Più si è alti, più si invecchia
Bene. A questo punto è chiaro che d’ora in poi non mi fermerò al terzo piano del Coin di Treviso più del tempo necessario per fare pipì e comprare delle candele profumate.
E’ chiaro perché –e diciamocelo, dai! – è autolesionistico pensare di fermarsi ai piani alti più di un tot.
Ieri sull’autorevoliss(prolungare le esse all’ininito, please)ima rivista Science sono apparsi i risultati di una ricerca che afferma che più si sta in alto (tipo al 48° piano di un grattacielo di NY), più si invecchia.
Secondo i dati diffusi dallo scienziato James Chin-Wen Chou, nel corso di una vita di 79 anni, la persona che si trova appena due gradini più in alto di quella che sta due gradini più in basso invecchia 90 miliardesimi di secondo in più.
Ci vogliamo sputare sopra a questa semiinvisibile bava di tempo? Io direi di no. Perché, insomma, questi ricercatori hanno confermato quello che quel gran figo di Einstein aveva intuito e cioè che più in alto si va, più il tempo scorre velocemente e quindi più si invecchia.
Tutto correlato, no?
E visto che tutto è correlato, io azzarderei pure un’altra intuizione: che chi è alto (di statura), invecchia più precocemente di chi è piccolo. Una tesi che io, dall’alto/basso del mio metro e 58 mi sento di abbracciare (pure in punta di piedi). Perché davvero io credo che la piccolitudine sia proporzionale all’età che uno ha o sente di avere. Io, per esempio, che ho superato i 25 anni, me ne sento sempre 17. E i Peanuts (vale a dire Snoopy e compagnia bellissima) che di anni il 2 ottobre ne faranno 60? vi pare che li dimostrino? no. Sono rimasti bambini. Irresistibili. Anche perché non supera(va)no il mezzo metro di poesia, genialità e tratto di china.