Poker!
Dlin dlon!
Avviso a tutte le mamme. Ho un suggerimento prezioso (ma forse mi sbaglio).
Credo di aver trovato il mezzo per passare delle ore a casa (notare la location) con i figli!
Il mezzo è il poker!
Perché non è che io e mia figlia Stefy non comunichiamo per niente…lo facciamo distrattamente (questo il modo) e di solito in auto (il moto). Parliamo sopratutto quando viaggiamo, quando – che so – andiamo in montagna, al mare o nella terza meta vacanziera per antonomasia: la profumeria. In macchina io e la Ste carburiamo sonnacchiosamente. ma poi la conversazione decolla e parliamo. Finché non arriviamo al parcheggio, dove ognuna torna nella sua orbita (io col mio iPod, lei col suo: ogni tanto proviamo a scambiarceli ma è sempre una pessima mossa).
Però l’altro giorno, in auto, la Ste, ha pronunciato la parola magica: poker!
Ha detto che di sera gli amici che frequenta pokerizzano. Si mettono aii tavolini e al posto degli spritz tirano fuori assi, doppie coppie e tris. E lei? resta fuori dal giro, cioè dal gioco, perché il poker non l’ha mai imparato…Allora finalmente ho capito! Ho capito il senso della mia passione giovanilissima (ho detto passione, non vizio) per il poker. Il fascino del tavolo verde, la luce livida della lampada prima dell’albeggio, lo scrocchio delle fiches e le puntatine castigate e sfiziose fatte pure quando avevo il pancione non erano ludiche, erano pe-da-go-gi-che. E il fatto di preferire il Giocatore di Dostoevskij al Genitore quasi perfetto di Bettlheim aveva una ragionevole ragione d’essere!
Naturalmente ho detto alla Stefy che io le avrei insegnato il poker, che io l’avrei aiutata a entrare da debuttante in un mondo dove regna(va) Jon Voight e non quel pantofolaio di Brad Pitt. E poi il poker ci avrebbe permesso si stare insieme! a casa! tranquille! per almeno qualche ora!.
Entusiasta la Ste ha detto subito di sì.
Era lunedì, mi pare. Poi sono venuti martedì, mercoledì, giovedì…Non so che pensare. Non so se il poker nel frattempo la Ste se lo sia fatto insegnare da qualcun altro. Se le sia già passata la passione. Se dubiti delle capacità pokeristiche di sua madre solo perché non fuma.
So che io…sono servita!