Un presidente in Panda
Domenica, ore 16.
E' praticamente l'ora del tè.
L'ora giusta per salottierare.
E allora non sottraiamoci al rito delle ciacole.
Prima di tutto parliamo di Mattarella. Sergio. E' lui – come ormai saprete (mica siete caduti in catalessi nelle ultime 24 ore, no?) – il 12° presidente della repubblica italiana.
Sergio ha pigliato un sacco di voti. 665. E – senza volerlo – ha causato un po' di broncio al divano di Forza Italia. Poco male: gli passerà. Al divano, intendo.
Dopo l'elezione di Sergio (perdonate la familiarità, ma a questo punto è uno di Casa Italia), le chiacchiere e i commenti sono lievitati a dismisura. Il che suggerisce una considerazione dinamica: se le parole producessero energia avremmo caldo (o freddo) tutto l'anno. Senza bisogno di termosifoni o condizionatori.
Il guaio è che le parole non danno impulso ad alcuna turbina. Generano solo altre parole. Un circolo lessicovizioso senza possibilità di utilizzo alternativo.
Consapevoli di questo, potremmo fermarci/firmarci qua. Ma ci piace troppo.
Ci piace questo presidente che arriva al Parlamento in Panda. E' strafigo, a pensarci. Altro che Auto Blu. Altro che BMW. Altro che Maserati. Altro che Fuoristradone. Altro che Suv.
Il dodicesimo presidente della repubblica italiana viaggia in Panda (come il mio papà pensionato)!
La goduria diventerebbe miccia se i punti esclamativi fossero pietre focaie. Ma sono segni d'interpunzione in un fiume di parole che fluiscono rapide.
E le parole sono Quelle del mondo che Conta.
Il primo a congratularsi con Sergio è stato Putin. A ruota, gli Altri.
Il plauso, per ora, ci pare meritato. Non sapevamo chi fosse Sergio sino a qualche ora prima della sua elezione. Poi ci siamo informati e, sì, il personaggio – cresciuto a arancini e lotta/lutto antimafia – ci è piaciuto. Ora staremo a vedere che farà. Anche se la Costituzione (di cui è garante) gli lega mani, piedi e volante.
Però siamo fiduciosi.
Se le cose andavano diversamente, a quest'ora (ore 16,05 di domenica primo febbraio) potevamo avere un parlamento che doveva rivotare; un candidato come Casini!!! (tre punti esclamativi ci vogliono); una Panda grigia ferma in un parcheggio e un divano senza broncio ma con la forfora di Papi.
Dai. Siamo hashtag sereni. Tutto fila.
La domanda cruciale è: Sergio (Mattarella) si è ricordato di pagare il bollo? No, perché io me lo scordo sempre, e se non ci fosse mia mamma Margherita a ricordarmelo farei delle figure pazzesche con l'Aci.
Lui che è presidente deve per forza evitarle.