E’ Stato La Mafia
Travaglio inizia dal maxiprocesso fino alla distruzione dei nastri delle intercettazioni Napolitano-Mancino, raccontando tutta la storia della trattiva Stato-Mafia, accompagnato da Valentina Lodovini che di riflesso alla lista di personaggi (a dir poco) impresentabili, cita delle personalità forti e di grande statura morale della nostra storia, per ricordarci l’importanza di certi principi e diritti che dentro questa melma di ricatti, giochi di potere e omicidi, devono continuar a vivere.
Tre ore di spettacolo che non pesano, grazie alla parlantina di Travaglio che difficilmente annoia (una bocca-mitraglietta caricata a lamette) e che riesce a raccontare più di vent’anni di storia mantenendo incollati gli spettatori a seguire l’evolversi della trattativa. L’ interpretazione dei grandi personaggi della nostra storia (da Gaber a Calamandrei passando per Pasolini e Pertini) della Lodovini è elegante e piacevole mentre gli intermezzi musicali di Valentino Corvino aiutano a mantenere l’ attenzione durante i cambi, preparando la giusta atmosfera ad ogni passaggio della vicenda.
Il racconto della trattativa è angosciante e piena di colpi di scena negativi che portano ad un peggioramento costante della situazione. A questo spettacolo non servono scenografie, proiezioni o tanti attori sul palco che sfilano interpretando mafiosi, politici, carabinieri e magistrati, ma sono sufficienti due poltrone rosse (come l’ agenda rubata di Borsellino e il sangue delle stragi), un cavalletto e delle fotografie sullo sfondo. Un’ impostazione molto semplice della scena, per contenere una storia difficile e dolorosa. Le citazioni recitate dalla Lodovini aiutano gli spettatori a riprendere fiato, ma ogni volta che finisce il pezzo per passare nuovamente il testimone al racconto di Travaglio le foto sullo sfondo rimangono nella penombra come ad ascoltare anche loro questa storia incredibilmente inquietante.
Da giovane ventenne (per quanto segua costantemente le vicende politico-mafiose del nostro Paese) uscito dal Teatro sono rimasto a bocca aperta e mi sono posto alcune domande (magari banali) che avrei voluto fare a Travaglio e che vi riporto:
– Come si può sconfiggere la criminalità organizzata, se questo è riuscita ad entrare persino in una della istituzioni più alte? (Basti pensare anche al caso di cui si parla in questi giorni, Dell’Utri)
– Perché alcuni esponenti della mafia hanno parlato della trattativa, mentre i pezzi dello Stato interessati, continuano a proteggersi a vicenda e a coprire la storia?
– Perché le autorità elencate durante lo spettacolo sono ancora all’ interno delle istituzioni?
– Perché fa più notizia la proclamazione di Alfano a segretario di un partito inesistente partorito dalle rovine di una forza politica chiamata Forza Italia fondata dal condannato per concorso esterno in associazione mafiosa dell’Utri e dal condannato Berlusconi, rispetto alle scoperte fatte dai magistrati riguardanti la trattativa Stato-Mafia?
– Perché i giornali (tranne pochissimi, vedi Il Fatto Quotidiano) non martellano l’ opinione pubblica con le notizie su questa trattativa?
– Infine, riprendendo una battuta di Travaglio durante lo spettacolo, il Watergate negli Stati Uniti ha fatto fuori un presidente, perché in Italia, uno scandalo come la trattativa, ben più grosso, non ha mosso una foglia?
Lo spettacolo è assolutamente consigliato, non si può perdere. Mi ripeto, tre ore che non pesano, che con abilità ricostruiscono la trattativa Stato-Mafia (quello che finora sappiamo), ricordandoci costantemente che in questa melma maleodorante ci sono anche dei pilastri di rettitudine morale che devono rimanere vivi nella nostra memoria e nel nostro presente.
Qui la galleria completa delle immagini dello spettacolo.