Enzo Ciconte “Il Veneto non è preparato agli attacchi mafiosi”
“Oggi se qualcuno vuol scrivere un libro sulla storia delle mafie, se non mette un capitolo sostanzioso sul nord, vuol dire che il libro non lo scrive.” Questa una delle prime frasi dell’ intervento di Enzo Ciconte, ieri sera a Conegliano, presso il Quartiere Latino con la serata ‘Mafia a km zero’ . Un lungo incontro in cui si è ripercorsa la storia dell’ arrivo delle mafie al nord, delle infiltrazioni nel mondo economico politico e della situazione attuale del Veneto.
“Le mafie sono arrivate al nord da tantissimi anni. […] Prendete le notizie degli anni ’60/70, quando la prima bustina di droga che è stata venduta al nord, potete metterci la data dell’arrivo dei mafiosi. […] Sono arrivati in modo silenzioso” e “chi diceva che la mafia era arrivata, non veniva creduto, perché si pensava volesse distruggere l’immagine del territorio” poiché il pensiero comune era che “la nostra ricchezza avrebbe impedito ai mafiosi di arrivare al nord, ci avrebbe fatto da scudo. Era vero esattamente l’opposto. I mafiosi vanno dove ci sono i soldi.”
Lo scrittore parla a lungo, e tocca tutti i settori della società, a partire da quella imprenditoriale e politica. “Al nord, il settore dell’edilizia è, ampliamente, per usare un eufemismo, infiltrato da parte dell’ Ndrangheta. […] Gli imprenditori non hanno reagito, perché avevano convenienza. Perché se c’erano i mafiosi, gli operai se ne stavano zitti. Perché se c’erano cose illecite da fare, potevano farle, come ad esempio con i rifiuti. […] Settori importanti del mondo imprenditoriale, hanno accolto a braccia aperte gli uomini dell’ Ndrangheta. Naturalmente alla sera al bar, dicevano che la mafia non esiste, non c’è. […] La stessa cosa è avvenuta nel mondo della politica. Ci sono stati politici che hanno preso i voti e sono stati eletti con i voti dell’ Ndrangheta. Non tutti gli uomini politici […] Ci sono politici che hanno preso voti dalla mafia, e poi ci sono politici che sono incapaci. Sono cose diverse.” Nel libro fa i nomi di tutte le personalità politiche. Quando dal pubblico viene chiesto di essere più esplicito, lui risponde con tre sigle “Partito Comunista Italiano, Democrazia Cristiana e Forza Italia/Popolo Delle Libertà” per ognuno di questi tre partiti spiega i motivi, accettabili (storicamente parlando) e non, ricordando però, che non tutti gli appartenenti a queste forze politiche sono collusi con la mafia, e che anzi, molti l’hanno combattuta (e tuttora lo fanno) con qualsiasi mezzo.
Quando gli viene chiesto di dire qualcosa sul nostro territorio, avverte che “nel Veneto la presenza mafiosa è limitata” ma c’è, e segnala dei fenomeni economici a cui prestare molta attenzione, distinguendo tra ciò che può essere il frutto
nel Veneto la presenza mafiosa è limitata
della globalizzazione, e ciò che invece sono delle anomalie che non dipendono da questo. “Se, ad esempio, ci sono dei negozi vuoti, in cui nessuno va ad acquistare, e però quei negozi non vanno in fallimento, vuol dire che spesso quelli, non sono negozi, ma sono delle ‘lavanderie’ e quindi bisogna agire. […] Se si costruiscono più case di quello che è il normale, oltre che ad essere un problema di leggi nazionali, in cui i comuni prendono soldi solo dalle opere di urbanizzazione, vuol dire che si costruiscono delle case utilizzabili come investimento per il futuro, nel caso in cui, ad esempio, qualche sindaco volesse spostare qualche ufficio.” Ciconte quindi, ci mette in guardia rammentandoci che “non basta avere carabinieri, magistrati, e forze dell’ordine” ma serve anche coscienza civile e una cultura dell’ antimafia.
Lo scrittore in poco meno di due ore di intervento e dibattito con il pubblico, fa un quadro complessivo di quella che è la situazione italiana, caratterizzata da forti presenze mafiose nel mondo politico ed economico, ma anche di tanti imprenditori, sindaci e politici che combattono giorno dopo giorno le organizzazioni criminali. Al Veneto lancia un avvertimento, il cui messaggio è molto chiaro. Le mafie sono entrate nel tessuto economico della regione, ma ancora non profondamente e non in maniera incisiva, ma stiamo attenti, perché non siamo preparati agli attacchi di queste organizzazioni.