Vespa killer
Dove eravamo rimasti?
Ah, sì: alla mia voglia di "essere denunciata". Be’, io non so se l’ira del pelide Papi arrivi fino a questo. Ma so che che invece di essere denunciata (cazzus!) nelle ultime ore sono stata punzonata. Cioè punta da (una) Vespa.
Stamattina avevo pensato di trascorrere l’utlima mattinata paravacanziera in Cansiglio. Mi sono stravaccata in bikini tra gli abeti (ero quasi come – avete presente? – Valeria Marini con meno tette, meno culo, meno labbra, meno silicone, meno capello cotonato, meno ormone), ma – in compenso – avevo un romanzo letto-a-metà da finire, l’Espresso da leggere, il Trevisani a Tavola (supplemento del Quindicinale) da visionare e titolare e due cellulari a disposizione per eventuale collegamento al mondo esterno.
Insomma ero in una (autentica, ne sono consapevole) parentesi di benessere-pseudo lavorativo quando sono stata colpita dall’imprevisto che (cito me stessa) non si chiamerebbe imprevisto se non arrivasse del tutto inaspettato: sono stata punta da un’ape o una vespa o un insetto a strisce gialle-nere…
Avevo chiamato al cellulare Marzio Bruseghin per invitarlo alla serata che Paolo Pagotto sta organizzando con quel mito di Gianni Mura sul ciclismo e i suoi (s)confini (avverrà il 15 ottobre prossimo e siete tutti invitati ovvio) )quando una vespa (con la v minuscola e il pungilglione-cazzone) ha pensato di mordermi sotto l’ascella. Cazzus! doppio, triplo cazzus! Ho avvertito un male atroce (che ho trasmesso – con tanto di urlo – al Bruseghin che rispondeva al cellulare mentre pedalava) e ho saltellato per la foresta dei Dogi maledicendo ogni insetto nell’arco di un chilometro centuriato.
La cosa triste è che cinque minuti dopo di me un’altra vespa (o forse la stessa?) ha punto un bimbo di 4 o 5 anni alla manina! La cosa mi ha fatto triplamente incazzare…
Le vespe killer proprio non le avevo messe nel conto. Avevo ipotizzato un mondo ipocrita, fasullo, superficiale, modificato nel dna, inquinato nei valori, subdolo sino allo strato di spugna meno superficiale ma mai mai (che stronzate sto scrivendo) avevo pensato che un insetto potesse dichiarare guerra a un essere umano dotato di una qualche possibilità di non aggressione: leggi. l’uomo/la donna.
Ebbene: la disavventura di oggi mi ha dimostrato che mi sbagliavo. Che l’aggressione è legge-di-natura (non solo politica…cough cough cough): che l’insetto attacca l’uomo come l’uomo attacca l’uomo. Dentro la foresta dei Dogi, o al largo largo largo largo della coste di Lampedusa. Uffa.
Eccomi qui: punta, dolorante e pure triste.
Cazzus!