GLI “ISMI” DEL ‘900
Terzo millennio. Abbiamo raggiunto fondamentali mete sociali e civili; abbiamo raggiunto Marte e vi si ricercano tracce di una probabile vita; in campo medico si sta aggiungendo vita agli anni debellando malattie che fino a pochi anni fa mietevano migliaia di vittime eppure rimangono ancora “macchie” di disumanità che inficiano il progresso umano. Si è sempre sentito dire infatti che il progresso medico-tecnologico ed economico è inversamente proporzionale a quello umano: le scoperte e le azioni sono realizzate dall’uomo ma l’uomo non è in grado di seguire la propria coscienza con il risultato che spesso viene piegata all’ideologia e al profitto. Di fronte a ciò le vette di umanità e di ingegno si trasformano in abissi di stupidità e di malvagità. Mi ricordo a questo proposito le lezioni universitarie quando il professore di storia contemporanea affrontò il fenomeno degli “ismi” del ‘900, l’esasperazione cioè dei sistemi politici, civili che e sociali che hanno comportato la nascita di dittature e di manifestazioni violente che hanno affossato e affossano i diritti civili e i valori umani. Nazismo, Comunismo, Fascismo, Razzismo, Integralismo alimentati dall’odio fondato sull’ostilità vile nei confronti una diversità fisiologica e di pensiero che agli occhi di ottusi detrattori diventa nemica del benessere della stessa società. Nihil sub sole novum, Niente di nuovo sotto il solo cita l’Ecclesiaste (1,10) e infatti nei primi anni del ‘900 il circolo vizioso di queste posizioni “ismiche” ha portato a disastri di proporzioni mondiali che ancor oggi, 2020, influenzano il nostro sistema di vita e la nostra struttura civile e politica. E’ di questi giorni il caso dell’americano George Floyd, il giovane nero ucciso dal poliziotto bianco che ha fatto scoppiare violente rivolte antirazziste in ogni città e in ogni Paese del pianeta. Azioni violente che rispondono ad altre azioni violente in una spirale di cui ancora non si vede la fine. Ed ecco che le manifestazioni hanno dato l’avvio a reazioni a catena su ogni piano sociale e civile investendo anche il nostro quotidiano italiano: gli episodi di razzismo sono ora diventati per noi di grande interesse soprattutto perché è legato ad un’altra attuale situazione delicata, quella dell’immigrazione. Non credo che noi italiani siamo razzisti perché anche siamo stati un popolo di emigranti subendone tutte le fasi più o meno drammatiche ma anche senza averle vissute non penso che un popolo come il nostro si lasci trascinare nell’infausto pensiero di privilegiare una razza rispetto ad un’altra. Razza, termine alquanto impreciso considerato che esiste solo una razza, quella umana, le altre sono etnie con le loro tradizioni, culture, mentalità magari non condivisibili ma identitarie di ciascun Paese del mondo.
RAZZISMO E POLITICA
Purtroppo ritengo che anche in questo contesto – sia del caso eclatante di Floyd che del fenomeno dell’immigrazione – a stravolgere gli animi e in alcuni momenti infiammarli, concorre l’aspetto politico e ideologico e non umano. Ad installare odio, violenza, rancore è la perdita del senso della comunità fagocitato da quello del sistema intriso di interessi partitici posti in essere dai potenti. Una società “liquida”, usando il concetto del sociologo Baumann, una società inquinata da media, politici e intellettuali mainstream i cui rivoli marci si riversano sulle menti di chi è stanco e impoverito, frustrato e vuoto. E’ facile gridare al razzismo quando si instaurano forti rivalità sul piano lavorativo e comportamentistico, quando c’è uno scontro tra mentalità diverse lasciate allo stato brado dalla mancanza di rispetto e di far rispettare precise e rigorose regole istituzionali. Di chi è responsabilità? Non di chi viene da lontano, da chi scappa da governi e da contesti politici difficili per pura sopravvivenza. Chi ha permesso di “gettare” senza amministrazione precisa e accorta migliaia, milioni di uomini, donne, bambini nel nostro Paese già in crisi per problemi interni aumentandone il senso di precarietà soprattutto in una grave situazione sanitaria data dal COVID-19? Il caso Floyd è diverso e distante anni luce dal contesto italiano; non si può generalizzare né importare fatti da altre realtà perché così si genera solo confusione e rabbia che nuoce sia ai cittadini italiani che agli eventuali migranti. Nietzsche disse che ciò che differenzia l’uomo dall’animale è la memoria e quindi ricorriamo alla memoria storica, civile e umana dell’Italia prima di innalzare lo stendardo del razzismo e accusare il nostro Paese di questo spregevole fenomeno incivile e inumano. Di fronte all’attuale quadro caotico di una società ormai anomica ed esasperata, è alquanto immorale e falso sostenere che il popolo italiano sia razzista sfregiando monumenti e abbattendo statue; chiunque in questa nostra situazione vedrebbe l’altro come nemico pronto a destabilizzare un equilibrio già di per sé instabile e allora perchè farci arrivare a questo punto? Non guardiamo il dito che indica la luna, guardiamo la direzione giusta, guardiamo la luna che da sempre ci vede tutti uomini.
Credo che anche questo articolo rientri nel nostro discorrere.
E’ in corso una lotta contro la libertà in cui basta dichiararsi offesi per ottenere l’accerchiamento pubblico di qualcuno. La grande eccitazione è data dal proibire, punire ed eliminare parole, pensieri, opere e persone in nome della correttezza suprema
di Annalena Benini 110.7.2020 ilfoglio.it
In questa ubriacatura di indignazione di tipo adolescenziale priva di pensiero critico, in cui si mette in mostra la propria virtù accusando altri di essere (o essere stati almeno una volta, e quindi per sempre) razzisti, sessisti, omofobi, colonialisti, maschilisti, suprematisti, irrispettosi e abietti, e dunque meritevoli di cancellazione, l’intimidazione in atto non ha nessun interesse per la verità.
Manifesto liberale per il free speech
Pezzi da novanta della cultura contro censura e chiusura del dibattito
Chi lancia pietre contro J.K. Rowling che perseguita i transgender, contro Woody Allen che è stato trasformato in un mostro, contro Spike Lee che ha difeso Woody Allen, contro Salman Rushdie che ha firmato la lettera degli intellettuali liberali insieme a J.K.Rowling che è indegna, contro Quentin Tarantino che ha messo troppa violenza sulle donne nei suoi film, contro Abramo Lincoln che era un razzista, è interessato solo alla squalifica di colui a cui si rivolge, e alla punizione con la lista nera della cancel culture. Puntare il dito contro qualcuno fa sentire migliore l’accusatore, il quale è anche impaziente di mostrare il proprio lato più corretto, per mettersi al riparo da qualunque sospetto di indegnità. Ma è così evidente come tutti si sentano in pericolo.
E’ la “pornografia della rettitudine” (serissima definizione della comica statunitense Sarah Silverman): spaventoso fenomeno in cui l’eccitazione è data dal denunciare e dallo svergognare (prima di ottenerne la cancellazione) chi sembri aver violato questo tipo di integrità autoritaria con i pensieri, le opere d’arte, le parole. “La questione sta tutta qui. Quali parole usare”, scriveva Amos Oz, e la pornografia della rettitudine è sempre più entusiasta di appiattire, impoverire, proibire, punire, eliminare parole, pensieri, opere d’arte e persone in nome della perfetta uguaglianza e della correttezza suprema.
“Rifiutiamo qualsiasi falsa scelta tra giustizia e libertà, che non possono esistere l’una senza l’altra”, hanno scritto Salman Rushdie, Martin Amis, Margaret Atwood, Gloria Steinem e tanti altri, con coraggio. In questa vera lotta contro la libertà, basta dichiararsi offesi e a disagio per ottenere l’accerchiamento pubblico di qualcuno. Chi ha paura, chiede subito scusa, pubblicamente, per non aver saputo scegliere immediatamente la parte giusta (anche se la pornografia della rettitudine, non essendo interessata alla sostanza del discorso, non è mai abbastanza soddisfatta nemmeno delle scuse: il trionfo è dato dall’epurazione). Chi ha molta paura, rinuncia a dire ciò che pensa. Rinuncia a scriverlo, a metterlo in un film, in un libro, in un’opera, in un personaggio di fantasia. Dopo un po’, rinuncia a dirlo a se stesso. Quando tutto questo finirà, perché di certo finirà, molti avranno rinunciato anche a pensare, senza nemmeno accorgersene.
Bellissimo questo concetto: la lotta contro la libertà. Ha proprio ragione, Tante le citazioni colte e tutte appropriate compresa la dicitura “pornografia della rettitudine” che ci porta a tanti approfondimenti e a tante riflessioni importanti e ciò che dice, caro signore, ” molti avranno rinunciato anche a pensare, senza nemmeno accorgersene” è l’amara verità.
Gentile signora, SOLO PER SUA LETTURA
Gherardo Colombo, caos giustizia: “Perché avevo lasciato la magistratura e non me ne sono mai pentito”
Pietro Senaldi 07 luglio 2020 liber0
«Nessuna nostalgia, nessun ripensamento. È stata una decisione dolorosa, ma sono contento di essermi dimesso dalla magistratura tredici anni fa. L’ho fatto perché ero arrivato a pensare che le regole si rispettano per convinzione e non per paura. Che quindi era necessario concentrarsi soprattutto sull’educazione. Credo anche per quel che riguarda le istituzioni. Se perdono credibilità, contribuiscono a indebolire il senso della collettività, con grave danno per tutto il Paese». Gherardo Colombo è uno degli indimenticabili pubblici ministeri di Tangentopoli. Partecipò all’inchiesta che ribaltò il Paese, che non è più riuscito da allora a darsi un nuovo equilibrio. «Ma il vero sconvolgimento fu la caduta del Muro di Berlino. La scomparsa delle ideologie ci ha condotto verso un nichilismo diffuso, al di là delle affermazioni di principio, ferme e categoriche ma il più delle volte espressione di moralismi ipocriti». Il caos della giustizia e la delegittimazione di molti vertici della magistratura preferisce guardarli da lontano, perché «le cose camminano lente e ho la sensazione che per poter vedere con chiarezza debba passare ancora tempo». E poi Colombo ormai ha fatto il salto, dopo un lungo percorso interiore è arrivato alla convinzione di essere più utile alla giustizia e alla società stando fuori dai tribunali, perché «serve a poco intervenire quando i fatti sono successi».
Come si fa a far rispettare le regole in Italia?
«Le regole sono strumenti che servono a ottenere risultati. Per prima cosa occorre guardare allo scopo, che secondo la Costituzione consiste nel permettere a chiunque di realizzarsi quanto gli altri. Occorre che lo scopo sia perseguito attraverso leggi il più possibile comprensibili e chiare, ma siccome le regole di una vera democrazia sono più complesse di quelle della sudditanza, è necessario che siano scritte nel modo più comprensibile possibile, e che ci si educhi alla loro comprensione e alla loro condivisione».
Come vede l’Italia oggi?
«È un periodo di grande cambiamento ed enorme confusione. Tanti punti di riferimento contrastano tra loro ed è difficile orientarsi. Mi pare diffuso un moralismo esasperato, che mette sullo stesso piano situazioni molto serie ed episodi banali. Nelle stesse persone coincidono intransigenza verso il prossimo, o il rivale, e indulgenza verso se stessi. È una contraddizione alla quale ormai non ci si preoccupa più neppure di trovare una giustificazione ideologica. Mi ricorda Mani Pulite, quando tanti italiani indignati chiedevano il rigoroso rispetto delle regole da parte altrui, ma ritenendosi liberi di violarle a piacimento».
C’è più corruzione oggi o ai tempi di Tangentopoli?
«Allora la corruzione era collegata al finanziamento illecito ai partiti, ai quali andava una fetta consistente del ricavato; era un sistema con le sue regole, che spesso prevalevano su quelle scritte nei codici. Oggi la corruzione è altrettanto diffusa, più o meno a qualsiasi livello, ma mi pare che ai piani alti sia più anarchica e meno sistematica. E, per quel che riesco a vedere, solo raramente collegata ai partiti».
Quale delle due è peggiore?
«La corruzione influisce molto negativamente sulla cultura di un Paese: conferma l’idea che la convenienza personale debba prevalere sull’interesse generale, che sia giusto avvantaggiarsi ingiustamente sugli altri; se è commessa perché ne giovi il partito danneggia direttamente anche la democrazia e credo che continuiamo a risentire anche oggi dei danni di allora».
La legge può far qualcosa?
«Penso che la corruzione non si contenga moltiplicando i reati e aumentando le pene, ma facendo vedere che danneggia anche chi la pratica. Occorrono educazione, formazione, prevenzione».
Il suo ex collega Davigo non sarebbe d’accordo
«Dice anche lui che nei Paesi anglosassoni i ragazzi non copiano a scuola perché sono convinti che, facendolo, danneggiano solo se stessi. Se le regole si comprendono, poi si applicano di conseguenza».
E i nostri ragazzi perché non hanno questa convinzione, manca l’esempio degli adulti?
«Gli adulti insegnano quel che praticano. Seguono spesso le regole della convenienza e dell’opportunismo piuttosto che quelle della Costituzione, che ha come punto di riferimento il riconoscimento della pari dignità e quindi della lealtà nei confronti di tutti. Credo che la ragione risalga nel tempo: siamo stati spesso dominati da Paesi stranieri, vediamo le istituzioni come nemiche e manchiamo di senso della comunità. Siamo il Paese dei conflitti, il nostro sport preferito è il litigio. Lo si vede anche in politica, dove sarebbe invece necessario dialogare tra diversi modi di intendere. La politica oggi consiste esclusivamente nel delegittimare l’avversario».
Cosa che spesso avviene attraverso lo strumento della giustizia e l’opera dei pubblici ministeri
«La giustizia viene tirata o si tira in mezzo».
Perché vuole abolire le carceri, dopo aver mandato in cella tanta gente?
«Non credo più che la prigione sia educativa, mi sono accorto che generalmente non serve alla sicurezza dei cittadini, e vedo che raramente rispetta le persone che ci vivono. A chi è pericoloso va impedito di poter agire a danno degli altri, ma gli vanno comunque garantiti i diritti previsti dalla Costituzione. Se il carcere garantisse spazio vitale, igiene, salute, istruzione, attività fisica e rapporti affettivi, come in altri Paesi, sarebbe meno difficile riguadagnare il trasgressore a rapporti armoniosi con la società. Ma, se guardiamo al carcere in Italia, vediamo che costituisce, salvo rare eccezioni, solo vendetta: imbarbarisce, e crea rancore, e cioè disponibilità a commettere di nuovo reati».
Il Covid-19 ha dimostrato che l’italiano in gabbia sta bene…
«Gli italiani si sono chiusi in casa non per paura delle sanzioni (peraltro tenui) ma perché pensavano che servisse a evitare il contagio, ottimo esempio dell’importanza della comunicazione. Se la gente avesse percepito il divieto di uscire come un’imposizione, l’avrebbe violato, come accade oggi con le regole sul distanziamento».
Torniamo a bomba: se l’esempio non viene dall’alto, e neppure dai magistrati, che sono i sacerdoti della giustizia in terra
«Se la cultura generale è quella della convenienza di parte e dell’opportunismo, è ovvio che ne siano contagiati anche dei magistrati. Anche per loro, però, come per qualsiasi altra categoria, non farei di ogni erba un fascio».
Molto interessante e sono quasi totalmente d’accordo anche se su alcuni punti avrei dei dubbi: abolizione delle carceri e poi? Quali soluzioni alternative propone Colombo? Dove metterebbe i corrotti, categoria infima e dannosa per l’Italia? Le sanzioni non sono state “tenui” e purtroppo la chiusura da molti ora è considerata una imposizione
Esagero dirle: e daie co’ ‘sti corrotti ! Lei che ha studiato sa che che questa categoria è sempre esistita dai greci ai romani. Assieme alle tante altre facili poi da individuare. Buoni contro i cattivi, dalle favole ai films. Che poi la vita è un film. Dai politici mi aspetto che facciano il loro dovere, soluzioni con leggi, che accontentino alcuni e non altri, non si può fare diversamente nella vita reale. Che mi dicano cosa vogliono fare loro e chi li ha eletti in modo che, se d’accordo, li rivoto altrimenti volgo lo sguardo verso altri lidi. Ci sarebbe una categoria di politici da combattere, quelli che non sanno fare il loro mestiere o lo fanno male, sbagliano, dicono una cosa oggi e una diversa domani. Conte Governo, dice tante cose , riempie borse di niente, parole promesse.Ma metterei in discussione il progetto di quel “popolo” che li ha eletti. E poi è vero che io sono migliore di altri ? La penso diversamente. Con le sole leggi e carceri una società può perire e lei nella storia può trovare esempi. Con Weber anche.
La scuola con Azzolina. Presidi abbandonano il Nord per ritornare al Sud. Si assumono insegnanti per sfogliare quel settore in esubero: Che si fa ? Si riducono il numero degli alunni per classe, sfruttando il Covid, ma poi mancano le aule e il problema non si risolve perchè manca sempre lo elemento principe: gli studenti. Oggi si gode dei tanti centini ma anche nel ’68 tanti si laureavano con “bei voti” e dentro c’era poco. Mettiamo alla sbarra la Azzolina, Conte ?
Gentile signore ho citato la categoria dei corrotti rispondendo al suo intervento altrimenti anch’io considero la corruzione uno tra i tanti mali della società e della politica e non IL problema. L’Italia è un crogiolo di problematiche, di disservizi, di incoerenza e di indifferenza. Popolo e politici sono le due facce della stessa medaglia: quella di andare avanti finchè non mi si toglie il pane, il cellulare, la casa. Il popolo italiano ancora non sa trovare un proprio leader (non politico) che lo aiuti a essere consapevole di come muoversi in questo marasma. Chi scegliere? Le dico la verità, non lo so. Non mi fido più di nessuno. Si vota, il partito votato va al governo e non mantiene le promesse per motivazioni sempre attribuibili “agli altri” o fa il contrario di quello che vuole la gente. In questo momento sono molto pessimista, sembra quasi che l’Italia non abbia futuro. I pilastri della società sono la scuola e la sanità, entrambe umiliate, annichilite. Gli studenti, i centini del ’68 e l’Azzolina….elementi della stessa ruota. Lei mi dice che devono essere i “maestri” a dare l’esempio….E io mi chiedo quale esempio? Chi ha creato il ’68? Chi ha dato una risposta costruttiva al 68? Nessuno. C’è stato solo il gioco politico manipolatore alla faccia della crescita sociale, culturale dell’Italia del tempo
Lasciando perdere le inutili diatribe razza-etnia e debito pubblico del solito fustigatore ma mai di se stesso e ripetitivo nelle argomentazioni da anni; lasciando perdere tutte queste chiacchere si è mai chiesta come mai tanto dire sul Floyd americano il cui responsabile è stato trovato e punito, niente si dica su quotidiani e e da Governi, italiano compreso, della repressione cinese di Hong Kong ? E su questo tace anche il blogger Pezzali, simpatizzante Cina, che non pubblica un mio post ch gli chiede il suo pensiero sui fatti.
Quello che mi inquieta gentile signore è il silenzio quasi assoluto del governo italiano rispetto alla repressione comunista violenta in atto ad Hong Kong dopo l’entrata in vigore dal primo luglio della nuova legge sulla sicurezza nazionale cinese che punta a soffocare ogni voce critica sulle autorità locali con arresti di massa e processi spesso arbitrari. Chiedere democrazia in Cina è peggio del diffondersi del Covid-19 con la polizia che picchia e carica senza guardare in faccia nessuno e squadre antisommossa pesantemente armate che hanno usato proiettili urticanti e gas lacrimogeni per disperdere i manifestanti, soprattutto giovani.
Andando sul leggero. 1. CERCATE IL VERO GENIO DI MORRICONE DI CUI IL COMPOSITORE SI E’ SEMPRE VERGOGNATO? 2. MOLENDINI: “ALLORA ASCOLTATE IL GIRO DI BASSO DI ‘’SAPORE DI SALE’’, I FIATI MESCOLATI ALLE VOCI IN ‘’A-A-ABBRONZATISSIMA’’ DI EDOARDO VIANELLO, LE TROMBE CHE ANNUNCIANO LA MAGNIFICA CAVALCATA DI ‘’SE TELEFONANDO’’ DI MINA, L’INTRO SINFONICO CHE FA DA APRIPISTA A ‘’GIRA, IL MONDO GIRA’’ DI JIMMY FONTANA, IL BARATTOLO CHE ROTOLA PER GIANNI MECCIA…
3. DA MORANDI ALLA PAVONE, GLI STREPITOSI ARRANGIAMENTI DI MORRICONE PER L’RCA DEGLI ANNI ’60 HANNO DATO VITA E POLPA AL POP ITALIANO. MA LUI SE NE VERGOGNAVA: ”LA MIA VITA È STATA SEGNATA DALLA PAURA DI RESTARE SENZA LAVORO, DI NON PORTARE SOLDI A CASA”……6.7.2020 http://www.dagospia.com
Se dal sughero si comprende la bontà del vino e del produttore, direi che questi post dei nuovi costituenti OT provincialotti perditempo il tappo è di plastica e il contenuto sono aceto e fanno risaltare l’incoltura politica, l’invidia la mancanza di rispetto per dirne poche. Ci sarebbero altri argomenti su cui confrontarsi, più attuali e realistici tipo nuovo governo piano di riforme processi Berlusconi e magistratura, statua di Colombo buttata a mare, tanto per dire.
Gentile Paola (non Egr. pur con E maiuscola), lei ha mai visto un albero di mele fare un anno pesche e l’anno dopo pere a comando? Non esiste UNA Costituzione buona per ogni paese, ma tante che riflettono le varie situazioni esistenti in una Comunità-paese che si vuole regolamentare.
Che poi con l’andar del tempo e il cambiamento dei rapporti sociali interni, si possa-debba modificare, altro discorso e questo può avvenire solo da un confronto interno fra le parti sociali i cui intressi si modificano continuamente. Guidate, varda ti, da politici o similia, capi comunque. E ci sarà chi riesce ad imporre il proprio punto di vista e chi no. Vinti e perdenti. Comandanti e subordinati, dipende dalla stoffa.
Politici, si dimentica spesso che sono gente vissuta fra di noi ed eletta da noi. Con tutti i difetti e pregi che ogni generazione ha in sé. Oggi in Italia abbiamo avuto una infornata di “inesperti” incapaci a fare politica e gestire la cosa pubblica nel modo sostenuto dagli altri. Portano avanti il loro pensiero, modo di vedere la vita presente e futura. Per portare avanti un’altra visione, bisogna eleggerne altri. MA non è che una volta eletti “i migliori per noi” diventano disonesti brutti e cattivi ecc. ecc. Ogni giorno l’eletto deve decidere fra vare opzioni per far andare avanti la baracca accontentando alcuni e no altri. Si deve “Sporcare le mani” come si dice mentre c’è chi fa il sapiente, tenendo, le mani in tasca, pulite e critica ponendosi al di sopra di ogni cosa ( mi pare di vedere il leone che, forte della sua fama ringhia al domatore ma poi ubbidisce ai suoi segnali). Ecco perché, volgarmente si dice che la politica è “sporca”,il business privato “sporco” ma è solo DIFFICILE.
Provate a farvi eleggere in Consiglio Comunale (chi vi vota deve credere in voi) e vi renderete conto come è facile criticare da fuori.
(vado in testa del blog per necessità di spazio)
Quindi secondo lei la Costituzione italiana va lasciata così o potrebbe essere adeguata alla nuova realtà del terzo millennio? Se sì con quali presupposti?
C’è già stato un tentativo da cambiare una parte, articoli, della Costituzione ma il Referendum è stato bocciato dalla maggioranza degli italiani. Quindi non siamo ancora pronti, la società risente ancora e accetta, quello deciso, accordi fra la varie rappresentanze politico-sociali dai Costituenti Per non parlare del sesso degli angeli, bisogna indicare cosa, quale articolo, come ( e non è questo il luogo). Per un confronto politico-sociale serio, bisogna liberarsi dal considerare gli altri e i politi-parlamentari, e dal credere le proprie idee quelle giuste quasi universali, e chi siede in parlamento ladri, brutti e cattivi e credere che, perchè eletti ,siano Santi e diversi da noi che restiamo peccatori.
Guardi, Egr. Vacalepre che “etnia e razza” non sono sinonimi, come sostiene lei, sotto. Nell’ Art. 3 della nostra Costituzione si parla di “razza” che sulla stregua delle tragiche dottrine prebelliche attesta la presenza di sostanziali differenze genetiche tra gli abitanti terrestri. Tanto convinti erano i padri costituenti di questo inesatto concetto scientifico che nel suddetto Art. 3 si stabilisce che tale diversità (come per le citate differenze di sesso, lingua, religione opinioni politiche, condizioni sociali e personali) non sia fonte di distinzione. Il che sottende il pensiero che non solo esistono le razze ma che la loro inconfutabile differenza possa deprivare i cittadini della “pari dignità sociale” e di esser considerati ” uguali di fronte alla legge”. Come vede un bel problema, ‘sto passaggio dell’ Art. 3. Poi se si voglion chiudere gli occhi e difendere l’indifendibile…
Egregio Signor Bastanzetti io non ho MAI sostenuto che razza ed etnia sono sinonimi, rilegga tutto ciò che ho scritto. Le ripeto ciò che le ho già scritto in una mia risposta. La Costituzione è perfetta, io in senso generale contro ogni razzismo ho parlato di una razza, quella umana come quella animale poi divisa in specie, noi siamo divisi in etnie a seconda dell’ambiente, tradizioni, culture e leggi, società ed etica. Creda, glielo dice una miope: io non chiudo mai gli occhi, semmai, quando non ne posso più, mi tolgo gli occhiali per non leggere ciò che vuol capire quello che lei non vuole capire (28/06/2020)….. Buona giornata
“La Costituzione è perfetta” Questa sua affermazione, Egr. Vacalepre, sarebbe altro strepitoso spunto di discussione. Come stabilire la perfezione di una Costituzione? da stile di scrittura ed aulicità dei princìpi esposti o dal suo grado verificato di attuabilità ed attuazione a distanza di 74 anni? Ad esempio, nel concreto, pare generoso definire perfetta una Costituzione che ha permesso alla politica di produrre un debito pubblico mostruoso come quello italiano, che ammazza il futuro dei giovani, tra l’altro sempre più disoccupati nonostante la “Repubblica sia fondata sul lavoro”…
Da ciò che le ho scritto il 28/06/2020 (più volte richiamata quella risposta): “L’art.3 è uno degli articoli più belli della nostra Costituzione”. Questo ho scritto e NON che la Costituzione è perfetta. E’ un ottimo testo che risale al 27 dicembre 1947 quando ancora gli animi erano in subbuglio e il contesto socio-politico era un incrocio di storia e dolore. Probabilmente è stato un valido compromesso ideologico capace di superare quegli anni bui e difficili permettendo di affrontare il terrorismo di destra e sinistra e di arrivare ai giorni nostri, traballanti ma integri. Sicuramente la Costituzione andrà cambiata, siamo nel Terzo millennio e i contesti non sono più quelli del 1947/48 ma non come si cerca di fare, piccoli aggiustamenti, ometti, aggiungi…. Ma mi chiedo considerato che la Costituzione italiana non è il risultato di una rivoluzione democratica e liberale o di una lotta di liberazione nazionale, chi è in grado attualmente in modo onesto, competente e colto di aggiornarla? Non vedo nessuno all’orizzonte. Infine chi ha prodotto mostruosità economiche, sociali sono i nostri brillanti uomini politici più attaccati ai privilegi e alla poltrona che alla correttezza costituzionale pur vecchiotta ma a livello di legge sempre valida. La Repubblica è fondata sul lavoro ma se questo lavoro non viene retribuito e la stessa dannata politica fatta da uomini avidi e ipocriti, lo svilisce facendo fallire l’economia italiana tra un’ Europa sempre più interessata ad essere a due velocità e il soffocamento della piccola e media industria, mi dica lei anche se avessimo una Costituzione moderna e agile chi la rispetterebbe? Perchè i nostri cari onorevoli, deputati la stanno rispettando?
Gentile signora. la Costituzione Italiana può essere paragonata a una cornice di un quadro costruita, concordata da un insieme di “artisti” detti Costituenti. dopo una guerra che è costata vittime. Non poche. La tela l’hanno lasciata in bianco delegando altri, i Governi quindi la Politica, a scegliersi i colori e decidere il/i soggetti. Insomma due cose ben distinte. Quindi non è la Costituzione che ha provocato, non solo in Italia, il disavanzo di bilancio ma “i pittori delle tele. Come un tempo si dipingevano, per sopravvivere, scene celestiali su mandato di Papi e Casati, così oggi si spende denaro per acquisire voti per governare. Gode quella parte di Comunità che ne beneficia. Oggi sono chiamati a fare “Consulenti” amici di Di Maio & C. magari discKgiochei prima, a 50mila euro al mese. Per non dire del presidente INPS oggi in difficoltà. Prima, con i partiti tradizionali, lo stesso che magari si chiamavano agricoltori e altri in difficoltà post guerra. Alitalia p.es. e Aziende pubbliche ricche di offerte lavoro per amici. Ma è così anche nella vita normale se guarda bene, prima l’amico e dopo l’altro. Il merito conta si ma .. Quindi mai confondere la cornice con la tela che contiene. Poi io ho visto diversi cittadini, moralisti e onesti rivoluzionari ( Dio ci guardi da questi) che una volta in politica diventano come il leone ammaestrato di cui in altro post. Insomma la Politica non è che la vita di ogni giorno portata a livello più alto dove si deve decidere anche per altri e l’errore è più facile farsi che il bene.
Esatto, Infatti ho detto che se anche la Costituzione “avesse bisogno” di un adeguamento, gli errori sociali, economici, burocratici li fanno gli uomini: coloro che guidano il Paese, cioè i politici imbrattando la bella tela bianca. Così è e così purtroppo sarà perchè è nel DNA della politica nostrana l’individualismo accaparratore invece che il bene collettivo
Sembra non sia d’accordo neanche sul cognome della blogger o è una licenza giornalistica ?
Cambiare argomento per passare ai 14 post. Mi ritorna alla memoria un record sui 5000 metri di un signore in età di Vittorio, che potrebbe essere un suo parente. Lo è ?
Era mio padre. Giovanni Vacalebre, Campione mondiale Over 90 di marcia
“La seconda ragione sta nella “classicità” di Weber, nel sentimento tragico della vita che abbiamo oggi del tutto rimosso. Per noi, i “cattivi” sono ineliminabili ma è rassicurante che la nostra intelligenza – razionalista e universalista – sappia individuarli con certezza. Per Weber, invece, i valori sono spesso conflittuali e incompatibili. Come scriveva nel 1919 «Oggi riconosciamo che qualcosa può essere sacro non solo malgrado il fatto che non sia bello ma perché e in quanto non è bello (ne trovate le prove nel capitolo 53 d’Isaia e nel salmo 21); e che qualcosa può essere sacro non solo malgrado il fatto di non essere buono, ma proprio perché non lo è, così come c’informa di nuovo Nietzsche, e nel modo che voi già trovate illustrato nei Fiori del male, come Baudelaire chiamò la sua raccolta di poesie; ed appartiene al buon senso di tutti i giorni riconoscere che qualcosa può essere vero sebbene non sia ed anzi perché non è né bello né sacro né buono».
E’ un discorso non certo congeniale a un’epoca come la nostra in cui il “buono” cancella tutte le altre virtù antiche e moderne e la statua di Cristoforo Colombo viene fatta a pezzi” . Di Dino Cofrancesco
Oggi anche su http://www.simofin.com articolo completo
Ottima e colta osservazione. Grazie
Ripartiamo perché non capisco e ha ragione la signora Da Ros scrivere nel suo blog: “ .. dobbiamo davvero parlare di parole con le parole”
Lei scrive. “..ma l’uomo non è in grado di seguire la propria coscienza con il risultato che spesso viene piegata all’ideologia e al profitto” Cosa vuol dire? Domanda che si aggiunge alle altre del primo mio post.
Cita Bauman, leggo prima comunista leninista e poi, letto Gramsci, socialista marxista, che insiste su “..Se non c’è l’io l’atto morale non c’è. La morale quindi è un atto del tutto individuale, ma crea la società ” “specifica che questa libertà di donarsi è sempre dentro a certi vincoli e costruzioni dati da una struttura che è, appunto, la società…” Lei vuol dire che ai partiti, circoli sindacati il Terzo Potere, profitto, differenze culturali debbono essere sostituite, perché amorali ? Vorrebbe cambiare, per risolvere i problemi dell’oggi, cambiare struttura l’organizzazione di questa “società”, democratica dello Stato oggi esistente nei paesi occidentali economia compresa per sostituirli con la “morale” baumiana, (sempre che io abbia capito Bauman) e quel concetto liquido, in Italia tradotto anche fluida,,”.. non poter comprare l’essenziale, ma sul non poter comprare per sentirsi parte della modernità.. formando “vittime che si controllano” che poi, “il consumo”, è anche ciò che spinge una parte dell’immigrazione a lasciare i propri paesi. E porta a formare, nei nostri, i detti “buonisti”
Bauman è intervento anche sul sesso. “..con aggiornate strizzate d’occhio alla fluidità dei corpi e alle teorie genderiste. Anche se lui, parlando degli “usi postmoderni del sesso” (2013) non era proprio convinto che andasse tutto così bene “. E’ morto a Leeds nel 2017. Spero di non aver fatto tanta confusione.
Davvero, stiamo parlando di parole con le parole.
Quante domande interessanti! La nostra coscienza dovrebbe fare scelte seguendo quella dignità umana che è alla base di una società civile ma purtroppo è diventata “liquida”, pronta a prendere le forme delle ideologie dominanti, di potere soprattutto quello politico-economico tradendo l’aspetto etico e umano. Baumann: nel prendere il suo concetto di “liquidità sociale” mi estraneo completamente dal suo pensiero politico perchè dovremmo essere onesti, cioè anche se non condivido la sua ideologia non posso negare che questo concetto è valido e rispecchia la realtà contemporanea.Non dico di sostituire le strutture e le organizzazioni presenti in una società democratica ma di pretendere che siano corrette, oneste e autenticamente dalla parte del cittadino. Strutture e organizzazioni che diventano amorali quando le persone che le formano seguono i profitti individuali anzichè il bene collettivo. I buonisti rappresentano l’ipocrisia che si basa sulle parole delle parole senza considerare la verità effettuale come la chiamava Guicciardini
Carissima nelle strutture si muovono gli uomini che non sono santi ne quando fanno politica ne quando dormono, magari russano disturbando, ne quando lavorano. Come si riconosce “autentico” un uomo ? Alcuni si costruiscono paraventi tipo “bene comune” magari avendolo calpestato, sfruttato nella sua breve vita. O se la prende con il “profitto” leva importante per far procedere in avanti una società e, in contemporanea, ricercarlo con messaggi ad hoc, diciamo “per far sapere chi siamo” E così la vita continua e Mina cantava “Parole, parole..” E nei blog compaiono le foto sue e dell’ex Direttore che, guardate al mattino, danno la gioia per le successive ore del giorno. Un saluto
Il Mondo non si regge più sugli equlibri.
1– “DA UN ECCESSO ALL’ALTRO – SULL’ONDA EMOTIVA DELLE PROTESTE PER LA MORTE DI GEORGE FLOYD, IL CONSIGLIO COMUNALE DI MINNEAPOLIS VOTA ALL’UNANIMITÀ PER L’ABOLIZIONE DELLA POLIZIA – L’IDEA E’ QUELLA DI SOSTITUIRE LA FORZA DI POLIZIA CON UN “DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE”, COMPOSTO DA “UFFICIALI DI PACE” CHE GARANTISCANO LA SICUREZZA CON UN “APPROCCIO OLISTICO E ORIENTATO ALLA SALUTE PUBBLICA” (AUGURI) – MA IN CITTA’ INIZIANO I PRIMI GUAI…Roberto Vivaldelli per http://www.ilgiornale.it
2-L’ODIO dei politicamente corretti “Verrebbe da chiedere: là fuori c’è ancora qualcuno normale? C’è ancora chi pensa che, se facciamo vedere Aladdin o il Libro della Giungla ai nostri figli, non li cresciamo come pericolosi razzisti? C’è ancora chi ritiene carta straccia l’articolo di Variety in cui bolla come “film scorretti” capolavori come Indiana Jones o Forrest Gump? C’è ancora chi strabuzza gli occhi nel vedere i colossi dei prodotti di bellezza fare a gara per far sparire dai propri magazzini le creme sbiancanti? Secondo me siamo rimasti davvero in pochi. O, per lo meno, in pochi siamo disposti a far sentire la nostra voce. Forse perché sappiamo che a dire l’ovvio ci si becca le accuse peggiori”. Da IL Loft di Andrea Indinini ilgiornale,it
E’ pazzesco constatare come il tentativo ridicolo di aggiustare il tiro di una situazione delicata si traduca in un’accozzaglia “olistica” di stupidaggini deleterie per una società civile. Siamo ad un rigurgito parossistico di idiozie politicamente (s)corrette
“Anche Woodrow Wilson cade sotto l’onda antirazzista, Princeton cancella il suo nome
La prestigiosa università prende le distanze dal presidente degli Stati Uniti e premio Nobel per la pace, che ne fu studente e rettore..”
In attesa di provvedimenti contro Gesù e Maria, non manca molto.
Spiace ricordare che il concetto di “razza” , cioé la loro esistenza, é asseverato all’ Art.3 della Costituzione Italiana; quella definita la più bella del mondo. E che nessuna forza politica, mancando pure pressioni a ciò rivolte dalla società civile, a tutt’ oggi si stia impegnando per emendare questo Articolo. Che si voglia ignorare o censurare questa evidenza è pure significativo…
L’art.3 è uno degli articoli più belli della nostra Costituzione. La disquisizione sul termine di razza è imperniato sul voler precisare come la razza umana non abbia differenze, le uniche riguardano disposizioni geografiche, appunto come le etnie.
Dunque neanche lei Egr. Vacalepre, nulla eccepisce sul fatto che un art. fondamentale della ns. Costituzione attesti la esistenza di differenti razze.
Certo che esistono “etnie” diverse chiamiamole pure razze ma la diversità non presuppone MAI la superiorità di una rispetto alle altre. Parliamo invece di differenze di mentalità, sensibilità, leggi….e altro e su questo piano si accendano pure le discussioni.
PaolaA. Vacalebre
Vuole farmi dire che esistono differenti razze contraddicendo quello che più volte le ho ripetuto? L’Art.3 della Costituzione recita così: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. Siamo nel 1947/48 e la modernità di questo articolo è preziosa. Non che esistono razze differenti ma che non ci devono essere distinzioni. Potenza della semantica e del rispetto
Che bello, si fa per dire. Da dove si comincia, come si procede? Lei è esperta della scuola. Da chi si comincia, studenti professori, famiglie Governo, altri ? Le differenze fra gli uomini, fra uomini e donne, come le annulla e verso l’alto, l’intelligenza o verso il basso ? Si comincia da chi più ha o da chi non ha ? Chi convincerà il Covid a non accanirsi con gli anziani ma di essere più equo ? Ci sentiamo domani mattina . Buonanotte.