Senza biglietto sull’autobus
Quando uno torna dalle "vacanze" trova sempre qualche novità ad attenderlo.
Ditemi di no e vi incenerirò (scherzo: ci pensa il sole a farlo).
Quando uno torna dalla "vacanze" si aspetta un segno. Un’indicazione, uno straccio di indizio che lo riporti alla realtà. Che lo riconduca sulla strada consueta. Pure una scritta sommaria gli va bene: Si va per di qua.
Tornata dalle vacanze, io ho trovato la multa. 52 euro. da pagare entro 5 giorni che se no la cifra sale a 63 euro.
Per dovere di blogcronaca devo dire che la multa non l’ho beccata io. L’ha presa mio figlio: Umby il Portoghese. E’ salito sull’autobus senza biglietto. E’ sceso alla stazione centrale e il controllore l’ha fermato.
– Biglietto, prego.
Mio figlio avrà pure le treccine rasta, ma per il resto è liscio come la cera d’api.
– Non ce l’ho.
Il controllore non ha fatto una piega. Ha fatto la ricevuta. Per la somma non-pagata di 1.30 euro la sanzione è stata di 52 euro.
Umby ha piegato la matrice in quattro, l’ha messa nella tasca dei bermuda. E’ entrato in casa. Ha salutato (ciao) e ha detto: Ho preso una multa. Me l’ha pure consegnata. Come dire: Vedi mamma che non ti racconto balle? Ho le prove di quanto affermo.
Ecco. E’ stato quel foglietto bianco con le scritte stampigliate in verde a riportarmi a casa. A dirmi: le "vacanze" non durano per sempre. E se le hai fatte è ora che paghi pegno.
Solo che a questo punto mi viene un dubbio: per l’indicazione che aspettavo devo ringraziare Umby o il controllore dell’autobus?
Certi dilemmi ti mettono proprio in crisi.