Playboy, l’orgasmo e i maschi stronzi
Non era mia intenzione approfondire l’argomento. Ma piove. E la crostata (o era il paradiso?) può attendere, per cui diamoci dentro.
In questo lacerto di agosto mi sono finalmente decisa a dare spessore al mio livello di cultura generale, ad aggiornarmi, ad adeguarmi agli standard qualitativi dell’intelligencija italiana sia sul fronte delle conoscenze/competenze che su quello dei costumi.
L’altro giorno, in Cansiglio, mentre prendevo il sole, come il ministro Brambilla ho mostrato un pezzetto di tetta. Non l’ho fatto apposta (mi stavo rigirando sullo sdraio in costume quando la punta del capezzollino…ok ok: vi risparmio i dettagli). Comunque non avevo addosso nè riflettori nè occhi curiosi (se si escludono quelli delle vacche da latte, intente per altro a farsi i pascoli loro) e comunque ho fatto anche altro. Ho dato una bella inchiodata alla navicella del mio ingegno obsoleto: ho chiuso Byron e Goethe (è una battuta di Carlyle, chi era costui) e ho aperto Playboy-3.50 euro.
Una mossa illuminante. Che ho scoperto? tutto quello che volevo sapere sui maschi ma non avevo mai chiesto alla fonte giusta. A pagina 90 del bimensile più culotettuto tra i periodici patinati – in teoria – ho trovato la risposta al fondamentale quesito: Perché i maschi sono stronzi. In una ventina di righe verde alga e nero seppia ho capito che valore danno uomini e donne all’accoppiamento, all’orgasmo, al tradimento e all’egoismo.
Nel pezzetto giornalistico degno di una mente superiore ho finalmente appurato che – attenzione, prego – l’orgasmo maschile è funzionale alla riproduzione e quello femminle no.
Se non compravo Palyboy, non chiudevo Byron e non mandavo al macero Goethe chi cacchio me la suggeriva una cosa del genere? uffa…ecco perché i maschi ne sanno una più del cavolo: perché leggono Playboy. O guardano solo le figure?