Quanto conta essere gnocche (in politica)
Veramente il post avrebbe dovuto scriverlo la collega Serena Masetto, che su Facebook sta confezionando una tesi sui pruni e i difetti di Maria Elena Boschi.
Io, occupata come sono (Kant, Parmenide, Nietzsche e Clooney mi prendono molto in questo periodo), non avrei mai, dico quasi mai, potuto occuparmi dell'avvenenza di un ministro della Repubblica. Ma è stato proprio il ministro a pungolarmi.
Ieri – stando ai media – il ministro delle riforme Boschi ha detto che vuole essere giudicata per quanto è brava non per quanto è bella.
Pare che la dichiarazione rispondesse a una perplessità di Rosy Bindi, che aveva parlato di ministre scelte anche per la figaggine (le parole di Bindi non sono proprio testuali).
Di fronte al solito sospetto di Rosy, la Maria Elena s'è un po' piccata, tanto da replicare: "Boni, boni: state a vedere cosa facciamo. E comunque le polemiche non ci interessano, noi andiamo avanti con push up e sorriso" (le parole non sono proprio testuali nemmeno qui).
E a questo punto, sicuramente sollecitata da Nietzsche, Anassimandro e Versace, un grosso dubbio si è profilato sotto il phard Chanel color gota di cammello: Quanto conta essere gnocca in politica?
Un dubbio che pensavo fosse al centro dell'azione politica di Papi-Berlusconi (vi ricordate le sue sparate sulla Rosy Bindi? lui che si era scelto come eroina-immagine quel bocciolo di rosa della Santanché?) e invece no: a quanto pare la stagione del dibattito sulla bellezza (femminile: sempre lì cade l'asino col rossetto) travalica governi e legislature.
Per fortuna pare che il vaccino italiano contro l'Ebola funzioni e che nella tomba di Alessandro Magno siano state trovate le cariatidi: con due temi così non ci sarà più spazio per dibattiti e dubbi ameni.
A proposito: quando si sposa quel figo di Clooney?