Nuovo vento di violenza in USA

L’uccisione di Charlie Kirk e l’arresto del sospettato killer Tyler Robinson, fanno temere che gli USA stiano per scendere in una nuova era di violenza politica. Non sarebbe la prima volta che gli Stati Uniti si trovino di fronte al baratro della violenza politica soprattutto quella degli anni ’60 -Martin Luther King, Malcom X, Medgar Evers, John e Bob Kennedy. Tutti uomini per la pace.
Tutti i lutti degli anni ’60 dovrebbero garantire una certa stabilità dagli anticorpi americani, ma elemeneti preoccupanti nuovi emergono.
A pesare oggi è che non esiste più il benessere e quindi il comfort degli anni ’60. In epoche di crisi tutto può accadere -missili sulla Polonia da parte della Russia, con un cenno rapido dall’altra parte del Pianeta.
Oggi le armi ad uso personale, cioè discreto, cioè non professionale, conta 120 pistole per ogni 100 americani. Anche la candidata Kamala Harris fu costretta ad ammettere alle tivù americane che in caso di furto in casa non avrebbe esitato a sparare.
Altro elemento che aggrava la situazione di oggi sono i social media che amplificano “le voci dei cretini” come direbbe Umberto Eco. E con i social cambia anche la “forma” della notizia e laddove un giornalista avrebbe potuto con tono greve e pacato dare la notizia oggi l’assassinio è documentato in diretta con la testa scossa e il corpo riverso sulla sedia.
Ma la differenza cruciale è al top. Un atto di violenza politica era affrontato da una risposta standard, rassicurantemente prevedibile: il Presidente la condannava, addolorato per i morti e le loro famiglie, implorava che non ci fosse alcuna fretta di giudicare e chiedeva la calma e l’unità, insistendo sul fatto che gli americani non danno agli assassini ciò che vogliono, che era divisione, ma piuttosto si univano come concittadini di una repubblica che tutti amavano.
E la differenza tra i precedenti Presidenti USA degli anni ’60 all’attuale Presidenza Trump consiste nel fatto che quando fu chiesto mercoledì sera di riunire il Paese con un appello alla Fox News egli rispose che “non gli potrebbe importare di meno”.