Questione di lucciole
C’erano una volta le Donne da Marciapiede.
D’accordo: ci sono ancora. Ci sono le donne, gli uomini, i transessuali da marciapiede. Poi ci sono le donne da appartamento: da miniappartamento e da appartamento di lusso. E poi ci sono le donne da palazzo e da villa.
Non so se ci avete fatto caso ma anche nel mondo della prostituzione (femminile, maschile e mista) c’ è una gerarchia. Il gradino più basso è occupato dalla lucciola (per usare un termine quasi poetico), il podio più alto (il pinnacolo sessuale) è occupato dalla escort. Tra la lucciolina e la escort decapottabile c’è tutta una sfumatura di chiaroscuri.
Anche tra i clienti dell’una e dell’altra sponda (parliamo di marciapiede e di soglio con la esse grande) c’è una – cough cough – bella differenza. Il cliente che frena sulla Statale Tal dei Tali perché vede una scociata infreddolita che offre un po’ di carne a prezzi modici in genere (dico in genere, perché l’Itsat non ha mai censito i soggetti) non occupa ruoli di potere e/o prestigio particolari. E’ uno che si vuol fare una scopata, che la vuol pagare, che gli va così. Per i motivi suoi. L’altro, invece, quelllo che si fa la escort decomponibile su un letto(ne) famoso(ne) è magari un tale che il potere e il prestigio ce l’ha così tanto che non deve neppure frenare quando vede la scosciata, la può prendere sotto o sopra come gli aggrada e venirne fuori a testa alta. Così alta da non vedere nemmeno l’effetto che fa.
C’erano una volta pure le case chiuse. Che erano aperte, malgrado il nome. Ora ci sono le cose chiuse. Che guai ad aprirle.
Lo so: è il post più triste che abbia scritto. Ma non è (tutta) colpa mia.