CR7 è un nuovo vaccino?
Quando in redazione ho detto che magari avrei scritto un post su Ronaldo, i colleghi non mi hanno detto Sei scema.
Certi sguardi non hanno bisogno di didascalie verbali.
Ma avevo pensato che anch'io – che ho scambiato Francia-Croazia con la semifinale e guardando di sghembo la tivù mi sono chiesta come mai Macron si fosse scomodato per un eventuale misero terzo posto – avrei potuto parlare di calcio. Perché, a quanto pare, questo sport ricompatta le inimicizie (la Gazzetta ha definito 'italienne' il comportamento della squadra francese, concedendo la cittadinanza a quei vicini di confine con cui aveva bisticciato per quella faccenda di poco conto dei migranti). Perché questo sport sollecita il pensiero versatile (guardando la partita, Salvini – nell'arco di un'ora – ha twittato 'Navi ora al largo di Pozzallo, consentiremo a donne e bambini di sbarcare' e 'Ditemi voi se questo è un rigore'). Perché questo sport pungola il bisogno di (in)formazione e aggiornamento: CR7 è il nome di un nuovo vaccino?
Perché questo sport è il calcio sui tormentoni.
E dunque, sfogliando finalmente quel numero di Vanity Fair che impolverossi sul tavolo del salotto, ho cercato di dare una risposta a uno dei dubbi più pruriginosi di queste ore: Ronaldo è il nome o il cognome del calciatore di cui tutti parlano e scrivono? Ma soprattutto: chi è Cristiano Ronaldo?
Ora che so che è il terzo sportivo più pagato del mondo, che ha 33 anni, che è portoghese e quindi Ronaldo potrebbe essere il suo cognome, che ha segnato 120 gol in Champions League (devo linkare anche su questa voce, perché dev'essere grossa), che ha 22 auto, tra cui una Bugatti, due Lamorghini e tre Ferrari, capisco perché abbia chiesto il trasferimento e un aumento di salario: con tutte quelle auto in garage, quanto dovrà pagare di bollo e assicurazione?
