Morsa dal gelo: che esperienza!
Aaargh!
Poco fa, ho salutato l’amica Ròmina (pronunciato sdrucciolo, perché fa teddy-trendy) dicendole: Vado a infilarmi nella morsa del freddo. Poi ti racconto.
Il racconto, o meglio: il resoconto in post, con cui state per buttare un minuto della vostra vita (sicuri di non avere niente di meglio da fare? insultare un maschio; zappare un canale sky; annusare una camelia; sgrassare un teglia?) è dunque la descrizione di un’esperienza hot per quanto cold.
Perché infilarsi nella morsa del freddo vuol dire soffrire. Ma non in senso lato (visto che il freddo si sente dai piedi alla testa, dalla sinistra alla destra) e tanto meno stricto sensu visto che il freddo irrigidisce sì, ma accomuna nel suo rigore un’ampolla di comunità (il concetto è profondo, vi consiglio un atteggiamento onirico/indifferente per coglierne l’essenza). Infilarsi nella morsa del freddo è un’operazione masochistica. Perché il freddo, non è mai solo freddo. In genere è sostantivo o aggettivo + sostantivo mordace: è cioè un freddo-cane, un freddo-boia, un freddo-bestia, un freddo-ladro. Il freddo, inteso come bassa temperatura, è sempre associato a un essere animale. Il freddo-freddo non intirizzisce (verbo usato solo in fiale di letteratura ottocentesca): il freddo-freddo pungola, azzanna, morde, dilania. Tant’è che l’espressione "morire dal freddo" non stupisce per nulla, anzi è acquisita a livello planetario. Poi, siccome ci pare che morire dal freddo non sia una circonlocuzione abbastanza definitiva, per descrivere il freddo, noi umani siamo stati capaci di inventarci un ossimoro: "sudar freddo". Espressione che usiamo quando abbiamo una paura (boia, matta, cosmica…). In circostanze normali: come si fa a sudar freddo? per sudare freddo dovremmo essere affetti da qualche deflagrante patologia, eppure, nella vita quotidiana, ci capita di parlare così. Di pensare che il freddo sia in grado di farci accaldare tanto da sudare. E poi ci lamentiamo se la vicina di casa ci sorride prima di dirci che non sopporta più la musica di Vasco che mettiamo dopo le dieci di sera. Diciamocelo: la contraddizione, freddo o non freddo, sta dentro di noi. E il bello o il brutto è che non ci fa sentre nessun brivido. Perché quella non morde: coabita.