Zucche dolci e commenti acidi
Stamattina con l'amico Gioi (Tami) si parlava di zucche.
Quest'anno sembra siano buonissime. Io ne ho cucinata una e – vi assicuro – era ottima. Anzi, vi do la ricetta.
Ingredienti: una zucca. Procedimento: Lavate la zucca, tagliatela in quattro pezzi (io uso la mannaia, cioè un coltellaccio per la carne che io chiamo "mannaia" perché ha delle dimesioni paurose). Accendete il forno a 250 gradi, sistemate all'interno i tocchi di zucca adagiandoli su della carta oleata (se non volete passare le tre ore seguenti a sfregare la piastra). Lasciate cuocere per una ventina di minuti. Servite caldo. O freddo, come volete.
Ecco. Questa è la mia ricetta per la zucca.
Segreti culinari a parte, con Gioi abbiamo dissertato di zucche pure in senso lato, raggiungendo l'ipotenusa quando siamo arrivati a parlare dei commenti ai post di OggiTreviso.
Non so se abbiate avuto tempo/voglia per scorrere gli ultimi commenti, ma ce ne sono di strazuccosi. Commenti che si ripetono come un mantra. Commenti che non hanno niente ma proprio niente a che vedere con il tema del post. Per esempio se io in un post parlo di George, mi trovo in calce un riferimento al pesce d'aprile. Se parlo di Clooney, mi trovo in calce un riferimento al pesce d'aprile. Se parlo delle nozze o delle cozze, mi trovo in calce un riferimento al pesce d'aprile. Se parlo del beltempo nel Salento, mi trovo in calce un commento sul pesce d'aprile. E così via.
Ora, io capisco che il pesce d'aprile possa suscitare un interesse folkloristico trasversale alle tematiche, ma ficcarlo tra fighi hollywoodiani e nembi cumuliformi mi pare un tantino forzato.
Ecco. Questo era (più o meno) quanto si diceva stamane con Gioi a proposito di zucche.
Che – o Zeus! contagiata pure io dal mantra – quest'anno pare siano buonissime.
Ah! Non scordate di spegnare il forno a cottura ultimata, che se no la zucca si carbonizza.