Solo per precisare che il mio post cui sopra da lei chiosato si riferisce, tanto per non prendere “da matto o iroso” ad una risposta dello stesso Bastanzetti ad altro mio dove davo dea dati sui quali ragionare. I post sono leggibili nell’articolo OT “Vittorio nuova vita ex Carnielli…” che riporto: ” Lei Walteri Cadorin (WC) craxiano è di quella fallimentare scuola di politica che (oltre tangentopoli…) bada alla visibilità ma non alla sostanza ed alla responsabilità intergenerazionale. Acquedotto e fogne -ciclo rifiuti in genere- dovrebbero essere la priorità per ogni società civile. La vostra generazione ha gettato i semi dell’ attuale marasma italiano”
Furioso Bastanzetti infuriato fa errori di ortografia in italiano e in inglese. Che furioso Bastanzetti infuriato faccia errori anche nella sua lingua madre, il cenedese?
I COBRA A VITTORIO VENETO. Oggi Treviso ha scritto una nota su Enrico Battistella e il Quindicinale lo intervisterà. Enrico Battistella è un amico e vero conoscitore dei cobra. Vinicio Corrent, credo sia ora di fare il video IL CACCIATORE DI COBRA E IL COBRA.
Furioso Bastanzetti infuriato non solo fa errori di ortografia in italiano, ma anche in inglese. Chissà cosa pensa furioso Bastanzetti infuriato della blogger Francesca Salvador che metaforicamente lo prende a calcioni in culo, lo cancella, di blogger Walter de Iulis che lo cancella e gli da del troll, del commentatore Denisio che lo chiama Bar-zelletti, di Walter Cadorin che lo critica a sangue e di tutti coloro, moltissimi, che non lo cagano? E’ normale che furioso Bastanzetti sia infuriato e sbagli l’ortografia.
Oho… vedo sempre una immancabile sfida Cecchini vs Bastanzetti. Tutto cambia per restare sempre uguale in Italia. Il solito “tirare a campare” come ha scritto ieri Scalfari su Repubblica. O almeno così va dalle mie parti…
Di Mario Marangon,
mi ricordo:
la sua descrizione di persone del P.C.I. in occasione della morte del compagno Donazzon.
l’ aver dato della faccia da culo alla segretaria provinciale del PD per aver espresso solidarietà a un lavoratore.
l’aver postato un fotomontggio, diciamo porno, con l’immagine di Bersani.
Tutto documentato.
Felicissimo che sia entrato nel mio blog. Non sa quanto ho cercato di promuovere la discussione per evitare che si riduca ai soliti due…Spero che anche altri seguano il suo esempio.
Grande Vinicio! dopo tanti sforzi per promuovere la discussione hai ben tre commentatori in pagina di cui uno, lo squinternato Cecchini, è un puro hater (odiatore). Continua cussì che diveneterai un vero influenZer…
Lungi da me influenzare in quel senso, invece sono contento di creare un simposio virtuale. Per ora siamo pochi e nemmeno tutti “buoni”, ma ci proviamo dai…
Corvo
23/07/2019
Vinicio se interessa e per uscire dal locale e un po’ di politica estera a cui pochi danno intenzione ma influisce sulle politche interne degli Stati
Pillole quotidiani oggi.
1-L’Italia vista dagli altri. Salvini preferisce la propaganda a una soluzione europea per la redistribuzione dei migranti Il foglio
2- Carlo Nordio ex PM Venezia: “Nelle intercettazioni russe non c’è nulla contro Matteo Salvini” Libero
3- Scuole coraniche da incubo dove i bimbi vengono sfruttati. In Senegal i bambini vengono affidati agli insegnamenti di un maestro che li costringe a elemosinare e li picchia. Il Giornale
4. Governo alla trattativa finale “Siamo nelle mani di Dio”
Autonomia, Russiagate e Sicurezza bis: i gialloverdi decideranno se proseguire. E Salvini si affida al cielo. Il Giornale
5- La rassegna stampa internazionale sui principali fatti che riguardano da vicino il nostro paese. Salvini diserta incontro di Parigi su redistribuzione migranti Il Foglio
6- Sciopero dei trasporti, Toninelli: “Revocatelo”. Ma sindacati si oppongono
Il ministro Toninelli, appoggiato dal Codacons, chiede il rinvio dello sciopero previsto per il 24 e il 26 luglio. I sindacati: “Non ci sono le condizioni” Il Giornale
7- Il mistero del Jet atterrato in Tunisia: è delle forse militari di Haftar.Prima un rimpallo di accuse, poi la conferma dell’identità del pilota e dell’aviazione di appartenenza, infine l’accertamento secondo cui l’aereo in questione sarebbe carico di armi: sono ore di tensione nei pressi del confine libico – tunisino a seguito di un velivolo militare che nel primo pomeriggio di questo lunedì atterra in una località del sud della Tunisia creando un potenziale incidente diplomatico.Il Giornale
1. DA CHI SARÀ FREQUENTATO UN APPARTAMENTO DI CORSO EUROPA A MILANO? DICONO CHE DUE COPPIE DI REGIONE LOMBARDIA CON ENORME POTERE SI RITROVINO A CENA E POI PER DOPOCENA HOT.
CHISSÀ CHE SCANDALO SE QUALCUNO FOSSE IN POSSESSO DI QUALCHE VIDEO…
2. DOVE È FINITA LA FAMOSA INCHIESTA CHE SI DOVEVA SCHIANTARE SU REGIONE LOMBARDIA? SI ASPETTANO LE PROSSIME ELEZIONI, SE SALVINI SI DECIDERÀ A SFASCIARE TUTTO? CHISSÀ…
3. L’ALTRA SERA, A TARDA NOTTE, È STATO VISTO SCENDERE DA UN APPARTAMENTO DI CORSO COMO UN NOTO IMPRENDITORE MILANESE TUTTO SCARMIGLIATO, STANCO. PARE CHE…
– Da chi sarà frequentato un certo appartamento del centralissimo corso Europa a Milano? Dicono che due coppie di Regione Lombardia dotate di enorme potere si ritrovino a cena e poi per dopocena bollenti. Chissà che scandalo se qualcuno fosse in possesso di qualche video…
– Le tresche al Pirellone ormai sono palesi! L’assessora si ama con il consigliere, e tutto si tinge di rosa-gossip. Anche le richieste di rimpasto.
– Ehi, non dite a Matteo Salvini che gli ex bossiani, gli uomini di Grimoldi, stanno dando l’assalto alla giunta regionale lombarda. Il bello è che lo stanno facendo anche alle spalle del segretario lumbard Grimoldi… Il quale non sarà contento perché così Salvini potrà silurarlo senza colpo ferire.
– Ma dove è finita la famosa inchiesta che si doveva schiantare su Regione Lombardia? Si aspettano le prossime elezioni, se Salvini si deciderà a sfasciare tutto? Chissà.
– Ormai è un appuntamento irrinunciabile per la politica meneghina: DN2019 si terrà a fine ottobre. La volta scorsa erano arrivati Salvini, Buffagni e tanti altri. Chissà che il premier Conte non voglia approfittare per provare a “coltivare” un po’ il nord…
– Milano avrà pure battuto Stoccolma, ma non è sempre così. L’altra sera, a tarda notte, è stato infatti visto scendere da un appartamento di Corso Como un noto imprenditore milanese tutto scarmigliato, decisamente stanco. Pare che quell’appartamento ospiti una signorina di nome Brigitte, svedese e biondissima, che lo ha… “distrutto”.
Berto Evitandolo per Dagospia 24.7.2019 http://www.dagospia.com
Mamma mia, quanti argomenti!!! Caro Corvo, li proponga anche agli altri miei colleghi blogger perché io ne ho anche parecchi dei miei da evadere.
Corvo
24/07/2019
Caro Vinicio ha ragione. Ho ecceduto, Può cortesemente cancellarre i miei due post ? Grazie.
Vinicio Corrent
24/07/2019
A me non danno fastidio e poi non ha offeso nessuno. Posso lasciarli, tranquillo…
Francesco Cecchini
24/07/2019
Giusto comico Vinicio Corrent!!! A mio avviso il video IL FURIOSO BASTANZETTI E IL COBRA DELLA COLLINA MONTE ALTARE è più adatto alle sue notevoli capacità.
Vinicio Corrent
24/07/2019
Ci vada lei nel monte Altare e accenda un cero sperando di acquisire più ragionevolezza!!!
Francesco Cecchini
25/07/2019
Vinicio Corrent
24/07/2019
Ci vada lei nel monte Altare e accenda un cero sperando di acquisire più ragionevolezza!!!
Monte Altare? Corrent, non mi dica che anche lei come Bastanzetti crede che la collina monte Altare sia una vetta delle Dolomite?
Furioso Bastanzetti del SAC è talmente furioso da commettere errori di ortografia: SANNI AL POSTO DI SANNO!!! Non è da lui che in Oggi Treviso corregge gli errori di ortografia, BASTANZETTI DEL SAC ORTOGRAFO!!!
Bastanzetti, il neo Orlando Furioso!!! O meglio IL SAC FURIOSO!!! Vinicio Corrent quando lo scritturerà per il video IL BASTANZETTI DEL SAC E IL COBRA DELLA COLLINA MONTE ALTARE? Almeno il Bastanzetti del SAC penserà che qualcuno lo caga e, magari, si calmerà.
Guardi Corrent che suoi colleghi blogger come Mozzato sanni facilmente bloccare il molestatore Cecchini, sempre fuori tema, disinformato e vanamente accecato d’odio contro di me. Perché lei invece lo lascia fare? questa non è difesa della libertà d’opinione ma favoreggiamento di uno stalker squinternato, già sociologia a Trento ai tempi di Curcio…
Vinicio Corrent, sulla storia della Resistenza in Cansiglio e dintorni hanno scritto storici come Paolo Brescacin. Poi c’è quel SAC del Bastanzetti del SAC, che bastanzetta come su tutto. E’ un bastanzettatore seriale, per quello che a Vittorio Veneto o non lo cagano o lo “lodano”. Il commentatore Denisio lo chiama Bar-Zelletti; il commentatore Walter Cadorin ha scritto sul Bastanzetti del SAC una nota che sembra diretta alla Guardia di Finanza, se la Guardia di Finanza legge Oggi Treviso o qualcuno lo indica alla Guardia di Finanza.
VITTORINO PIANCA; Quella che viene solitamente denominata la colonna tedesca del Menarè in realtà era un segmento di una più grande colonna motorizzata proveniente da Cittadella in provincia di Padova e diretta a Nord. Era costituita da migliaia di automezzi tra autocarri, camion, blindati vari, ed era formata da più di diecimila uomini appartenenti a vari contingenti della Werhmacht, Luftwaffe, Waffens SS, Ordnung Polizei (Polizia d’Ordine) e paracadutisti. In particolare era guidata dal colonnello Walter Gericke, che firmerà la resa della colonna del Menarè, e dal generale Von Kamptz, capo della polizia germanica in Italia, secondo solo a Wolff.. Va ricordato che alla colonna si aggiunse nel tardo pomeriggio del 28 aprile anche la gran parte del Battaglione M “IX Settembre”, forte di 180 uomini circa più automezzi e blindati (…) Molti di questi militari della colonna erano soldati stanchi, privi di ogni velleità di lotta, mossi solamente dal desiderio di tornare a casa. Ma molte truppe, come per esempio i Fallschirmjaeger di Gericke, erano reparti d’elite, armati fino ai denti e disposti a combattere fin all’ultimo uomo per tornare salvi a casa. Lo prova il fatto che nella ritirata altre unità tedesche appartenenti a queste formazioni seminarono lutti e devastazioni in Provincia, bruciando case e catturando ostaggi che venivano poi messi in testa alla colonna stessa per impedire ai partigiani di attaccare. Cosa facesse questa colonna tedesca in transito nel Vittoriese non è molto chiaro. Forse inizialmente aveva ricevuto l’ordine di attestarsi lungo il Piave, dove fin dall’inverno 1944 i nazisti si erano affannati a costruire e rafforzare una linea di retroguardia atta a consentire un ripiegamento ordinato alle loro truppe in ritirata e nello stesso tempo capace di contrastare validamente gli Alleati. Perché i tedeschi avessero poi cambiato idea, cosa li avesse convinti a costeggiare il Piave senza
arroccarsi a difesa lungo le sue rive, perchè si siano diretti precipitosamente verso Nord, in direzione dei tre passi ancora non controllati dagli americani: Dobbiaco-San Candido, Tarvisio-Coccau e Tolmezzo-Monte Croce Carnico, non è chiaro … Forse la decisione fu determinata da ordini superiori, dalla difficoltà di guadare un fiume imprevedibile, oppure dal caos del momento. Non è escluso che abbia influito sul comportamento tedesco anche un fattore per così dire “mediatico”, fatto circolare ad arte dalla Divisione “Nannetti”, e cioè che i partigiani erano già attestati lungo le fortificazioni predisposte sul Piave pronti a contrastare duramente i tedeschi in ritirata. Fatto sta che quando la colonna tedesca si avventurò la mattina del 29 aprile 1945 lungo il Menarè, cioè su quel tratto della Statale n. 51 di Alemagna lungo circa sette chilometri che ha origine ai Gai e collega il Coneglianese a Vittorio Veneto, ebbe la sgradita sorpresa di non poter continuare oltre. La sede stradale era ostruita da tronchi di platani che erano stati tagliati dai partigiani del Gruppo Brigate “Vittorio Vento” con l’aiuto della popolazione locale. Dai blindati e dai mezzi corazzati della colonna scesero tedeschi e fascisti per liberare la sede stradale. Quando la rimozione era pressoché ultimata e mancavano solo gli ultimi due platani davanti alla chiesetta dei Santi Fermo e Rustico, intervennero i partigiani del “Vittorio Veneto” a sbarrare la strada. con il fuoco delle mitragliatrici Breda 37, dei piat e di qualche fucilone anticarro da 40 mm. di una squadra posizionata in prossimità del cimitero di San Giacomo. Dopo i primi scontri i tedeschi, vista l’impossibilità di proseguire senza sacrificio di vite umane in una guerra orami prossima alla conclusione e ignari soprattutto della reale consistenza delle forze partigiane, chiesero di parlamentare. Le trattative si svolsero alle ore 11.00 presso l’abitazione del signor Ettore De Vido, ora negozio di pellicceria della famiglia Buosi, alla presenza del comandante GioBatta Bitto “Pagnoca” e del commissario Attilio Tonon “Bianco” per i partigiani, del colonnello Walter Gericke per i tedeschi e di un abitante del luogo, Agostino De Spirt, marmista, figlio di emigrati in Germania e buon conoscitore del tedesco, in qualità appunto di interprete. Tuttavia non portarono a nulla di fatto. I tedeschi stavano per riprendere l’offensiva quando arrivò l’aviazione alleata che si avventò sulla Colonna, costringendola alla resa. Fu un bombardamento che durò ininterrottamente per una decina di ore, distruggendo tutti i veicoli e non risparmiando anche gli edifici e le popolazioni attigue che per l’occasione sfollarono sulle
colline circostanti . Alla fine però gli alleati ebbero ragioni dei nemici. Dispersi a gruppi nelle campagne circostanti, provati psicologicamente dal bombardamento, i tedeschi capitolarono alle ore 10 del 30 aprile 1945. Finiva così la guerra anche nel Vittoriese. Le spoglie di tale colonna, incluse numerose cassette di valuta e opere d’arte, vennero depredate nottetempo dalla popolazioni locali, e fecero la fortuna di molti che dal nulla diventarono affermati imprenditori negli anni del dopoguerra.
L’ORO DEI TEDESCHI PERSO NEL MENARE’
Un libro svela l’origine della fortuna di diversi imprenditori tra Vittorio e Conegliano
Vittorio Veneto – Un tesoro trasportato e perso dai nazisti mentre percorrevano la statale Alemagna sul finire della seconda guerra mondiale avrebbe permesso il nascere e il prosperare di diverse fabbriche tra il vittoriese e il coneglianese. E’ la storia della “colonna d’oro del Menarè”: una Colonna tedesca che transitò a fine aprile 1945 sul rettifilo del Menarè e venne bombardata dagli Alleati a più riprese. Le spoglie di tale colonna, incluse numerose cassette di valuta e opere d’arte, furono depredate nottetempo dalle popolazioni locali, e fecero la fortuna di molti che dal nulla diventarono affermati imprenditori negli anni del dopoguerra.
Si trattava di un numero imprecisato di casse blindate portavalori, piene di banconote, gioielli e oro: un vero tesoro che cambiò la vita a molti.
Un episodio sul quale fu imposto il silenzio dagli stessi protagonisti della vicenda. Ma sulla fine che hanno fatto quei soldi e quei preziosi ha voluto far luce lo storico vittoriese Pier Paolo Brescacin.
Dalla leggenda alla storia: Brescacin ha raccolto testimonianze sui fatti accaduti in quel tratto dell’Alemagna tra Vittorio Veneto e Conegliano nel 29 aprile ’45, l’ultimo scontro a fuoco che segnò il vittoriese nel corso della seconda guerra mondiale, e soprattutto su quello che avvenne in seguito per la spartizione del bottino. Dalla sua ricerca è uscito “la Colonna d’oro del Menarè”, appena pubblicato dall’ISREV per la collana “Quaderni vittoriesi”.
Il volume narra la storia di quella colonna dell’esercito tedesco e della fine che fece il tesoro dei nazisti, che, secondo lo storico, oggi varrebbe 13 milioni di euro.
La ringrazio davvero per aver dato queste importanti informazioni. Complimenti allo storico Brescacin il cui libro sicuramente leggerò e spero che anche molti altri faranno. Da questa indagine emergono seri dubbi sulle tanto decantate lodi del.talemto.imprenditoriale veneto.
Mentre Paolo Brescacin è un bravo storico, ultimamente ha scritto ASSALTO AL CANSIGLIO, il Michele Bastanzetti del SAC è solo un SAC. Comunque per un video sul cobra della collina Monte Altare, pur anzianotto e quasi pelato, andrebbe bene.
Caro Vinicio, mi sta bene la “bannatazione” fatta. Sul Tesoro del Menarè. di storie ne ho sentite. Nomi di diventati industriali, bene almeno sono serviti anche alla Comunità, per quel tesoro, non ne sono mai stati fatti.Oggi prende luce una indicazione più precisa e ideologica la “Nanetti” ma niente nomi specifici. Si butta il sasso insomma. .. a fini goliardici. La Storia è altro e interpretare situazioni vissute e non vissute porta, guarda caso, a pagine diverse fra le stesse associazioni partigiane. E interventi quì.con Cecchini serio che riporta fonti. Il bello è che tutti pensano di avere la verità in tasca.
Corvo Rosso, la guerra di liberazione in Cansiglio come in tutta Italia non è stato un pranzo di gala. Comunque il Cansiglio è stato raccontato da chi l’ha vissuto e da storici come Brescacin, per cui non è difficile avere un’idea di cosa è stato.
Vinicio Corrent
23/07/2019
Certo, a più di 50 anni dalla fine del conflitto è facile cadere nelle rivisitazioni o peggio nella fantastoria, ma che per molti anni siano state negate certe barbarie come quella delle foibe è davvero grave.
Francesco Cecchini
23/07/2019
E sugli infoibamenti il triste brevetto non è slavo, ma italiano, come si evince da una canzoncina in voga fra gli squadristi, che già negli anni Venti solevano gettarvi chi, fra i croati, aveva la pretesa, per esempio, di parlare nella lingua materna:
A Pola xe l’Arena
la Foiba xe a Pisin:
che i buta zo in quel fondo
chi ga certo morbin.
(A Pola c’è l’Arena,
a Pisino c’è la Foiba:
in quell’abisso vien gettato
chi ha certi pruriti).
Michele Bastanzetti
20/07/2019
Lei Cecchini è così intellettualmente disonesto da non esitare a manipolare la storia, omettendone particolari fondamentali perché disturbano la sua fede politica estremistica. “Studi” a Trento ai tempi dii Curcio eh?
Siccome Cecchini, fuori tema, mente ancora e visto che non viene cancellato ricordiamo che non è vero per niente che la guerra nel vittoriese fini il 30 Aprile. Seguirono i giorni delle vendette sommarie contro i vinti, veri e propri eccidi. E basti dire che solo il 15 maggio 1945, dopo deciso impulso del Comando Alleato, il Comando della Nannetti (partigiani) decretò la sospensione della “Legge della montagna” , che consentiva ai resistenti di passare per le armi, senza processo ogni fascista o collaborazionista catturato. Ma è meglio che la finiamo qui, Corrent, che stiamo andando sul pesante. Saluti.
Sappiamo bene che le violenze e le vendette personali sono continuate almeno fino al 1947 soprattutto nell’Italia settentrionale. Quello che sorprende è che la storiografia ufficiale non l’ha mai ammesso, così come non ha mai menzionato il termine foibe. Abbiamo dovuto aspettare Pansa che è un giornalista e non uno storico di professione per sentire questa versione della storia. Roba da matti!!!
Ha citato certi gaglioffi delle banche (popolari venete… venete..non romane..) ma che dire dei disgraziati del Mòse, incluso il “doge” padovan? Altro che il mite ed elegante carbonaz, son quelli i veri disgustosi serpenti !
Ps: Corrent, la sa la storia della Colonna d’oro del Menaré e dei soldi interrati nelle damigiane?
A proposito del doge “padovani”, la colpa è anche dei Veneti che lo hanno votato per decenni e senza fiatare. Non conosco la storia del Menarė ma sarei curioso di sentirla. Magari potrebbe raccontarmela.
Il Cecchini nel breve sunto-plagio che le ha sopra esposto sulla colonna del Menaré, ha guardacaso omesso responsabilità e compartecipazione dei partigiani della Nannetti nel saccheggio.
Solo per precisare che il mio post cui sopra da lei chiosato si riferisce, tanto per non prendere “da matto o iroso” ad una risposta dello stesso Bastanzetti ad altro mio dove davo dea dati sui quali ragionare. I post sono leggibili nell’articolo OT “Vittorio nuova vita ex Carnielli…” che riporto: ” Lei Walteri Cadorin (WC) craxiano è di quella fallimentare scuola di politica che (oltre tangentopoli…) bada alla visibilità ma non alla sostanza ed alla responsabilità intergenerazionale. Acquedotto e fogne -ciclo rifiuti in genere- dovrebbero essere la priorità per ogni società civile. La vostra generazione ha gettato i semi dell’ attuale marasma italiano”
Furioso Bastanzetti infuriato fa errori di ortografia in italiano e in inglese. Che furioso Bastanzetti infuriato faccia errori anche nella sua lingua madre, il cenedese?
I COBRA A VITTORIO VENETO. Oggi Treviso ha scritto una nota su Enrico Battistella e il Quindicinale lo intervisterà. Enrico Battistella è un amico e vero conoscitore dei cobra. Vinicio Corrent, credo sia ora di fare il video IL CACCIATORE DI COBRA E IL COBRA.
FURIOSO BASTANZETTI INFURIATO E L’ORTOGRAFIA INGLESE. Non si scrive influenZer, ma influencer.
Furioso Bastanzetti infuriato non solo fa errori di ortografia in italiano, ma anche in inglese. Chissà cosa pensa furioso Bastanzetti infuriato della blogger Francesca Salvador che metaforicamente lo prende a calcioni in culo, lo cancella, di blogger Walter de Iulis che lo cancella e gli da del troll, del commentatore Denisio che lo chiama Bar-zelletti, di Walter Cadorin che lo critica a sangue e di tutti coloro, moltissimi, che non lo cagano? E’ normale che furioso Bastanzetti sia infuriato e sbagli l’ortografia.
Oho… vedo sempre una immancabile sfida Cecchini vs Bastanzetti. Tutto cambia per restare sempre uguale in Italia. Il solito “tirare a campare” come ha scritto ieri Scalfari su Repubblica. O almeno così va dalle mie parti…
Di Mario Marangon,
mi ricordo:
la sua descrizione di persone del P.C.I. in occasione della morte del compagno Donazzon.
l’ aver dato della faccia da culo alla segretaria provinciale del PD per aver espresso solidarietà a un lavoratore.
l’aver postato un fotomontggio, diciamo porno, con l’immagine di Bersani.
Tutto documentato.
Felicissimo che sia entrato nel mio blog. Non sa quanto ho cercato di promuovere la discussione per evitare che si riduca ai soliti due…Spero che anche altri seguano il suo esempio.
Grande Vinicio! dopo tanti sforzi per promuovere la discussione hai ben tre commentatori in pagina di cui uno, lo squinternato Cecchini, è un puro hater (odiatore). Continua cussì che diveneterai un vero influenZer…
…che sarìe un che tàca l’influenZa…
Lungi da me influenzare in quel senso, invece sono contento di creare un simposio virtuale. Per ora siamo pochi e nemmeno tutti “buoni”, ma ci proviamo dai…
Vinicio se interessa e per uscire dal locale e un po’ di politica estera a cui pochi danno intenzione ma influisce sulle politche interne degli Stati
Pillole quotidiani oggi.
1-L’Italia vista dagli altri. Salvini preferisce la propaganda a una soluzione europea per la redistribuzione dei migranti Il foglio
2- Carlo Nordio ex PM Venezia: “Nelle intercettazioni russe non c’è nulla contro Matteo Salvini” Libero
3- Scuole coraniche da incubo dove i bimbi vengono sfruttati. In Senegal i bambini vengono affidati agli insegnamenti di un maestro che li costringe a elemosinare e li picchia. Il Giornale
4. Governo alla trattativa finale “Siamo nelle mani di Dio”
Autonomia, Russiagate e Sicurezza bis: i gialloverdi decideranno se proseguire. E Salvini si affida al cielo. Il Giornale
5- La rassegna stampa internazionale sui principali fatti che riguardano da vicino il nostro paese. Salvini diserta incontro di Parigi su redistribuzione migranti Il Foglio
6- Sciopero dei trasporti, Toninelli: “Revocatelo”. Ma sindacati si oppongono
Il ministro Toninelli, appoggiato dal Codacons, chiede il rinvio dello sciopero previsto per il 24 e il 26 luglio. I sindacati: “Non ci sono le condizioni” Il Giornale
7- Il mistero del Jet atterrato in Tunisia: è delle forse militari di Haftar.Prima un rimpallo di accuse, poi la conferma dell’identità del pilota e dell’aviazione di appartenenza, infine l’accertamento secondo cui l’aereo in questione sarebbe carico di armi: sono ore di tensione nei pressi del confine libico – tunisino a seguito di un velivolo militare che nel primo pomeriggio di questo lunedì atterra in una località del sud della Tunisia creando un potenziale incidente diplomatico.Il Giornale
Un nutrito menù di notizie, la ringrazio.
1. DA CHI SARÀ FREQUENTATO UN APPARTAMENTO DI CORSO EUROPA A MILANO? DICONO CHE DUE COPPIE DI REGIONE LOMBARDIA CON ENORME POTERE SI RITROVINO A CENA E POI PER DOPOCENA HOT.
CHISSÀ CHE SCANDALO SE QUALCUNO FOSSE IN POSSESSO DI QUALCHE VIDEO…
2. DOVE È FINITA LA FAMOSA INCHIESTA CHE SI DOVEVA SCHIANTARE SU REGIONE LOMBARDIA? SI ASPETTANO LE PROSSIME ELEZIONI, SE SALVINI SI DECIDERÀ A SFASCIARE TUTTO? CHISSÀ…
3. L’ALTRA SERA, A TARDA NOTTE, È STATO VISTO SCENDERE DA UN APPARTAMENTO DI CORSO COMO UN NOTO IMPRENDITORE MILANESE TUTTO SCARMIGLIATO, STANCO. PARE CHE…
– Da chi sarà frequentato un certo appartamento del centralissimo corso Europa a Milano? Dicono che due coppie di Regione Lombardia dotate di enorme potere si ritrovino a cena e poi per dopocena bollenti. Chissà che scandalo se qualcuno fosse in possesso di qualche video…
– Le tresche al Pirellone ormai sono palesi! L’assessora si ama con il consigliere, e tutto si tinge di rosa-gossip. Anche le richieste di rimpasto.
– Ehi, non dite a Matteo Salvini che gli ex bossiani, gli uomini di Grimoldi, stanno dando l’assalto alla giunta regionale lombarda. Il bello è che lo stanno facendo anche alle spalle del segretario lumbard Grimoldi… Il quale non sarà contento perché così Salvini potrà silurarlo senza colpo ferire.
– Ma dove è finita la famosa inchiesta che si doveva schiantare su Regione Lombardia? Si aspettano le prossime elezioni, se Salvini si deciderà a sfasciare tutto? Chissà.
– Ormai è un appuntamento irrinunciabile per la politica meneghina: DN2019 si terrà a fine ottobre. La volta scorsa erano arrivati Salvini, Buffagni e tanti altri. Chissà che il premier Conte non voglia approfittare per provare a “coltivare” un po’ il nord…
– Milano avrà pure battuto Stoccolma, ma non è sempre così. L’altra sera, a tarda notte, è stato infatti visto scendere da un appartamento di Corso Como un noto imprenditore milanese tutto scarmigliato, decisamente stanco. Pare che quell’appartamento ospiti una signorina di nome Brigitte, svedese e biondissima, che lo ha… “distrutto”.
Berto Evitandolo per Dagospia 24.7.2019 http://www.dagospia.com
Mamma mia, quanti argomenti!!! Caro Corvo, li proponga anche agli altri miei colleghi blogger perché io ne ho anche parecchi dei miei da evadere.
Caro Vinicio ha ragione. Ho ecceduto, Può cortesemente cancellarre i miei due post ? Grazie.
A me non danno fastidio e poi non ha offeso nessuno. Posso lasciarli, tranquillo…
Giusto comico Vinicio Corrent!!! A mio avviso il video IL FURIOSO BASTANZETTI E IL COBRA DELLA COLLINA MONTE ALTARE è più adatto alle sue notevoli capacità.
Ci vada lei nel monte Altare e accenda un cero sperando di acquisire più ragionevolezza!!!
Vinicio Corrent
24/07/2019
Ci vada lei nel monte Altare e accenda un cero sperando di acquisire più ragionevolezza!!!
Monte Altare? Corrent, non mi dica che anche lei come Bastanzetti crede che la collina monte Altare sia una vetta delle Dolomite?
IL BASTANZETTI FURIOSO TROVERA’ IL SUO ARIOSTO?
Furioso Bastanzetti del SAC è talmente furioso da commettere errori di ortografia: SANNI AL POSTO DI SANNO!!! Non è da lui che in Oggi Treviso corregge gli errori di ortografia, BASTANZETTI DEL SAC ORTOGRAFO!!!
Bastanzetti, il neo Orlando Furioso!!! O meglio IL SAC FURIOSO!!! Vinicio Corrent quando lo scritturerà per il video IL BASTANZETTI DEL SAC E IL COBRA DELLA COLLINA MONTE ALTARE? Almeno il Bastanzetti del SAC penserà che qualcuno lo caga e, magari, si calmerà.
Guardi Corrent che suoi colleghi blogger come Mozzato sanni facilmente bloccare il molestatore Cecchini, sempre fuori tema, disinformato e vanamente accecato d’odio contro di me. Perché lei invece lo lascia fare? questa non è difesa della libertà d’opinione ma favoreggiamento di uno stalker squinternato, già sociologia a Trento ai tempi di Curcio…
Vinicio Corrent, sulla storia della Resistenza in Cansiglio e dintorni hanno scritto storici come Paolo Brescacin. Poi c’è quel SAC del Bastanzetti del SAC, che bastanzetta come su tutto. E’ un bastanzettatore seriale, per quello che a Vittorio Veneto o non lo cagano o lo “lodano”. Il commentatore Denisio lo chiama Bar-Zelletti; il commentatore Walter Cadorin ha scritto sul Bastanzetti del SAC una nota che sembra diretta alla Guardia di Finanza, se la Guardia di Finanza legge Oggi Treviso o qualcuno lo indica alla Guardia di Finanza.
VITTORINO PIANCA; Quella che viene solitamente denominata la colonna tedesca del Menarè in realtà era un segmento di una più grande colonna motorizzata proveniente da Cittadella in provincia di Padova e diretta a Nord. Era costituita da migliaia di automezzi tra autocarri, camion, blindati vari, ed era formata da più di diecimila uomini appartenenti a vari contingenti della Werhmacht, Luftwaffe, Waffens SS, Ordnung Polizei (Polizia d’Ordine) e paracadutisti. In particolare era guidata dal colonnello Walter Gericke, che firmerà la resa della colonna del Menarè, e dal generale Von Kamptz, capo della polizia germanica in Italia, secondo solo a Wolff.. Va ricordato che alla colonna si aggiunse nel tardo pomeriggio del 28 aprile anche la gran parte del Battaglione M “IX Settembre”, forte di 180 uomini circa più automezzi e blindati (…) Molti di questi militari della colonna erano soldati stanchi, privi di ogni velleità di lotta, mossi solamente dal desiderio di tornare a casa. Ma molte truppe, come per esempio i Fallschirmjaeger di Gericke, erano reparti d’elite, armati fino ai denti e disposti a combattere fin all’ultimo uomo per tornare salvi a casa. Lo prova il fatto che nella ritirata altre unità tedesche appartenenti a queste formazioni seminarono lutti e devastazioni in Provincia, bruciando case e catturando ostaggi che venivano poi messi in testa alla colonna stessa per impedire ai partigiani di attaccare. Cosa facesse questa colonna tedesca in transito nel Vittoriese non è molto chiaro. Forse inizialmente aveva ricevuto l’ordine di attestarsi lungo il Piave, dove fin dall’inverno 1944 i nazisti si erano affannati a costruire e rafforzare una linea di retroguardia atta a consentire un ripiegamento ordinato alle loro truppe in ritirata e nello stesso tempo capace di contrastare validamente gli Alleati. Perché i tedeschi avessero poi cambiato idea, cosa li avesse convinti a costeggiare il Piave senza
arroccarsi a difesa lungo le sue rive, perchè si siano diretti precipitosamente verso Nord, in direzione dei tre passi ancora non controllati dagli americani: Dobbiaco-San Candido, Tarvisio-Coccau e Tolmezzo-Monte Croce Carnico, non è chiaro … Forse la decisione fu determinata da ordini superiori, dalla difficoltà di guadare un fiume imprevedibile, oppure dal caos del momento. Non è escluso che abbia influito sul comportamento tedesco anche un fattore per così dire “mediatico”, fatto circolare ad arte dalla Divisione “Nannetti”, e cioè che i partigiani erano già attestati lungo le fortificazioni predisposte sul Piave pronti a contrastare duramente i tedeschi in ritirata. Fatto sta che quando la colonna tedesca si avventurò la mattina del 29 aprile 1945 lungo il Menarè, cioè su quel tratto della Statale n. 51 di Alemagna lungo circa sette chilometri che ha origine ai Gai e collega il Coneglianese a Vittorio Veneto, ebbe la sgradita sorpresa di non poter continuare oltre. La sede stradale era ostruita da tronchi di platani che erano stati tagliati dai partigiani del Gruppo Brigate “Vittorio Vento” con l’aiuto della popolazione locale. Dai blindati e dai mezzi corazzati della colonna scesero tedeschi e fascisti per liberare la sede stradale. Quando la rimozione era pressoché ultimata e mancavano solo gli ultimi due platani davanti alla chiesetta dei Santi Fermo e Rustico, intervennero i partigiani del “Vittorio Veneto” a sbarrare la strada. con il fuoco delle mitragliatrici Breda 37, dei piat e di qualche fucilone anticarro da 40 mm. di una squadra posizionata in prossimità del cimitero di San Giacomo. Dopo i primi scontri i tedeschi, vista l’impossibilità di proseguire senza sacrificio di vite umane in una guerra orami prossima alla conclusione e ignari soprattutto della reale consistenza delle forze partigiane, chiesero di parlamentare. Le trattative si svolsero alle ore 11.00 presso l’abitazione del signor Ettore De Vido, ora negozio di pellicceria della famiglia Buosi, alla presenza del comandante GioBatta Bitto “Pagnoca” e del commissario Attilio Tonon “Bianco” per i partigiani, del colonnello Walter Gericke per i tedeschi e di un abitante del luogo, Agostino De Spirt, marmista, figlio di emigrati in Germania e buon conoscitore del tedesco, in qualità appunto di interprete. Tuttavia non portarono a nulla di fatto. I tedeschi stavano per riprendere l’offensiva quando arrivò l’aviazione alleata che si avventò sulla Colonna, costringendola alla resa. Fu un bombardamento che durò ininterrottamente per una decina di ore, distruggendo tutti i veicoli e non risparmiando anche gli edifici e le popolazioni attigue che per l’occasione sfollarono sulle
colline circostanti . Alla fine però gli alleati ebbero ragioni dei nemici. Dispersi a gruppi nelle campagne circostanti, provati psicologicamente dal bombardamento, i tedeschi capitolarono alle ore 10 del 30 aprile 1945. Finiva così la guerra anche nel Vittoriese. Le spoglie di tale colonna, incluse numerose cassette di valuta e opere d’arte, vennero depredate nottetempo dalla popolazioni locali, e fecero la fortuna di molti che dal nulla diventarono affermati imprenditori negli anni del dopoguerra.
L’ORO DEI TEDESCHI PERSO NEL MENARE’
Un libro svela l’origine della fortuna di diversi imprenditori tra Vittorio e Conegliano
Vittorio Veneto – Un tesoro trasportato e perso dai nazisti mentre percorrevano la statale Alemagna sul finire della seconda guerra mondiale avrebbe permesso il nascere e il prosperare di diverse fabbriche tra il vittoriese e il coneglianese. E’ la storia della “colonna d’oro del Menarè”: una Colonna tedesca che transitò a fine aprile 1945 sul rettifilo del Menarè e venne bombardata dagli Alleati a più riprese. Le spoglie di tale colonna, incluse numerose cassette di valuta e opere d’arte, furono depredate nottetempo dalle popolazioni locali, e fecero la fortuna di molti che dal nulla diventarono affermati imprenditori negli anni del dopoguerra.
Si trattava di un numero imprecisato di casse blindate portavalori, piene di banconote, gioielli e oro: un vero tesoro che cambiò la vita a molti.
Un episodio sul quale fu imposto il silenzio dagli stessi protagonisti della vicenda. Ma sulla fine che hanno fatto quei soldi e quei preziosi ha voluto far luce lo storico vittoriese Pier Paolo Brescacin.
Dalla leggenda alla storia: Brescacin ha raccolto testimonianze sui fatti accaduti in quel tratto dell’Alemagna tra Vittorio Veneto e Conegliano nel 29 aprile ’45, l’ultimo scontro a fuoco che segnò il vittoriese nel corso della seconda guerra mondiale, e soprattutto su quello che avvenne in seguito per la spartizione del bottino. Dalla sua ricerca è uscito “la Colonna d’oro del Menarè”, appena pubblicato dall’ISREV per la collana “Quaderni vittoriesi”.
Il volume narra la storia di quella colonna dell’esercito tedesco e della fine che fece il tesoro dei nazisti, che, secondo lo storico, oggi varrebbe 13 milioni di euro.
La ringrazio davvero per aver dato queste importanti informazioni. Complimenti allo storico Brescacin il cui libro sicuramente leggerò e spero che anche molti altri faranno. Da questa indagine emergono seri dubbi sulle tanto decantate lodi del.talemto.imprenditoriale veneto.
Mentre Paolo Brescacin è un bravo storico, ultimamente ha scritto ASSALTO AL CANSIGLIO, il Michele Bastanzetti del SAC è solo un SAC. Comunque per un video sul cobra della collina Monte Altare, pur anzianotto e quasi pelato, andrebbe bene.
Caro Vinicio, mi sta bene la “bannatazione” fatta. Sul Tesoro del Menarè. di storie ne ho sentite. Nomi di diventati industriali, bene almeno sono serviti anche alla Comunità, per quel tesoro, non ne sono mai stati fatti.Oggi prende luce una indicazione più precisa e ideologica la “Nanetti” ma niente nomi specifici. Si butta il sasso insomma. .. a fini goliardici. La Storia è altro e interpretare situazioni vissute e non vissute porta, guarda caso, a pagine diverse fra le stesse associazioni partigiane. E interventi quì.con Cecchini serio che riporta fonti. Il bello è che tutti pensano di avere la verità in tasca.
Corvo Rosso, la guerra di liberazione in Cansiglio come in tutta Italia non è stato un pranzo di gala. Comunque il Cansiglio è stato raccontato da chi l’ha vissuto e da storici come Brescacin, per cui non è difficile avere un’idea di cosa è stato.
Certo, a più di 50 anni dalla fine del conflitto è facile cadere nelle rivisitazioni o peggio nella fantastoria, ma che per molti anni siano state negate certe barbarie come quella delle foibe è davvero grave.
E sugli infoibamenti il triste brevetto non è slavo, ma italiano, come si evince da una canzoncina in voga fra gli squadristi, che già negli anni Venti solevano gettarvi chi, fra i croati, aveva la pretesa, per esempio, di parlare nella lingua materna:
A Pola xe l’Arena
la Foiba xe a Pisin:
che i buta zo in quel fondo
chi ga certo morbin.
(A Pola c’è l’Arena,
a Pisino c’è la Foiba:
in quell’abisso vien gettato
chi ha certi pruriti).
Lei Cecchini è così intellettualmente disonesto da non esitare a manipolare la storia, omettendone particolari fondamentali perché disturbano la sua fede politica estremistica. “Studi” a Trento ai tempi dii Curcio eh?
Siccome Cecchini, fuori tema, mente ancora e visto che non viene cancellato ricordiamo che non è vero per niente che la guerra nel vittoriese fini il 30 Aprile. Seguirono i giorni delle vendette sommarie contro i vinti, veri e propri eccidi. E basti dire che solo il 15 maggio 1945, dopo deciso impulso del Comando Alleato, il Comando della Nannetti (partigiani) decretò la sospensione della “Legge della montagna” , che consentiva ai resistenti di passare per le armi, senza processo ogni fascista o collaborazionista catturato. Ma è meglio che la finiamo qui, Corrent, che stiamo andando sul pesante. Saluti.
Sappiamo bene che le violenze e le vendette personali sono continuate almeno fino al 1947 soprattutto nell’Italia settentrionale. Quello che sorprende è che la storiografia ufficiale non l’ha mai ammesso, così come non ha mai menzionato il termine foibe. Abbiamo dovuto aspettare Pansa che è un giornalista e non uno storico di professione per sentire questa versione della storia. Roba da matti!!!
Ha citato certi gaglioffi delle banche (popolari venete… venete..non romane..) ma che dire dei disgraziati del Mòse, incluso il “doge” padovan? Altro che il mite ed elegante carbonaz, son quelli i veri disgustosi serpenti !
Ps: Corrent, la sa la storia della Colonna d’oro del Menaré e dei soldi interrati nelle damigiane?
Comico Vinicio, quando il video CORRENT, BASTANZETTI DEL SAC & IL COBRA DELLA COLLINA MONTE ALTARE?
A proposito del doge “padovani”, la colpa è anche dei Veneti che lo hanno votato per decenni e senza fiatare. Non conosco la storia del Menarė ma sarei curioso di sentirla. Magari potrebbe raccontarmela.
Il Cecchini nel breve sunto-plagio che le ha sopra esposto sulla colonna del Menaré, ha guardacaso omesso responsabilità e compartecipazione dei partigiani della Nannetti nel saccheggio.