Moccia sindaco!
Be’, dopo tutto, c’è speranza.
Se Federico Moccia, Grande Scrittore, è diventato sindaco, io, piccola scrttrice, potrei diventare responsabile del condominio dove abito!
Non ci avevo mai pensato, in effetti. In effetti (quando me ne sono ricordata… non spesso, se devo essere sincera) ho sempre delegato qualcun altro a partecipare alle assemblee condominiali. Ho sempre ignorato gli inviti a presentarmi negli uffici dell’amministratore per deliberare sul cambio di caldaia, o sul rifacimento delle piastrelle dell’atrio. Che svista!
Ora che Moccia è stato eletto sindaco di Rosello, paese abruzzese di quasi 300 abitanti, ho la presunzione di credere che anch’io potrei essere eletta sindachessa del mio condominio, che conta ben 13 appartamenti, più le parti comuni.
In quanto sindachessa del condominio potrei finalmente dire la mia su quello stupido regolamento affisso nell’atrio (con tanto di cornice) che vieta severamente ai bambini di giocare nelle parti comuni. Potrei invitare alla disobbedienza collettiva e sollecitare i condomini a non pagare le SP, cioè le spese superflue, tipo le parcelle dell’amministratore, le bollette della luce o del gas.
Potrei far tinteggiare le pareti delle scale di nero pece (così non si vedrebbero i cadaveri delle zanzare spiaccicate sui muri), far sostituire gli zerbini con autentiche zolle di terra e erba concimate da Alfio (l’amico contadino che tiene un paio di vacche giuste giuste per l’occasione). Potrei scambiare le cassette per le lettere con vasi di fiori su cui sta scritto: Piantumate qui le vostre missive: qualcuno, prima o pi le raccoglierà. Potrei suggerire ai condomini che hanno figli adolescenti – come i miei – di far loro togliere dalle orecchie quelle assurde cuffie (che intralciano anche il dialogo domestico) per diffondere in tutto lo stabile la loro musica heavy metal a qualunque ora del giorno e della notte fondaprofonda.
Potrei intascare qualche buono spesa dai condomini che hanno delle richieste particolari e farmi pagare un tot per ogni volta che dico Buongiorno! mentre – invece- ah! come vorrei sbadigliare.
Eh, già! Queste amministrative mi hanno aperto gli occhi. E prospettive inusuali. Ora vedo il mio condominio tre metri sopra il telo.