Piccolo George (no Clooney)
Una bella confusione, non c'è che dire.
William e Kate (i principi inglesi: chi altri?) l'hanno combinata bella.
Tra tutti i nomi che potevano scegliere per il loro royal baby (anche chiamarlo semplicemente Royal Baby, o RB, non sarebbe stato male) che sono andati a pescare?
George!
Che come tutte sappiamo (vero Monica?) non è un nome qualunque, ma un nome-antonomasia.
Insinuatevi in una qualunque conversazione tra donne (pure veicolata da skype) e scoprirete che il nome George richiama alla (bellissima) mente collettiva femminile un Solo Individuo di Sesso Maschile innegabilmente Materassabile.
George, nell'universo delle imprescrittibili chicchiere/chiacchiere tra amiche, fa riferimento a Clooney. Ma nelle chicchere/chiacchiere da donne, il cognome non viene mai menzionato. Quando si parla di George si glissa su altri dettagli onomatoidentificabili. George è (quel) George. Un po' come Dante – scusate la corrispondenza – è (quel) Dante.
Voglio dire: quando tra uno spritz e l'altro, come accade costantemente, vi trovate a parlare di Letteratura italiana del XIII-XIV secolo e accennate a Dante, non è che dovete precisare che si tratta dell'Alighieri, giusto?
Così è per George. George è quel capolavoro/caposaldo della letteratura orale e (im)mediatica del XXI secolo che tutte-ma-proprio-tutte riconosciamo come quasi (si tratta pur sempre di un maschio) perfetto.
Solo che ora George è anche il nome del pargoletto regale.
E' vero che – per non confonderlo con Clooney – Kate e William, oltre che George, l'hanno chiamato Alexander Louis e che il George di Kate e William è il George di Cambridge (e non il George di Hollywood), ma la confusione resta.
Quando la mia amica Monica (Masut, per non fare cognomi), mi chiede: Hai notizie di George?
Io, ora, sono perplessa. Disorientata: George lo Strafigo o George il piccolo erede al trono?
Decisamente sono dilemmi. E no: il caldo non aiuta (a risolverli).
Buone vacanze!