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[Home Altro Che ne sai tu di un campo di stipa?]
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[ 26/03/2020 di Emanuela Da Ros 7 Commenti ]

Che ne sai tu di un campo di stipa?

E’ in arrivo la stipa veneta. Tranquilli: non si tratta di disturbo intestinale – ghe mancarie sol quel – ma di una specie erbacea tipica del litorale adriatico, anzi: veneto-lagunare.

La notizia appena diffusa da Veneto agricoltura è che dalla foce del Tagliamento a Punta Sabbioni, su una superficie di un milione di metri quadrati, verranno piantate 151 mila giovani piante destinate a rinforzare le dune del litorale (seriamente compromesse). Tra le piante la Centaurea tommasinii, endemica delle coste adriatiche, che vive su dune fossili consolidate, tra gli habitat più minacciati. Sulla costa – sperando di poterla raggiungere presto – troveremo pertanto novelli arbusti di ginepro, e – dice Veneto Agricoltura – vere rarità, come la Stipa veneta i cui semi maturano d’estate e, una volta raccolti, vengono seminati in autunno, stagione favorevole alla germinazione. 

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Lustrini e dittaturaLustrini e dittatura

Commenti [07]

  1. Corvo
    28/03/2020

    La stipa, le dune possono riapparire ma gli anni giovanili no. Banale.
    Fino all’apparizione del “santin” ovvero un biglietto sul tavolo firme, con la foto del defunto, si era ancora nell’ambito del defunto da ricordare come membro della comunità Poi è arrivata la cremazione. Fuori dalla chiesa i saluti e le lacrime sulla bara e poi la partenza verso il fuoco distruttore, una macchina e una bara che se ne andavano e il defunto, freddo, restava solo dentro il mezzo meccanico, neanche i parenti lo accompagnano più verso il magazzino bare in attesa del suo turno anche di 5 giorni. Restavano però le frasi di routine per alleggerire il dolore dei famigliari “.. però c’era tanta gente, segno che era conosciuto, amato (?)” Ora con il coronavirus siamo passati al funerale telematico, lutto a distanza o all’ ultimo saluto via telefono-visione fra il padre ricoverato e in mezzo a tanti letti con futuri defunti, e la figlia: cosa molto commovente ha detto l’infermiera che ha assistito allo addio.
    Ho deciso, tolto il campanello di modo che se il virus suona non rispondo, me ne vado dopo, a pandemia finita perché voglio sentire cosa dicono di me in chiesa e fuori, amici e finti amici, e voglio vedere chi c’è e contarli.

    Rispondi
  2. Corvo
    28/03/2020

    Questo post, il terzo, è un guanto di sfida. Solo io l’ ho letto. Ma così ottiene solo antipatie e non pone al confronto le sue idee e di Samago. Per fare invece propaganda, lei avrebbe dovuto riportare i punti salienti del pensiero dell’autore come io ho fatto, da Wikipedia, nella post della mia risposta a lei. Si sarebbe capito meglio quella ultima frase ” .ritiene, quindi legittimo, politicamente sensato e corretto l’uso politico della violenza..” quel pensiero superato e parlato magari della ubbidienza valore democratico. Eì stato troppo all’estero e ha perso il pullman della politica che portava al 2000 e passa.

    Rispondi
  3. Corvo
    28/03/2020

    Mi sono uscite foto del colera a Napoli. 1973. Proibita le pizza ma un nostro agente sapeva dove la facevano, un ristorante sul lungo mare. Era la gioventù, il boom economico, una giornata di sole, trasgredendo le regole, l’abbiamo mangiata al pomodoro come si conviene. C’era ottimismo.
    Oggi il pericolo è il nichelismo da virus. Niente stipa perché o la calpestano o domani viene sommersa dal mare, causa uomo o percorso natura? Niente confronto nei blog, meglio filtri e pubblicare post favorevoli e lenzuolate invece che l’essenziale per sostenere tesi in libertà che nessuno nega ma ribatte. Da cambiare prima chi posta o chi blogga ? Otisti, chi posta, scuola, finestra di giornalismo o di pensieri immediati, sensazioni, emozioni piccoli diari insomma ?

    Rispondi
    • Corvo
      28/03/2020

      Lei non ha ancora capito che i blogger hanno messo i filtri per non pubblicare anche i suoi post. Basta che la Da Ros metta il filtro per il quale prima legge e poi eventualmente pubblica e lei sparisce da OT. Come dice Saramago, bisogna porsi dei limiti.

      Rispondi
  4. Corvo
    27/03/2020

    “Meglio del metooIl coronavirus cambierà il modo in cui gli uomini si relazionano con le donne. L’epidemia ha insegnato a tutti che violare l’intimità del prossimo è facile, la distanza è sacra, la confidenza è un risultato e non un regalo”

    Rispondi
  5. Michele Bastanzetti
    26/03/2020

    Che stipa e ginepro possan contrastare l’ erosione delle spiagge dell’ alto Adriatico, dovuta all’inabissamento delle coste ed all’ innalzamento del livello del mare causato dal riscaldamento globale è come credere a Babbo Natale. Comunque sia: “facite ammuina”.
    Ps: per fortuna che abbiamo il Mose, però…

    Rispondi
  6. Corvo
    26/03/2020

    Che ne so ? Andiamo con ordine. Post guerra.Punta Sabbioni è stata, credo la prima spiaggia per famiglie raggiunta dall’entroterra coneglianese poi Jesolo ma non diamo priorità. In spiaggia si andava con un lenzuolo a una piazza, bianco, portato da casa assieme a un palo e picchetti e, per avere ombra, si spostava, il lenzuolo, seguendo il cammino del sole. Dune, una infinità non so se con stipa o centaura o altra arbusti non so che producevano palline appuntite e spighe che tirate per gioco si attaccavano agli slip e comunque, se colpiti, eri fuori, beccato. Più grandicelli, apparsi gli ombrelloni, le dune venivano utilizzate a nascondersi per giocare ad altro. Poi le dune sono..sparite e sono arrivati i lettini. Ritorna un pò d’erba e qualche fiore bene, il ginepro, mah. E si protesterà e un nuovo gioco s’inventerà: chi distruggerà più piantine. Così lavoro per tutti.

    Rispondi

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