Togliatti, la città russa legata all’Italia, non solo per il nome.
Dopo le vacanze estive torno oggi a parlarvi di Russia e nello specifico di Togliatti, la città russa che porta il nome dell’ex segretario del Partito Comunista Italiano, Palmiro Togliatti.
Eh si, la città si chiama proprio così, Togliatti e non Togliattigrad, come alcuni nel nostro paese credono. Tale denominazione le venne attribuita nel 1964 proprio ad una settimana dalla morte dello storico politico italiano che, con il regime sovietico, come vedremo a breve, intrattenne rapporti molti stretti.
Togliatti, con i suoi settecentomila abitanti è l’agglomerato urbano russo più popoloso fra le città non capoluogo e fa parte della regione di Samara. Situata sulla riva sinistra del fiume Volga, dista circa ottocento chilometri a sud-est dalla capitale Mosca. La posizione, molto distante dai mari e vicina al 53° parallelo fa si che la città risenta del tipico clima continentale con inverni molto freddi ed estati calde. La temperatura media di gennaio è di −10,6 °C, quella di Luglio è di +20,9 °C.
La città venne fondata nel 1737 come fortezza di Stavropol a protezione delle terre russe dalle incursioni dei nomadi e per circa 200 anni, dalla propria fondazione fino alla metà del XX secolo, la popolazione della città non è cambiata in numero rimanendo a circa 10mila abitanti. Il 28 agosto 1964, nell’era Chrushev, il Presidium del Soviet Supremo della Repubblica Socialista Federativa Sovietica di Russia, decise di rinominare la città di Stavropol in città di Togliatti a perpetua memoria di Palmiro Togliatti, Segretario Generale del Partito Comunista Italiano, che però con la città non aveva mai avuto nulla a che fare.
Ma perché un tale riconoscimento a Palmiro Togliatti?
Palmiro Togliatti fin dagli anni ’20 lavorò a stretto contatto con i vertici del nuovo regime sovietico e nel 1926 lasciò l’Italia per trasferirsi a Mosca e prendere posto nell’Esecutivo dell’Internazionale Comunista insieme a Stalin e Trotskij e pochi altri. Quando di lì a poco Trotskij venne espulso dal partito russo, come controrivoluzionario, Togliatti ne appoggiò la decisione rimanendo al fianco di Stalin e della sua linea politica. Divenne presto uno dei massimi dirigenti del ComInter e nel 1936 venne inviato come massimo rappresentate dell’Internazionale in Spagna, durante la guerra civile. Rientrò in Italia all’indomani dello sbarco alleato nella penisola per prendere le redini del Partito Comunista Italiano e venne poi, negli anni ’50, proposto alla segreteria del Cominform dallo stesso Stalin. Alla morte di quest’ultimo e con il processo di destalinizzazione avviato da Chrushev, Togliatti si espresse al fianco del nuovo leader sovietico condividendone l’impostazione critica. Togliatti è stato pertanto, tra i massimi esponenti non sovietici del comunismo internazionale, quello che ha saputo esprimere con maggiore costanza e lealtà la propria vicinanza alla linea politica del Cremlino.
Il secondo legame della città con l’Italia
Nel corso degli anni ’60 la vendita di auto nel mondo iniziò ad aumentare e a diffondersi dando vita al boom automobilistico. In URSS, dove l’acquisto di auto da parte di privati era divenuto possibile solo dal 1948 c’era invece ancora poca scelta, tra il modello Moskvich relativamente economico e la più costosa e quasi inaccessibile Volga. Oltre a questo, il numero di auto Moskvich prodotte era insufficiente per coprire la domanda. I vertici sovietici cercarono quindi di correggere la situazione avviando un progetto finalizzato alla realizzazione di un nuovo stabilimento automobilistico in grado di produrre oltre mezzo milione di autovetture all’anno e soddisfare così l’esigenza della popolazione di possedere un veicolo personale. Consapevole di non avere le conoscenze adeguate ma anche per accelerare la creazione di tale impresa, il governo sovietico decise di rivolgersi all’industria straniera. Nel 1964 iniziò quindi la ricerca di possibili partner esteri fra le produzioni automobilistiche della Repubblica Federale Tedesca (Volkswagen), della Francia (Renault) e dell’Italia (FIAT). La scelta finale cadde proprio sulla fabbrica italiana che era un noto produttore europeo di autovetture di varie classi, era in grado di produrre oltre 600 mila auto all’anno e soprattutto poteva progettare un impianto così grande come quello voluto dal governo sovietico. In quel periodo la fabbrica di Torino presentava al mercato il suo nuovo modello di utilitaria, la 124, fu questo il modello scelto dai russi come “auto del popolo”. Il 20 luglio 1966, dopo aver analizzato 54 diversi siti, il Comitato Centrale del PCUS e il Consiglio dei ministri dell’URSS decisero di costruire il nuovo grande stabilimento automobilistico sovietico proprio nella città di Togliatti. La realizzazione del progetto tecnico venne affidata quindi alla FIAT ed il 15 agosto dello stesso anno, Gianni Agnelli, firmò a Mosca il contratto con il ministro dell’Industria automobilistica dell’URSS, Tarasov.
Curiosità
Con la realizzazione negli anni ’60 dello stabilimento automobilistico AvtoVaz (da noi nota come LADA) e con lo sviluppo del relativo indotto industriale, nella città di Togliatti si ebbe un fortissimo incremento demografico. Nel giro di un decennio la popolazione arrivò alla cifra di 250mila abitanti, negli anni ’90 i residenti erano già 900mila.
Per mia personale esperienza posso dire che non tutti in Russia, e non solo al di fuori della città di Togliatti, conoscono le origini di tale nome e a volte alla domanda: -“perché la città si chiama così?”, si ottengono le più disparate e creative risposte.
Nel 1996, si è tenuto un referendum comunale per restituire alla città il nome storico, la consultazione non ha raggiunto il quorum anche se più del 70% dei cittadini intervenuti al voto si è comunque espresso a favore del mantenimento del nome di Togliatti.
Interessantissimo post! Grazie!
Ringrazio Manuel Tadiotto per questa accurata ed efficace pagina di storia russo-italiana e italiano-russa.