Ritorno a Villa Condulmer
Ieri sera ci sono tornata. Sono tornata a Villa Condulmer, versione natalizia.
L’amica Marzia Morganti aveva organizzato la Cena degli auguri di Natale. E poiché alle cene di Marzia non si può rinunciare avevo detto sììììì (con una scia di i lunga come la coda della cometa).
Ma siccome ricordavo che la prima volta che ero stata a un megaparty a Villa Condulmer, Renato (Vettorato) mi aveva fatto notare che non ero proprio conciata per la festa, ho deciso che ieri sera avrei dovuto infiocchettarmi come un cotillon. Pensato/fatto.
Un quarto d’ora prima di uscire ho indossato:
gonna pelosa nera (Max & Co): una figata;
dolcevita nero collo alto (modello Cat woman);
cerchiello con piume di struzzo rosa fucsia;
calze microfibra nere-pure-quelle + décolleté scamosciate tacco 10.
Prima di sgattaiolare fuori (con passo felino-traballante, visti i tacchi inconsueti), mi sono affacciata alla porta della camera di Umbi che faceva finta di studiare (il cellulare vibrava sopra la versione non tradotta di Cicerone).
– Come ti sembro?, gli ho chiesto tutta tendenzialmente figosperanzosa.
Mio figlio si è girato appena verso di me, ha sollevato con uno sbuffo di fiato il ciuffo-biondo che gli copre tutteddue gli occhi e senza muovere un muscolo facciale ha risposto:
– Non dire che sei mia madre.
Con questo avvertimento rincuoroso, ho infilato il cappottino nero (il dolcevita mica tiene caldo, ne?), mi sono ficcata gli auricolari dell’i-Pod nelle orecchie (colonna sonora: Per dimenticare, Zero Assoluto), ho messo in moto la Punto petrolio pasoliniano e mi sono presentata quasi puntuale all’appuntamento con Rita fuori dal casello dell’A27.
Rita, appena mi ha visto (il look, era quello sudescritto) si è piegata in due, forse in tre, dal ridere.
Epilogo?
Mi sono divertita un’iperbole. Villa Condulmer, scintillosa-natalizia, era appariscente quasi quanto me, la cena era ottima, la compagnia brillante, Rita (e le altre) troppo simpatiche. E il cerchiello di struzzo che ondeggiava sulla mia testa faceva pendant con i lampadari di vetro di Murano.
E poi Renato – stavolta – non solo ha fatto uau. Ma ha pure fotografato il mio lato B. B di "Bellezza", ovvio.
Sì, sì: lo so. Mi sono troppo gasata ultimamente. Ma state tranquilli: non dura. Ci pensa Umbi e la sua occhiata-di-sfuggita sfumata di disapprovazione a farmi tornare allo stato liquido.