Nudisti per caso
Stamattina succede che.
Niente di speciale, eh? Che adesso non vi aspettiate un’annotazione sismica.
Succede solo che mia figlia Stefy fa il caffè, lo versa nella tazza, ci mette un po’ di latte e sgranocchia una brioche ipercalorica al cioccolato (suggerisco di proibirne la commercializzazione in quanto trattasi di droga pesante).
– Uhm! E’ buonissima – provoca- ! Ne vuoi un po’?
La guardo con odio (mi riferisco alla brioche, non a mia figlia). Mi sento come Alberto Sordi di fronte al megapiatto di spaghetti nel film Un americano a Roma. E finisco col cedere. Con l’azzannare la coda della brioche di mia figlia che, nel frattempo, chiede:
– Sai che è successo a tre amici miei?
– Gnam gnam no.
– Hanno prenotato una vacanza in un villaggio in Croazia, via internet.
– E?
– E l’altro ieri sono partiti.
– …
– E quando sono arrivati, hanno scoperto che il villaggio era per nudisti. Solo che loro proprio non erano preparati. E hanno pensato "col cacchio". Col cacchio che io mi metto nudo col pisello al vento. Si sono infilati gli slipponi (perché tra l’altro questi amici sono belli in carne) e sono andati al bar della piscina.
Appena seduti arriva un vigilante che gli intima di andare subito a spogliarsi. Insomma questi scoprono che lì, al villaggio, è vietato vestirsi. E che se vogliono restarci (ormai hanno pagato!) devono circolare… a palle libere.
– Be’. In 24 ore si abitueranno alla nuova si fa per dire condizione.
– Non lo so. Non so se -insieme al costume – si siano tolti il dubbio se restare o tornare a casa. In braghe de tea…