Ministro del Silenzio
Nel trambusto politico degli ultimi giorni, la notizia-meringa che mi ha ingolosito di più è stata la creazione del Ministero della Coesione.
Monti non ci ha pensato su troppo. Ha cestinato il Ministero del Federalismo (che non si sa che budino abbia fatto negli ultimi anni, a parte ciapar schei) e ha piazzato al suo posto il dicastero per la Coesione Nord-Sud.
51 minuti dopo aver appreso la nuova, tale Calderoli si è messo a urlacchiare allo scandalo. Poco male: non a tutti piacciono le meringhe.
Il fatto è che al di là della coesione, credo ci sia una sfilza di faccende che meriterebbero un ministero.
L’amicizia, per esempio. Un ministero dell’amicizia non starebbe male al Governo. Certo: il ministro dovrebbe avere 14/15 anni perché è a quell’età che si glorifica e idealizza questa relazione, immaginandola proprio come dovrebbe essere.
Anche un ministero della sincerità, della collaborazione, dell’aiuto fine a se stesso, del sorriso, del buonumore potrebbero avere il loro portafoto (del portafogli non saprebbero che farsene) e firmare qualche decretuccio che ci renda più simpatici, amabili, affidabili per legge. E non per inclinazione personale. Volendo potremmo anche reclamare un ministero al bene, al semplice bene (non a quello ambientale, architettonico, artistico etc). Un ministero al silenzio poi sarebbe il benvenuto. In una società ciarliera come la nostra un ministro che stesse solo zitto e che proponesse almeno un’ora di silenzio obbligatoria per tutti ogni giorno lunedì compreso ci renderebbe speciali. Farebbe aumentare le nostre quotazioni, lascerebbe senza parole pure lo spread, volevo dire: lo speaker. Il ministro al silenzio potrebbe essere invitato a tutte le trasmissioni: Ballarò, Servizio pubblico, Che tempo fa…Si potrebbe piazzare su una seggiola e non aprire bocca. E lasciarci ascoltare solo l’eco dei nostri pensieri. Ammesso che ne abbiamo ancora di esclusivi.
Insomma, Caro Monti, visto che mi leggi: io ti lancio l’idea. Poi vedi tu. Se ascoltare me o – che so – Casini.