Sì sì sì sì
Sì sì sì sì.
Con il punto esclamativo: sì!
Non è bellissimo dire sì anche per ribadire un no?
Bellissimo e necessario.
E paradossale, in qualche modo.
Voglio dire: andare a referendare per dire che sì, cioè no, non si vuole che l’acqua (l’acqua! non i cristalli swarovsky) venga consegnata al privato pare quasi pazzesco! E’ pazzesco.
L’acqua, quella che si forma nell’atmosfera, quella che si agglomera in nembi cuoriformi, quella che ci piove addosso e c’inzacchera-o-Ermione, ma che pure ci disseta, ci nutre, nutre le colture e il mondo non può essere bene privato, proprietà data in gestione privata.
Solo pensare che l’acqua potrebbe essere coniugata nel modo/tempo,/persona privati è una follia.
Eppue siamo andati a dire sì perché no. Perché non vogliamo che gli acquedotti, le sorgenti, e tutto quanto fa acqua, cioè è indispensabile alla vita abbia a che vedere con la proprietà (o la gestione) privata.
Un po’ folle, no?
Qualche anno fa sarebbe stato impensabile un referendum sull’acqua. Ieri, l’altro ieri quel referendum si è materializzato. Ma, per fortuna, ha avuto dalla sua un bel temporale di sì. Con il punto esclamativo.
Il punto è questo: se avessimo continuato a ignorare ciò che ignorare non possiamo, fra un paio d’anni, 500 mila firme permettendo, avremmo potuto andare a referendare contro la privatizzazione dell’aria.
Vi rendete conto? Anche l’aria, l’aria che respiriamo, o sbuffiamo fuori, potrebbe essere privatizzata. E persino la terra. Quella che non è ancora privatizzata, quella che ci consente di camminare in punta di piedi di libertade potrebbe essere "gestita" (quanto aborro questa parola) da privati.
Vabbe’. E’ andata bene. A pensarci: è andata alla grande. E’ andata al sì.
A quante cose bisognerebbe dire sì!
Sì alla libertà, prima di tutto. Quella così cara, come sa chi per lei vita rifiuta
Sì alla felicità (1776, Dichiarazione d’Indipendenza degli stati Uniti d’America)
Sì alla dignità (vaghi discorsi dai pulpiti)
Sì all’amore, all’affetto, al sentire vero, al sentimento.
Sì alla gioia (Beethoven, 1824. Inno)
Sì al lavoro, allo studio, alla crescita, alla formazione, all’integrazione (Maristella Gelmini,2010…sherzavo!)
Sì al silenzio ("Le parole sono preziose, ma più prezioso è il silenzio", Hazrat Hinayat Khan)
Sì alla dolcezza
Sì alla vita. E alla morte se la vita è spenta (Eluana Englaro)
Sì a questa terra e a questo cielo, che per il momento sono gli unici che conosciamo.
Sì alla poesia, alle salsicce di pollo della Barbara De Nardi, alle primule. Sì al mascara rinfoltente, alle ballerine scamosciate di colore blu, alla sabbia sui glutei, al fuoco d’inverno, all’incenso, alla stracciatella, all’ordine e al suo opposto, alla simpatia, all’empatia, all’amicizia, alle regole e alla sregolatezza a volte. Sì alla fantasia, all’immaginazione, all’Arte, ai biscotti con o senza cioccolato, agli occhiali da vista e da sole, allo smalto color cacca. Sì alla vita in rosa, al cinema, ai fratelli Cohen, al risotto con le zimole e al lipgloss.
Sì.