Coronavirus: la “verità” arriva dalla Svizzera? p.2
Riporto la parte finale della lettera.
Alcune precisazioni: personalmente concordo con l’80% di ciò che viene dichiarato all’interno di questo documento, che mi è sembrato doveroso condividere. Ci sono alcune affermazioni che non condivido, le più eclatanti? Beh, ovviamente il “principio di autorità” e “l’immunità di gregge”. Nonostante queste, credo sia più equilibrato di qualsiasi argomentazione i soloni del pensiero unico finora ci abbiano mai propinato tramite la TV e giornali mainstream.
Buona lettura,
Francesca
3. Il problema esiste:
Dopo tutti questi dati, mi preme sottolineare un punto importante. Il problema dell’infezione da Coronavirus esiste, ma come tutti gli anni. Infetta le persone e porta a morte le persone più deboli e già malate. Come tutti gli anni. Per cui é giusto che si debbano mettere in atto delle misure preventive che cerchino di preservare queste persone, ad esempio: lavarsi le mani, usare i fazzoletti monouso, rispettare le normali regole di igiene personale e collettivo (pulizia dei locali, ecc…), se non si sta bene e si é a contatto con le persone più fragili, ridurre momentaneamente i contatti con loro (e non con le persone che non sono fragili), ecc… Come tutti gli anni.
Quindi, é vero che le persone anziane e già malate devono riguardarsi e stare attente perché sono a rischio di infezione e malattia, con un più alto rischio di morte. Come tutti gli anni. Anche l’anno scorso, anche quello prima, anche quello prima ancora. Tutti gli anni con l’arrivo della stagione fredda (che quest’anno é stata climaticamente ritardata rispetto all’anno scorso) arrivano i virus simil-influenzali e tutti gli anni gli individui più fragili si ammalano.
Come tutti gli anni. Generalmente non si eseguono a tappeto gli opportuni esami eziologici53 (cioè di ricerca della causa) perché con l’eccezione dell’influenza A (dove esiste un antivirale specifico), per gli altri casi non esiste una terapia eziologica specifica. Per cui i tamponi generalmente si eseguono a puro scopo epidemiologico, per stimare il tasso di infezioni annuali (fra l’altro abbiamo visto che Coronavirus generalmente arriva a rappresentare fino al 25-35% delle infezioni respiratorie virali nei periodi di alto tasso di malattia) e per ragioni statistiche. Tutti gli anni. Come tutti gli anni.
C’é un dato estremamente suggestivo – che richiede ancora del tempo per poter essere definitivamente confermato – da analizzare. Sono stati sovrapposti i casi di influenza di ogni anno, settimana per settimana. Generalmente si assiste ad un primo incremento di malattia attorno a fine novembre – inizio dicembre, che poi “esplode” con gennaio e febbraio. Quest’anno – il dato riportato nel grafico é giapponese, ma é sovrapponibile in Cina come nei paesi Occidentali (diagnosticato dal CDC di Atlanta)54,55 – il grande secondo picco di influenza non si é riscontrato, mentre questa volta si é riscontrato il “picco CoVID19”. Come mai?
È importante sottolineare come vengano determinati i tassi di influenza; quando un paziente presenta una sindrome respiratoria (di differente gravità) suggestiva per una infezione non-batterica, nel periodo definito dall’autorità pubblica di epidemia influenzale, ci sono due grandi possibilità in base alla severità di malattia.
• In caso di malattia severa – richiedente ricovero in Terapia Intensiva – viene quasi sempre eseguito uno striscio un prelievo volto alla ricerca della causa, in particolare dell’Influenza A verso la quale esiste una terapia comprovata (in caso di malattia severa). La ricerca degli altri virus che spesso “accompagnano” l’influenza A non vengono sempre cercati – anche in caso di malattia da ricovero in Terapia Intensiva, perché sono test costosi che non portano ad un “cambio del procedere”, dato che non esiste una terapia eziologica specifica, ma solo una terapia di supporto. Tali test si eseguono per eventuali scopi epidemiologici.
• Quando invece la malattia respiratoria non-batterica é di entità lieve o moderata, non sempre viene ricercata la causa influenzale – perché non determina un cambio di terapia, ma risulta solamente per questioni epidemiologiche, con investimenti economici sostenibili generalmente solamente da Ospedali universitari – ma viene data una “diagnosi probabile” o “diagnosi presunta”, indipendentemente dalla natura eziologica (adenovirus, coronavirus, picornavirus, paramixovirus, ecc…).
Quest’anno, con la ricerca e la possibilità di identificare il Coronavirus CoVID19, l’influenza potrebbe essere
così ridotta perché – ripeto essere una ipotesi che sarà da confermare con il passare del tempo nelle
prossime settimane – tanti casi che gli anni precedenti sarebbero stati definiti come “influenza” vengono re-
incasellati in una diagnosi più corretta di Coronavirus, smascherando una diagnosi presunta ed attribuendo
meglio l’eziologia di tale malattia. Risultato: scompare il picco di incremento rapido di influenza, appare il
picco di incremento rapido di Coronavirus. Ma – da qua la definizione “é come tutti gli anni” – il sistema
appare aggravato da un incremento/picco di natura eziologica differente, ma quanti tati vamente
morti sovrapponibile. Non si chiama influenza – che fa più molti ma meno paura sociale – si chiama CoVID19, che attualmente fa meno morti ma più paura.
La virulenza e la mortalità per Coronavirus non sono preoccupanti (come percentuale totale e come distribuzione per l’età, come abbiamo visto precedentemente); ed abbiamo visto colpire prevalentemente quei pazienti che – in maniera del tutto aspecifica – sarebbero potuti morire anche per un’altra infezione virale, batterica, ecc… Inoltre, l’età media di morte é del tutto sovrapponibile alla sopravvivenza media (per maschi e femmine) che si ha normalmente56.
E normalmente si muore proprio a quell’età, perché statisticamente si accumulano un certo numero di patologie per cui con l’invecchiamento degli organi, é a quell’età che una sindrome infettiva respiratoria porta più facilmente a scompenso con scarse capacità di recupero.
Come tutti gli anni.
Non si deve negare il problema – perché non corrisponderebbe alla realtà; ma bisogna dire e sottolineare che é come tutti gli anni57.
4. Capitolo “Terapia Intensiva”
Un altro dato non corrispondente a realtà é che il Sistema Sanitario Italiano “é al collasso” o frasi ad effetto simili. I dati che circolano (aggiornati al 6 marzo 2020 – in Lombardia 366 casi in ICU rispetto ai 900 posti letto totali)58 mostrano che: a) con l’arrivo delle sindromi influenzali tutte le Terapie Intensive (come tutti gli anni) hanno un aumento del tasso di occupazione letti. Tutte. Per tutte le infezioni respiratorie.
Le Terapie Intensive che sono state inizialmente piene (nel contesto dell’infezione da Coronavirus) sono 4: quattro. E fanno più rumore – fra l’altro – perché sono guidate da esperti del settore notoriamente importanti e “di peso” sul piano scientifico internazionale; con una risonanza ampia e mondiale.
Ma le Terapie intensive piene e sovraccariche sono state nell’immediato 4: quattro (dati protezione civile all’8 marzo 202059). In queste ICU, per poi estendersi ad altre ICU limitrofe, si sono verificati un aumento improvviso e rapido (questo é il punto) di casi di insufficienza respiratoria da CoVID-19, in numeri tali da superare la saturazione del sistema, tenendo conto che in Italia esiste un tasso di letti totali di circa 3 letti/1’000 abitanti (a fronte di Germania con 8 letti/1’000 abitanti, Francia 7 letti/1’000 abitanti, Svizzera 6.5 letti/1’000 abitanti), pertanto l’aumento dei casi che c’é stato rapido ed improvviso, ha incontrato una situazione già satura e ridotta all’osso – indipendentemente da CoVID-19.
Quindi il problema non é quello di avere una malattia mortale che sta sterminando in maniera indiscriminata la popolazione, portando a malattia milioni e milioni di morti (dato non vero), ma che c’é un rapido aumento di pazienti per l’ICU – in un sistema numericamente ridotto e saturo – con una mortalità in cifre che attualmente é ben al di sotto di quello di altre malattie che costantemente flagellano la popolazione con cifre pericolosamente maggiori; non si comprende pertanto la risposta in restrizioni ed in panico che viene generata e costantemente alimentata. La risposta sociale é estremamente esagerata rispetto al problema, che non viene negato, ma che deve essere contestualizzato.
In Italia é arrivato il suggerimento da parte di alcuni colleghi di nota esperienza clinica di gestire queste insufficienze respiratorie procedendo immediatamente ad Intubazione Oro-Tracheale (IOT), by-passando la normale gestione tramite Ventilazione Non-Invasiva (VNI), per dei supposti motivi di miglioramento della patologia – dato ancora da dimostrare60 (tecnicamente si parla di “expert opinion”); il NEJM ed il JAMA non hanno dimostrato ancora un reale beneficio in termini di sopravvivenza di questo approccio terapeutico più aggressivo. L’ESICM (Società Europea di Medicina Intensiva) supporta e suggerisce questa possibilità61; la discussione é un po’ tecnica, ma per completezza verrà esposta.
Dato che questi pazienti presentano una compliance polmonare estremamente alta nonostante il danno interstiziale polmonare (che spiega l’insufficienza respiratoria parziale senza compromissione della ventilazione ed incremento della pCO2), una ventilazione non-invasiva non può permettersi una ventilazione ad alti valori di PEEP (il lavoro diaframmatico sarebbe tale da non essere tollerabile oggettivamente e soggettivamente dal paziente) e soprattutto un controllo dei Tidal Volume perché il paziente é sveglio e compliante, pertanto aumentando il tempo di VNI si aumenta il rischio di danno polmonare da ventilazione. Si deve pertanto procedere con sedazione, IOT, alti valori di PEEP e bassi Tidal Volume (4-6 ml/Kg), eventuali ipercapnie permissive con pH fino a 7.3 (anche se le buone compliance non sembrano portare mai a tale problema) e curarizzazione, con titolazione della PEEP secondo PV-tool piuttosto che con l’uso dell’ecografia polmonare (sia nella scelta per la titolazione della PEEP e/o la pronazione).
È innegabile che l’evitare la VNI per procedere all’IOT aumenti drasticamente la necessità di ricovero immediato in ICU; pertanto é stata presa una decisione medica che al momento deve essere considerata suggestiva, ma ancora al livello di expert opinion, non supportata da dati scientifici forti che questo porti veramente a beneficio – con conseguente aumento della necessità di Terapia Intensiva, necessità che con la gestione “usuale” sarebbe aumentata ma non ai valori che vengono indicati.
Per dirla in maniera semplice: si sono date raccomandazioni mediche per una gestione immediatamente da Terapia Intensiva, che comporta inevitabilmente di aumentare i ricoveri in ICU senza poter stratificare i pazienti – come usualmente – in base alla severità di malattia, nei differenti reparti, portando quindi ad un aumento dei casi di Terapia Intensiva, in un sistema già saturo.
Ancora. La gestione di politica sanitaria quando le Terapie Intensive sono piene – evento che é già normalmente avvenuto a più riprese negli ultimi anni, tipicamente con l’arrivo delle sindromi para-influenzali – é quello di procedere con l’immediato trasferimento in altre Terapie Intensive dei malati trasportabili e meno severi.
I malati veramente gravi, indipendentemente dalla causa (possono essere polmoniti da influenza, polmoniti batteriche tipiche, polmoniti da Legionella, ecc…), quelli per intenderci sotto ECMO o che pronati, devono rimanere nelle Terapie Intensive specializzate. Per due motivi: a) perché il personale che é più formato garantisce una maggiore sopravvivenza del paziente, b) perché spostare i malati più gravi ne aumenta la mortalità.
Quelli “meno gravi” (definiti tali secondo dei criteri da parte delle Società di Terapia Intensiva – anche se agli occhi dei non addetti ai lavori appaiono sempre pazienti gravi) devono essere spostati nelle altre Terapie Intensive – anche in altre città – così da sgravare l’Unità clinica sovraccarica. Lo si é sempre fatto ovunque, a livello internazionale come in Italia; anche all’Ospedale Universitario di Ginevra é capitato spesso. È pertanto sciocco ed assurdo far pensare che tutti gli ospedali siano “al collasso” quando si tratta di alcune Terapie Intensive, con una gestione del problema (che si può definire “usuale” nella sua eccezionalità) già codificata.
5. Azione Epidemiologica di contenimento:
Se le premesse per questo “allarme” non ci sono perché sono basate su dati sovrapponibili agli anni precedenti (si vedano i punti precedenti elencati sommariamente ed i link riportati), appare ancora più ridicola la gestione del problema. Sia nella gestione che soprattutto sul “dopo”, sulle conseguenze che bisogna seguire – se si vuole essere logici – alle azioni che si intraprendono.
a. HUB intercontinentali.
La Cina geograficamente non é vicina ed il miglior modo per poterla raggiungere rapidamente é attraverso l’uso dell’aereo. Gli aeroporti internazionali più popolati e con cui la Cina ha le maggiori relazioni economiche sono Francoforte (D), Munich (D), Heathrow (E), Parigi (F), Schiphol (NL), Copenaghen (DK) e poi vengono gli aeroporti italiani62. Pertanto, statisticamente, il maggiori numero di persone infette (che non é uguale ad essere ammalati, come abbiamo visto prima) si reca costantemente in queste città e non in Italia63.
Pensare e far pensare che esista una metropolitana-linea diretta Wuan —> Lodi —> Codogno e che sia l’Italia attualmente il problema, mentre nel resto di Europa – che ha i maggiori traffici in termini commerciali e personali con la Cina – non succeda niente e che tutto provenga dall’Italia – fra l’altro senza che nessun Governante Italiano cerchi di difendere la propria Nazione, anzi al contrario, continuando ad avere un atteggiamento di confermata colpevolezza, non corrisponde alla realtà. Non é verosimile.
Più passa il tempo e più si sta inoltre riscontrando che alcune Nazioni, come la Francia, non stanno eseguendo un numero di tamponi minimamente adeguato per monitorizzare a livello epidemiologico la situazione infettiva. Il risultato é un’apparente assenza del problema, quando ci sono evidenze che mostrano come i tassi di infezione probabilmente sono estremamente elevati (si stima al ribasso la possibilità di circa 450.000 contagi nella sola Francia)64 .
b. Diffusione del virus
Il Coronavirus, come tutti gli anni e come tutti i virus a diffusione respiratoria, é presente in tutta Europa (oltre ad essere presente in tutto il Mondo65 ,66). Altri stati non hanno adottato politiche di contenimento così stringenti come in Italia. Pertanto – mentre in Italia si pensa che contingentare dei territori possa servire – i differenti Mr. John dall’Inghilterra, i M. Le Corbusier dalla Francia ed i Herr Heinz dalla Germania possono venirsi a fare un giro – per lavoro o per questioni personali – potendo infettare e/o essere infettati senza alcun problema. Non che l’infezione sia un problema in sé (si veda prima), ma l’idea di avere delle “zone rosse” quando il passaggio é garantito in entrata/uscita, é quantomeno lacunoso.
L’idea attuale, poi, di chiudere interi territori é ancora più ridicola67 ,68. Facciamo un esempio. Esiste una stanza piena di formiche; formiche che si vogliono eliminare.
Oltre al fatto che la stanza non é completamente chiusa (é una stanza di passaggio per cui si deve passare ed é anche necessario aprire la porta di tanto in tanto per questioni urgenti ed improrogabi li), immaginiamo che venga chiusa. Completamente. Prima o poi le formiche moriranno, giusto? Bene. E poi? Ad un certo punto sarà necessario riaprire. Oggi, domani o dopodomani; il 3 aprile o il 24 maggio. Ma sarà necessario riaprire.
E le formiche sono lì fuori, perché il virus non é stagionale ed é dappertutto. Pertanto un isolamento non ha alcun senso: o si porta avanti ad libitum (il che é impossibile) oppure ad un certo punto bisogna rendersi conto che il virus – fra l’altro non grave, non mortale, ecc… – é ovunque. E “bonificata” una zona, ammesso che ci si riesca, il virus potrà entrare nuovamente indisturbato. Chi ha pensato all’isolamento (a pensare bene) chiaramente NON conosce le basi della Epidemiologia69,70 .
Un’ulteriore considerazione tecnica. Quando si hanno delle epidemie ci sono due grandi strategie di Salute Pubblica per arginare le malattie infettive. Possono essere ben esemplificate dalla metafora del gregge.
• La strategia dello sradicamento: consiste nell’identificare la pecora nera che potrebbe infettare le altre e isolarla in modo che la malattia non si propaghi. Qui si evita che la malattia si diffonda. Questa è la strategia usata dalla Cina. Per poterla usare ci vogliono alcune condizioni: un’autorità forte, un sistema di sanzioni, un controllo capillare, eccetera.
La Cina sembra avercela fatta, ma è un regime dittatoriale. L’Italia sta provando ad usare lo stesso metodo, ma con scarse chances. La strategia dello sradicamento può funzionare – oltre ai requisiti politici accennati poc’anzi – se attorno al focolaio “Italia” non si ha malattia; il sistema é di “contenere” la malattia in uno spazio chiuso fino a ridurne i contagi a 0. Alla luce del grafico della WHO qui sopra, risulta impossibile portare i contagi a 0 – fra l’altro senza portare ad immunizzazione post-infettiva la popolazione – pensando che alla riapertura del sistema chiuso, l’infezione si trova nuovamente attorno, potendo nuovamente rientrare nel sistema che viene riaperto.
• Vi è poi la strategia dell’immunità di gregge; consiste nel permettere che la malattia si diffonda governandone la propagazione. Qui le cose importanti sono due: fare attenzione a che il contagio non raggiunga le categorie a rischio (da qui il divieto di contatti con le persone a rischio) e fare in modo che non vada troppo veloce per evitare di mandare il sistema sanitario in sofferenza, in questo caso la Terapia Intensiva.
Qui si vuole che la malattia si diffonda, anzi, più si diffonde e meglio è. Però a due condizioni: che si diffonda tra le persone non vulnerabili e che si diffonda secondo un ritmo gestibile per il sistema sanitario. Perché si vuole che si diffonda? Perché più persone guarite ci sono, e più il gruppo diventa immune, cioè la malattia non trova più persone a cui “appiccicarsi”; in questo modo, dopo una prima fase di protezione sociale, i vulnerabili sono anch’essi protetti. Lo scopo, in questo caso, è raggiungere un alto numero di contagiati/guariti affinché cominci ad esserci un effetto protettivo grazie al gruppo; tenete presente che probabilmente molti di noi l’hanno già fatta senza rendersene conto e sono già immuni.
La Svizzera ha adottato questa seconda strategia, perché i dati epidemiologici e scientifici dicono che la malattia è blanda nelle categorie non a rischio, che se arrivassero complicazioni queste possono essere gestite dagli ospedali e soprattutto dalle Terapie Intensive (se non sono sovraccariche), e che al punto in cui siamo a livello mondiale è impossibile sradicare il virus totalmente, bisogna pertanto “addomesticarlo”.
Le misure emanate a livello Svizzero servono dunque a rallentare il contagio (per evitare che il sistema sanitario vada in sofferenza) e a proteggere le persone vulnerabili. Bene a ridurre la parte di contatti sociali, senza però che la libertà personale – come uscire da solo, anche solo per una passeggiata – possa essere intaccata: se si circola da soli, lontano da tutti, seguendo le normali regole di igiene personale, non si contagia nessuno né si viene contagiati da alcuno.
c. Feedback e conseguenze
Un altro dato quantomeno ridicolo é la continuazione. Ammettiamo che esistano dei parametri – poi si può discutere se siano adeguati o no – che permettono di capire se le misure intraprese siano buone oppure no. Quali le conseguenze? Le possibilità (ripeto: al netto di valutare quali parametri prendere in considerazione) sono: il metodo funziona, il metodo non funziona.
- Il metodo funziona: cosa si fa con le misure coercitive? Se funziona la conseguenza logica é che bisogna continuare così.
- Il metodo non funziona: cosa si fa in questi casi? 1. si abbandona tutto, 2. si continua così, 3. si inaspriscono le misure coercitive. Nel primo caso si dimostra che era tutta una farsa (se blocco tutto con 200 infetti e sblocco tutto con 4000 infetti, allora quanto ho intrapreso prima non aveva senso); nel secondo caso non c’é una consecutio logica (se non funziona, non possono continuare così), oppure inasprisco le misure. Il risultato netto é: se funziona continuo così (per quanto poi? si veda prima…), se non funziona inaspri sco le misure. In nessun caso é previsto di “mollare il colpo”. Ma quando avverrà – per comprensione che la gestione iniziale del problema é scorretta – si darà dimostrazione che tutte le misure non sono utili, perché non lo sono. d. Parametri
Che parametri usare per monitorizzare l’evoluzione? Il numero di infetti? Al di là che questo non corrisponde a malattia (si veda prima), immaginiamoci il ridicolo partendo dall’impossibile: fra 3 settimane “finalmente” si riducono i contagiati a 1’000. Sblocchiamo le misure coercitive? Teoricamente no, perché con 1’000 si può ancora diffondere il virus. Fra 4 settimane siamo scesi a 500 infetti. Sblocchiamo le misure? Teoricamente no, perché quando erano 500 siamo corsi ai ripari. Fra 6 settimane siamo a 40 infetti, sblocchiamo? Nemmeno, questi potrebbero essere fonte di “nuova epidemia”, ecc…fino a 0 (ammesso che si possa arrivare). Se invece sotto una certa “quota” (qualsiasi) si decide di togliere le misure coercitive, qualsiasi numero sia (ad es. 500), questo mostra che quanto intrapreso prima non aveva alcun senso. L’evoluzione della malattia e di quanto intrapreso mostrerà l’assurdità di quanto fatto. Ci si basa su presupposti erronei e si continua con scelte altrettanto erronee e pericolose, a livello sociale, economico su larghissima scala. Non si ha un sistema completamente “chiuso” (sarebbe impossibile) ed anche se questo si potesse ottenere, alla riapertura il mondo esterno sarebbe nella stessa condizione. Oltretutto, da ricordare, basandosi sul fatto che si ammala gravemente fino a morire, solamente la persona anziana e con comorbidità. Gli altri possono essere asintomatici o con pochi sintomi. Una brevissima riflessione quindi di come le misure epidemiologiche siano contro la logica aristotelica e le più elementari regole di epidemiologia: la malattia non nasce dall’Italia – ma viene fatta passare per tale, anche da chi avrebbe tutti gli interessi per difendere la Nazione – il sistema di monitoraggio non ha alcuna utilità (il tasso di infezione reale é ampiamente sottostimato perché parecchie persone sono asintomatiche, si veda il continuo tam-tam mediatico di chi dice: “sono infetto, ma sto bene”) e la presa in carico del problema cercando di chiudere tutto (che é impossibile) senza pensare a come uscire dal problema, dimostra a voler ben pensare ad una ingenuità ed ignoranza magistrale, a pensar male fa pensare invece ad una volontà di voler far affossare l’Italia sul piano sociale, economico e morale.6. Quid prodest?
Questo é il campo più speculativo, su cui non ho dati oggettivi da presentare, anche se ho delle idee personali. Sicuramente ne profittano tanti enti governativi e non, a livello locale come riconosciuti a livello Mondiale, che possono acquisire dei “diritti” ed una Autorità data loro da non si sa bene quale Autorità superiore per cui l’OMS può dettare legge in maniera trans–nazionale.
Per cui i governi possono dire: “non stringetevi le mani”, domani diranno “non vestitevi di giallo” e dopodomani diranno “quando si spegne la musica tutti si devono sedere”… A tal proposito il Consiglio d’Europa (!) ha svolto numerose interrogazioni parlamentari convocando e denunciando l’OMS per sospetto “procurato allarme pandemia”, si veda il documentario video allegato71.
È innegabile il “senso di panico” che viene a generarsi e che, fra l’altro, nasce dall’acquisizione di informazioni mediate da terzi e non immediate. La nostra realtà quotidiana non é esposta ad un pericolo di questo genere, non si vede e non si riscontra niente.
Ma il pericolo fatto percepire da chi “dipende” da questi mezzi per acquisire informazioni é tale che si accetta di non vestirsi di viola, di non andare a trovare i nonni malati, di non trovarsi in più di 4 persone all’esterno (e chi ha una famiglia composta da 5, 6, 7 persone?), di salutarsi con il saluto fascista perché é abolita la stretta di mano. Il tutto soprattutto basato su dati oggettivi citati poc’anzi, che non giustificano per niente tale condotta. Anzi, in realtà generano un pericoloso precedente, perché niente vieta che al prossimo inverno, si prendano i dati veri – quelli che mostrano come l’influenza faccia più morti – e si usino per condizionare ancora di più le persone. Pericolosissimo.
- Perché chiudere le scuole, quando i dati mostrano che i bambini ed i giovani non muoiono di malattia?
- Perché favorire lo stare a casa – spesso con i nonni (che invece possono essere più a rischio, anche se come tutti gli anni) – quando i dati mostrano il contrario?
- Perché bloccare tutto quando i tassi di mortalità sono uguali a quelli della popolazione “non CoVID-19”?
- Perché bloccare tutto e tutti quando chi muore é chi é già ammalato ed ammorbato da 2-3 co- patologie croniche?
- Perché dare l’idea che sia l’Italia l’untrice, quando il virus é già ovunque?
- Perché dichiarare la “pandemia” (e poi favorire la messa in atto di sanzioni, anche di carattere economico), cioè dire che il virus é ovunque, ma allo stesso tempo isolare una zona?
- Perché uno Stato reagisce isolando tutti, mentre gli altri Stati non usano politiche così restrittive?
7. No alla disobbedienza:
A questo vorrei ribadire un concetto estremamente importante. Tutte queste informazioni non hanno alcun intento “rivoluzionario” o di voler stimolare il sovvertimento del normale ordine e della Autorità preposta al controllo ed alla gestione della cosa pubblica, compresa la Sanità. Fin tanto che la Direzione dell’Ospedale intende adottare tali provvedimenti, é nostro compito assolvere a quanto ci viene richiesto e fare in modo che i collaboratori seguano le indicazioni che vengono date.
Allo stesso tempo, é necessario che i dati originali si conoscano, affinché – pur restando nell’obbedienza – si possa iniziare a capire e far capire che le misure intraprese sono non basate su dei dati oggettivi, in attesa che possa cambiare tale situazione. Pertanto, per chi ritiene utile tale documento-bozza, é estremamente importante parlarne e diffondere i link ai dati originali cosi che si possa controbattere conoscendo la verità, la realtà delle cose, senza ideologie.
Faccio un esempio concreto. Questo fine-settimana mentre mi trovavo di guardia come Medico d’Urgenza pre-ospedaliero, vengo contattato da una persona che mi chiede come agire per sua papà di 87 anni, che ha febbre fino a 39°C, con tosse e che attualmente (ipse dixit) “fa fatica a respirare”.
La risposta e la gestione più corretta é stata di mandare un equipaggio sul posto, già provvisto di protezioni DPI come previsto dalla Legge, prendere i parametri e di fronte all’oggettività di una febbre con desaturazione procedere – come al solito, come tutti gli anni, come tutti i giorni, estate come inverno – a somministrare ossigeno, a somministrare paracetamolo endovenoso e a trasferire il paziente in Pronto Soccorso.
Come tutti gli anni, perché il problema c’é sempre. Con l’aggiunta di doversi mascherare “come per carnevale” (e questo va detto e ribadito, calmando e tranquillizzando tutti quanti, perché la realtà é oggettiva ed i dati sono chiari) perché, per quanto non abbia senso e non ci sia alcuna necessità di procedere in questa maniera, pur consci di questo, l’Autorità ha stabilito così.
E per intanto si obbedisce, cercando nei modi e tempi opportuni di mostrare le fonti originali, i dati dell’evoluzione della malattia, con la speranza che l’Autorità – preso atto dell’oggettività dei dati – proceda con il rimuovere tali misure coercitive di diverso grado e natura.
8. Un preoccupazione legittima?
Un dato che deve far riflettere, ma contro il quale le soluzioni adottate non sono comunque utili, é quello che il numero di malati “immediato” appare superiore alle capacità del sistema sanitario di ogni nazione. Questo appare in Italia in parte per l’alto tasso di popolazione con un’età media più elevata che il resto della popolazione delle altre Nazioni72.
Il problema di base – ammesso che esista – dato che come abbiamo visto richiede la Terapia Intensiva il 5% delle persone infettate (in Italia fra il 5-10%) e non si registrano morti fra le persone non ricoverate in Terapia Intensiva (morti che sono pazienti con una età media di vita attorno agli 80 anni, affetti da multiple patologie, ecc…), non ha un legame logico con le misure intraprese.
Alcuni giustificano tali misure con l’idea “di rallentare la diffusione del virus, in modo che il sistema sanitario possa prendersi a carico i malati in maniera adeguata su due-tre mesi”73 ma a) le misure intraprese non sono state intraprese con questa idea (l’idea sarebbe quella di “ridurre i contagi al di sotto di un rapporto 1:2 per eradicare il virus” – strategia dello sradicamento già discussa, di cui abbiamo accennato i limiti importanti in una situazione di diffusione pressoché totale) e b) inoltre non corrispondono ai maggiori dati epidemiologici che abbiamo in corso (faccio riferimento allo studio apparso sul New England Journal of Medicine74 in merito ai dati di Wuan – che fra l’altro appaiono più severi di quelli in Italia), in particolare in merito all’outcome della patologia75. È anche interessante notare come l’uso di misure di quarantena volte al contenimento della malattia, sulla influenza – che ha una modalità di trasmissione analoga a CoVID19, non si sia dimostrata utile per ridurre il picco di malattia76,77.
Vediamo i dati. I pazienti sono stati stratificati in due gruppi: quelli clinicamente severi già al momento della presentazione in Pronto Soccorso (n. 173) e quelli non severi (n. 926); intanto vediamo che clinicamente solo 1/10 dei pazienti presenta sintomi severi fin dall’inizio, mentre la maggior parte non presenta segni per gravità di malattia.
Vediamone l’evoluzione. Fra i pazienti inizialmente valutati come “non severi” il tasso di ricovero in ICU é del 2.4% (cioé 22 pazienti su 926), mentre fra i pazienti severi é del 19.1% (in numeri assoluti, si tratta di 33 pazienti su 173), con un’ospedalizzazione mediana di circa 11 giorni fra i primi e 13 giorni fra i secondi.
Fra coloro che si presentano con sintomi severi fin dall’inizio, la mortalità é dell’8%, mentre fra chi si presenta con sintomi blandi (i 926 del primo gruppo), la mortalità é dello 0.8%. Cioè chi sta molto male muore, chi sta poco male muore poco. E fra i morti si hanno le caratteristiche di cui ai primi punti (anziani, con co-patologie, ecc…), confermato anche dalla popolazione del NEJM. Mortalità globale, mettendo insieme i due gruppi: 1.4%.
Ma chi é più grave all’inizio, muore di più.
Pertanto abbiamo dei 9/10 della popolazione che presenta sintomi blandi, di cui circa il 2.4% va in Terapia Intensiva (22/1099, circa 2%), mentre fra i 173 pazienti già gravi fin da subito il 19.1% entra in Terapia Intensiva (33/1099, circa 3%). Totale 5% fra coloro che sono tali da essere realmente portati in Ospedale (non il 5% degli infetti): 55 pazienti su 1099 pazienti analizzati, circa 500 pazienti su 9000 infettati; questo in una megalopoli come Wuan che conta 11 milioni di abitanti. Non sono cifre eccezionali da indicare una “dilazione nel tempo” dei ricoveri né la presa di misure coercitive come quelle intraprese – fra l’altro inutili e dannose sul piano morale, economico e sociale.
9. Conclusione:
Il nostro compito é quello, dove si é un’Autorità precostituita in campo personale come professionale, di obbligare all’informazione tutti coloro sui quali si ha una responsabilità diretta ed indiretta – sempre attendendosi a quello che Autorità superiori a noi decidono – ma allo stesso tempo diffondendo i dati originali, reali e le fonti cui chiunque possa attingere per rendersi conto che a) il problema principale non é così come lo si dipinge, i dati vanno in un’altra direzione, b) le soluzioni intraprese non saranno mai efficaci, secondo i principi più basici della logica e della epidemiologia.
Sembra che nel 2020 il mondo abbia scoperto che con il freddo ci sono le sindromi para-influenzali, di queste si muoia e che muoia soprattutto la popolazione più anziana e già malata. Come tutti gli anni. A noi il compito di rimanere con i “piedi per terra”, di continuare il nostro lavoro come fatto costantemente tutti gli anni, tutti i giorni, con le normali precauzioni come tutti gli anni, obbedendo a quanto ci viene chiesto ma offrendo a tutti la lettura delle referenze sui dati principali, in particolare:
– Istituto Superiore di Sanità italiano: http://www.iss.it/en/comunicati-stampa – Centro Controllo Mondiale (CDC) delle malattie: www.cdc.gov
– UpToDate (accesso controllato): www.uptodate.comA disposizione per qualsiasi confronto o chiarimento.
Dr.med. Samuele Ceruti
Website: http://manualidimedicina.blogspot.com
LinkedIn: www.linkedin.com/in/samueleceruti
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53 https://www.uptodate.com/contents/avian-influenza-a-h7n9-epidemiology-clinical-manifestations-and-diagnosis? search=influenza%20mortality&topicRef=7006&source=related_link
54 https://www.cdc.gov/flu/weekly/weeklyarchives2019-2020/data/senAllregt09.html 55 https://gis.cdc.gov/grasp/fluview/fluportaldashboard.html
56 World Health Organization (2015) – http://www.who.int/bulletin/volumes/86/6/07-043471/en/
57 https://www.linkedin.com/feed/update/urn:li:activity:6630761183215521792/
58 https://github.com/pcm-dpc/COVID-19/blob/master/schede-riepilogative/regioni/dpc-covid19-ita-scheda-regioni-20200308.pdf 59 https://github.com/pcm-dpc/COVID-19/blob/master/schede-riepilogative/regioni/dpc-covid19-ita-scheda-regioni-20200308.pdf 60 https://www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJMoa2002032?query=featured_home61 www.esicm.org/blog – interview with Dr. Lowell Ling
62 Burghouwt et al., 2003; Burghouwt and de Wit, 2005 63 http://www.ub.edu/graap/intercontinental.pdf
64 https://www.maurizioblondet.it/il-viros-degli-altri/
65 http://www.salute.gov.it/portale/nuovocoronavirus/dettaglioContenutiNuovoCoronavirus.jsp? lingua=italiano&id=5338&area=nuovoCoronavirus&menu=vuoto
66
67 Rose G (1992). The strategy of preventive medicine. Oxford University Press, Oxford
68 Lewis et al. Mastering Public Health. A postgraduate guide to examinations and revalidation. Royal Society of Medicine press. 201469 https://www.bmj.com/about-bmj/resources-readers/publications/epidemiology-uninitiated/11-outbreaks-disease
70 https://samples.jblearning.com/0763728799/28799_CH02_023_060.pdf
71 Youtube: Le pandemie prima del Coronavirus – https://www.youtube.com/watch?v=m6bElTVU_jc
72 https://www.iss.it/en/comunicati-stampa N° 17/2020
73 https://www.tio.ch/ticino/attualita/1423734/cantone-ticinese-contagio-sanita-contagi74 https://www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJMoa2002032?query=featured_home
75 https://www.nejm.org/na101/home/literatum/publisher/mms/journals/content/nejm/0/nejm.ahead-of-print/ nejmoa2002032/20200306/images/img_medium/nejmoa2002032_t3.jpeg
76 https://medium.com/@quinterojs/covid-19-infection-growth-rates-lagged-mortality-rates-and-other-interesting-statistics- ff39f5408a21
77 Thierry Fumeaux – expert opinion (Candidat EMBA IMD, Président SSMI, spécialiste Médecine Interne/Médecine Intensive – Prof titulaire, Médecine Genève)
Il fenomeno di medico se crede in quello che scrive deve dichiarare che sono state ricoverate in terapia intensiva o rianimazione persone che non necessitavano di queste cure. Vediamo se è capace di farlo.
Ripeto, se chi scrive è un medico, è davvero coglione! Ma come cazzo fa a dare sentenze con la situazione che evolge di giorno in giorno scrivendo lui stesso fra l’altro che il problema sono il numero di casi gravi in contemporanea??????? Vuole forse dire che chi lavora in provincia di bergamo dice il falso quando afferma che in una settimana hanno gestito casi pari ad un anno intero negli anni passati?
Ma davvero vi siete rincoglioniti a leggere queste stupidaggini? Grazie al cazzo che fra 6 mesi verranno fuori gli imbecilli di turno a dire che il lock down è stato esagerato! Gente che non è nemmeno capace di pianificare e la sostituzione di una lampadina bruciata! Ma che michia vuole questo medico? Si è dimentica di scrivere come doveva essere gestita questa epidemia! Facendo spallucce sapendo che la selezione naturale avrebbe regolato tutto? Ma questo è un medico sul serio? E’ un COGLIONE! Pure ignorante, molto probabilmente in cerca di visibilità.
Per tua informazione.
Corvo
24/03/2020
Mi domando a cosa serve postare. Ci sono blog, Francesca e Walter che fanno pubblicità ideologica, posti e meglio se dai ragione a loro. Che postano al 95% siamo in quattro e non usiamo lo spazio per un confronto ma per scopi vetrinistici, confermare l’esistenza dell’IO. Uno poi ripete sempre le stesse cose e argomenti finalizzati screditare polemicamente una persona con falsità e provocazioni. Non capisco più la funzione che hanno i blog OT.
Per tua informazione.
Michele Bastanzetti
24/03/2020
Sempre a proposito di giochi da fermare, quando è che la Redazione bloccherà i deliri che pubblica la blogger Salvador? sarà anche vero che li leggon in pochissimi ma in momenti cosí tragici per il mondo perché tollerare certi sberleffi non dico alla scienza ma perfino ad un minimo di razionalità e serietà e responsabilità ?