La Gran Bretagna e l’Unione Europea
Mentre si avvicinano le elezioni europee, fissate per il 26 maggio 2019, si stagliano sulla scena politica due iniziative di portata storica: la Brexit e l’incontro istituzionale, avvenuto ieri in Francia.
Ma andiamo con ordine, partendo dalla Gran Bretagna, che entrò nella Comunità Economica Europea (CEE) il 1 gennaio 1973 assieme alla Danimarca e all’Irlanda. Fu un evento storico: i tre Paesi si affiancavano ai sei Soci fondatori: Francia, Germania, Italia, Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo.
L’ingresso ufficiale del Regno Unito fu firmato dal capo del governo dell’epoca, il conservatore Hedward Heath.
Due anni dopo, nel 1975, Heath perdette le elezioni.
Il partito laburista con il leader Harold Wilson promosse un referendum sulla permanenza del Regno Unito nella Comunità Europea e il voto del 26 aprile 1975 fu favorevole al remain, con una maggioranza del 62% a favore, tra cui si era segnalata la nuova leader dell’opposizione, quella che diverrà famosa con l’epiteto di “la Signora di ferro”, ossia Margaret Thatcher.
Il 1 novembre 1993 con il trattato di Maastricht la vecchia CEE si trasformava in Unione Europea.
Il difficile rapporto fra Europa e Gran Bretagna, a cavallo del 2000, fece scoppiare diverse tensioni tra il leader Tony Blair e il suo Cancelliere dello scacchiere, Gordon Broun.
Queste informazioni preliminari in qualche modo colgono la realtà britannica ancora in grande tensione.
Questa breve cronistoria aiuta a capire meglio anche la situazione di oggi sulla Brexit, alla vigilia delle prossime elezioni europee.
Si vive alla giornata, anche se la Commissione Europea appare decisa a chiudere la partita definitivamente, per evitare che le libere elezioni negli altri 27 Paesi possano essere inficiate da problemi giuridici, di difficile soluzione.
La presenza di molti italiani in Gran Bretagna e, in modo particolare a Londra, rende questo problema europeo ancora più spinoso per il nostro Paese, non soltanto dal punto di vista sociale, ma anche economico.
In tutta l’operazione, almeno finora, è Teresa May la grande sconfitta, anche se non esiste ancora il vincitore pro tempore della complicata situazione.
Ciò che avviene in Gran Bretagna, comunque, sicuramente è un monito per tutti gli altri Paesi, e quindi anche per l’Italia, dove esistono anche i fautori dell’uscita dalla U.E.
Il secondo problema, sopra accennato, riguarda l’incontro istituzionale tra il Presidente cinese e il Presidente della Commissione Junker, il Presidente francese Macron e la Cancelliera Merkel. E’ stato uno smacco politico: l’ Italia, il terzo Paese fondatore della CEE, non è stato neppure invitato!
Politicamente è uno schiaffo all’Italia e ciascun cittadino italiano ha il diritto di capire perché si è arrivati a tanto e chi siano gli autori/promotori di questa figuraccia!
Pietro Panzarino