Non fate la carità!
Uhm, rieccomi.
Ho latitato un po' dal blog-chiacchiere. Però intendo produrre due giustificazioni a corredo dell'assenza: nell'ahi-lasso! di tempo in cui non postato/bloggato, ho intervistato per OggiTreviso/il Quindicinale il secessionista/separatista/serenissimo Franco Rocchetta e ho spazzolato un'indecorosa quantita di cioccolato fondente.
Non so – esattamente – in che ordine le due faccende si siano succedute, ma la cronologia degli eventi di fronte a questioni come secessione e cacao70% è irrilevante.
Dunque.
Avete avuto sentore di Quel che è accaduto a Verona?
Tosi ha avuto un'illuminazione patriarcale. Non ha scritto dieci comandamenti, ma un'ordinanza dall'eco quanto meno antibiblica.
Tosi, sindaco di Romeo&Giuliettown, ha vietato di portare cibo ai senzatetto che stazionano nelle zone centrali della città scaligera.Pena: una multa che va dai 25 ai 500 euroni.
Nel legiferare, pare abbia accolto le spazientite richieste-sbuffo dei residenti che erano stufi di veder bivaccare questo e quel senzatetto su aree destinate ai turisti.
Di fronte all'indignazione civica, Tosi ha fatto come Mosè: ha scritto sulla tavola del Mac un comandamento secondo cui la carità non s'ha da fare. Qualcosa del tipo: Non desiderare di dare da mangiare agli affamati.
Tommaso d'Aquino che aveva prodotto un saggio sulla legge dell'amore, infilandoci carità e dieci comandamenti aveva finito la legislatura, per cui niente. Non ha potuto argomentare nulla di contrario alla normativa tosiana.
Che ora giace, a imperitura memoria amministrativa leghista tra i Capuleti e i Montecchi, tra i caritatevoli e gli affamati.
L'ultima carta giocata nella roccaforte (scrostata) della Lega è un po' come l'ultimo atto di una tragedia shakeraspirina.
Ma se William (Shakespeare, non Windsor) fosse qui oggi anziché un'opera teatrale scriverebbe probabilmente solo il baloon di una vignetta: Non fate la carità. Chi ha fame s'ha d'arrangiar.
Lo so: non è poesia.