RESPIRO DI BELLEZZA
Mascherina, autocertificazione per una visita specialistica, blindata in automobile, tutto regolare. La strada è deserta eccetto i vuoti autobus cittadini che si aggirano tristemente per la città; ritorno a casa con il pensiero ormai diventato classico”cosa cucino oggi” e con quello di guardare le consunte da continui sguardi, mura domestiche. Ma all’altezza di Piazza Meschio un’idea, quasi un impulso mi porta a girare a sinistra al semaforo anziché andare dritta a casa. Parcheggio e spedita entro in Chiesa, nel Santuario di Santa Maria Ausiliatrice del Meschio.
Bisogno di conforto? Una preghiera di suffragio per noi flagellati dal coronavirus?
Mi segno e vado subito all’Altar Maggiore, mi siedo di fronte alla pala rinascimentale di Andrea Previtali, l’«Annunciazione» e capisco il senso di quell’impulso, di quel richiamo improvviso. Bellezza. Un desiderio puro, assoluto di Bellezza.
Giorni drammatici come questi mi hanno tolto l’ intima libertà di vedere spazi d’anima. Giornali e televisione rimandano cifre, elenchi di contagiati e di decessi, immagini angosciose e interviste tecniche sui picchi della malattia o su ipotesi di eventuali vaccini che però sono ancora da sperimentare.
La casa-rifugio da vivere con serenità e consapevolezza, i tragitti interni tra camera cucina bagno salotto, qualcuno riesce a fare anche una corsetta nel proprio giardino e a salutare con la mano da lontano, un suo vicino. Purtroppo ormai è “tutto qui”.
DAVANTI ALL’ ”ANNUNCIAZIONE” DI ANDREA PREVITALI
Il silenzio solitario nella Chiesa, parla di raccoglimento, di confidenza emozionale. Gli occhi raccolgono tutta la pala, non vado alla ricerca di cifre e stilemi del Previtali né voglio tracciare un’analisi dell’”Annunciazione”, degli influssi dei grandi maestri come il Bellini o il Lotto. No. Io vorrei entrarvici, sciogliermi nella morbidezza delle pennellate, farmi bagnare da quella luce così diffusa, così pura; una atmosfera leggera e soffusa da smarrirsi con il pensiero. Vorrei avvicinarmi alla grande bifora e guardare oltre, quel paesaggio soave, il prato verdeggiante, il cielo azzurro.
Non è per me ora importante la raffinata composizione, l’eleganza che emanano le figure e la loro gestualità ma il mio sentirmi raccolta nella Bellezza pura; ecco il mio desiderio!
Avere un momento di autentico rapimento, di isolamento ma questa volta inteso come raccoglimento con me stessa per trovare ancora la forza e la tenacia di andare avanti.
Il suo articolo da emozioni. Italia città d’arte ma credo che in molti di noi non hanno le basi per leggere, analizzare un quadro. Siamo fermi a dare risalto ai colori. Io sono fermo a un vecchio quarantenne e forse più, libro di Marangoni, può essere?, ma, questa occasione, mi ha fatto vedere in internet una letteratura sull’argomento vasta.
Gentile signore la ringrazio del suo commento che mi ha richiamato alla memoria il testo di Matteo Marangoni su come si guarda un’opera d’arte. Prezioso libro degli anni ’70 che ancor oggi affascina
Previtali é un grande ma la bellezza é ovunque, basta non abbattersi e saper vedere, non solo guardare. Nella superluna di qualche notte fa, per esempio. Ma anche in un solo fiore di tarassaco.