Preso per il colle
Be', insomma.
C'è di che perdere la testa. Prima ancora di avere in testa un nuovo presidente della repubblichina.
Mentre i politici si prendono per il collo per mettere qualcuno sul colle, succede di tutto.
Tanto da pensare che siamo (più) fuori (dei germogli di susino).
E' fuori Pietro Maso, che 22 anni fa aveva ucciso i genitori per schei in una piccola città del Veronese. Doveva scontare 30 anni, ma poi ha goduto di indulto, buona condotta ecc., e ieri è volato definitivamente fuori dal carcere (che in parte aveva già lasciato). Niente da dire: l'hanno perdonato le sorelle, che – come hanno sottolineato i media (dev'essere uno di quei dettagli/indizi su cui non si può sorvolare) – sono andare a prenderlo con un Suv bianco. L'ha perdonato la moglie Stefania, che l'ha sposato 5 anni fa. E s'è perdonato lui stesso che ha scritto – all'imperfetto – il libro (siamo tutti in attesa di leggerlo, ovviamente, visto che abbiamo già terminato Anna Karenina) Il male ero io.
E' fuori (dal tribunale) Papi, che ha detto di essere troppo impegnato al Quirinale per poter essere interrogato dai giudici (e dai, mo: un po' di comprensione).
E' fuori da ogni umana catalogazione l'attentatore (usiamo il singolare) di Boston. Che ha colpito alle gambe, e al cuore di tutti.
Ed è fuori dal nostro controllo la Terra (che ha appena tremato forte). E che non sta fuori, ma sotto tutti noi.