Il vuoto sul Quirinale
Il 24 gennaio si vota, a camere riunite, il nuovo Presidente della Repubblica. Mancano appena due settimane e il panorama della politica è desolante. Girano solo i nomi di Silvio Berlusconi e Mario Draghi. Berlusconi è il candidato della destra come ha confermato l’on. La Russa dicendo anche che in caso di elezione di Draghi le elezioni anticipate sarebbero inevitabili.
In questi anni di populismo il Parlamento risulta assai indebolito, mentre ha preso sempre più forza il Governo. Non ho sentito uno schieramento politico forte da proporre un nome candidabile. Sembra quasi che il profilo dei parlamentari sia in discesa libera e che tra di loro non ci sia un nome che possa essere candidato per caratura che abbia i requisiti di capacità costituzionale e di effettiva rappresentatività del popolo italiano.
Sui nomi fatti si possono, però, fare dei ragionamenti sempreché la politica di oggi abbia ancora la capacità di raziocinio.
Berlusconi sarebbe il peggio che potrebbe accadere in questo Paese e stupisce una destra che, con i sondaggi elettorali che circolano, sappia fare solo il suo nome. Permane in Berlusconi il conflitto di interessi che ancora sussiste dopo 20 anni di governo. Nessuno ha il coraggio di perdere voti per sistemare, una volta per tutte, questa questione. Egli non sarebbe quindi un super partes nel gioco della finanza e delle leggi emanate dal Governo.
In secondo luogo Berlusconi non è un costituzionalista, competenza necessaria ad un Capo di Stato italiano.
In terzo luogo l’età non gli sarebbe favorevole nonostante i “mascheroni da fontana” cui si è sottoposto tra un impegno parlamentare e l’altro. Ha 85 anni e finirebbe il suo mandato a 92 anni. Nemmeno la gerontocrazia cinese oserebbe tanto.
Draghi, invece, sarebbe un economicista laddove ci vuole invece un timone politico. Nemmeno lui sarebbe super partes con la politica filo aziendalista e finanziaria che a tutt’oggi ha messo in campo. E’ normale che sia così per la più alta carica europea bancaria.
La scelta fatta da Mattarella di nominare Draghi Premier era animata dall’emergenza covid e da una gestione capace e sapiente dei fondi Mef. Eleggerlo al Colle sarebbe una scelta non solo sbagliata, ma inopportuna in questo momento del Paese tanto più che la destra in tal caso propone elezioni anticipate proprio evitate con la nomina di Draghi.
Non giochiamo ai Bussolotti. Ciò che era vero pochi mesi fa, non può essere aria fritta oggi.
O Mario che Berlusconi abbia annunciato che se viene eletto Presidente Draghi lui farà cadere il governo , sarebbe già motivo sufficiente per scegliere Draghi, confermando che il leader di Forza Italia è interessato solo agli affari suoi e non all’ interesse della Nazione. Ma vista la pochezza della argomentazione-ricatto, che dovrebbe imbarazzare anche i suoi sostenitori, penso sia in corso solo una cortina fumogena per nascondere il nome del cavallo da corsa fino al vero via della gara.
O’ Michele non sapevo del ricatto politico di Berlusconi il che testimonia come dici tu il fatto che abbia sempre remato per se stesso. In quanto a Draghi egli è un tecnico chiamato direttamente dalla Bce e quindi non mi sembra opportuno, e forse nemmeno costituzionale, eleggerlo come Presidente della Repubblica.
“Può essere eletto Presidente della Repubblica ogni cittadino che abbia compiuto cinquant’anni e goda dei diritti civili e politici” art. 84 Costituzione. Che Draghi sia un tecnico potrebbe essere un valore aggiunto. Che il Presidente sia un politico “puro”, alla Casini per dire, potrebbe essere un valore da sottrarre; visto quel che han combinato i politici puri negli ultimi decenni.
Non mi pare che i tecnici abbiano fatto meglio. E non mi pare che Draghi stia facendo meglio. La solita politica fatta di sostegno ad aziende e industrie e nulla per i ceti medio-bassi, per i lavoratori, per i giovani. Ma come hai detto te nel commento precedente di solito in questo caso i primi nomi fatti sono anche i primi ad essere bruciati.