida aveva sì perso il sentiero, raccogliendo castagne, ma non ci aveva fatto più di tanto caso. Visto che il buio le impediva di tornare a casa, aveva messo sul terreno dei rami di nocciolo per ripararsi dall’umidità, si era distesa sotto le piante, si era coperta con un po’ di foglie secche e, appisolatasi, aveva dormito tranquilla e beata. Sì: aveva i piedi un po’ freddi, ma insomma, stava bene. Non aveva proprio niente che non andava, neanche un po’ di mal di schiena. Era pronta a tornare a casa e a mettere sul fuoco un po’ di quelle castagne che le avevano fatto passare la notte nel bosco, da sola, con zero gradi di temperatura e qualche cornachia spelacchiata a volteggiarle sopra la testa. Ma che vuoi che sia.
In fondo non è il bosco a contenere le insidie peggiori. E’ lo stadio.