QUANDO I FILM ACCENDONO LA REALTA’
Un film tra i tanti senza pretese, in una serata di quarantena. “Made in China napoletana” di Simone Schettino. In un’epoca contemporanea la Cina aveva preso il sopravvento sull’ economia mondiale e il mondo faceva parte del grande colosso dell’ EuroAsia, una possente e unica estensione economica e politica: negozi, servizi, prodotti erano cinesi, con la globalizzazione infatti il prodotto più economico monopolizza il mercato. Uno scenario che conosciamo: strade fumose con luci soffuse delle insegne dei pub dei quartieri bassi mentre palazzi come alveari slanciati nel cielo e brulichio di ampie strade quelli medio-alti. L’Italia pur facendo parte della regione euroasiatica, mantiene le proprie caratteristiche e la propria mentalità anche se costretta a vivere secondo le leggi del sistema, mangiando alla cinese e riducendosi addirittura a farsi la plastica facciale per poter lavorare. Napoli è la città in ci si svolge la storia, l’atmosfera è quella classica tutta napoletana, traffico caotico e schiamazzi sui vicoli in cui però non si affacciano le solite bancarelle di frutta secca e ristorantini tipici bensì sono quelle stesse stradine umide affogate nel fumo dei vapori dei ristoranti cinesi con le luci intermittenti colorate dei negozietti di souvenirs napoletani e cinesi uguali ad ogni viuzza di ogni Paese. E’ tra questi vicoli abitati dalla gente verace, passionale e intrallazzona che scorrono le movimentate vicende del film. Vittorio, il protagonista della storia, è un giocattolaio pieno di debiti schiacciato dalla concorrenza cinese che pensa di prendersi una rivincita svaligiando la cassaforte del rivale. Ma tutto non va come previsto e Vittorio per fuggire dai vincoli soprattutto economici dei cinesi, per cui è proibita ogni produzione dei beni sia primari che secondari, industriali e artigianali locali e nazionali, ricorre “al vecchio e sano contrabbando” del falso Made in China”, cioè producendo prodotti tipici italiani e spacciandoli per cinesi. – Un paradosso, ma nemmeno tanto se pensiamo ai fatti di cronaca sui prodotti alimentari di questi anni. – La gente prima abituata a mangiare spaghetti con la pummarola n‘coppa e la pizza, si trova ora nello sconforto più nero nel mangiare involtini primavera, alghe, riso alla cantonese e inizia a comprare di contrabbando, i prodotti italiani. E tutti vissero felici e contenti…. Contenti nell’ invenzione cinematografica perché fa tremare l’idea di entrare a far parte di un altro grande contesto politico rispetto a quello europeo (a prescindere dal sistema ideologico) senza nessuna identità di principi e valori condivisi né mentalità tra tradizioni e ceppo linguistico. L’idea di una politica sovrapposizionista e dittatoriale che impone il proprio stile di vita in ogni territorio è un crimine contro i diritti umani e chi cerca di giustificarla è complice di tale crimine. Come ci muoviamo oggigiorno? Cosa dice la geopolitica sulla probabilità che accada tale impostazione di sistema che a volte non sembra proprio impossibile e lontana dalla realtà? Esistono i trenta denari per comprare la libertà degli uomini? Accanto a queste domande che mi sono posta a margine del film, un altro pensiero è affiorato e questo ancorato all’attualità, come è facile distruggere l’economia di un Paese, piegarla alla condizione di rendere le persone obbligate a vivere e lavorare sulla misura di un Governo dispotico e oppressore. Un Governo che costringe i cittadini a pagare tasse che anziché arricchirli li priva della libertà di scelta del proprio quotidiano con leggi assolutistiche. Una autoritaria politica economica che impedisce investimenti è una politica che uccide il cittadino. L’amara metafora del comprare di contrabbando il Made in Italy in Italia, è fortunatamente lontana dalla nostra realtà perché in Italia vigono uno Stato di diritto e una sovranità popolare che pur quanto difficile sia la loro gestione, ci permette ancora di decidere sulla nostra vita e sulle nostre scelte. E speriamo che non siano un film…..
Dalla realtà al film (comico)
1- Tra marzo e aprile in Italia ci sarebbero stati 19mila decessi da coronavirus in più di quelli annunciati
2-pur di sostenere il turismo il governo invita i tedeschi
3-scuola, siamo passati dal vecchio 6 politico al 6 e mezzo e così si continua a formare le nuove classi dirigenti. Le manipolazioni sulla testa degli studenti ( che contano sempre meno)