“e-Learning” e “Smart working”: il legame è stretto!
Leggendo sui social network diversi post e commenti ho notato che sta consolidandosi l’idea: “passata l’epidemia di COVID-19 la nostra vita non sarà più come prima“.
Senza dubbio il dopo-epidemia sarà duro per tutti e su diversi fronti, innanzitutto su quello psicologico: penso ai bambini e mi domando quali riflessi avrà avuto questa esperienza su di loro; ho incontrato degli anziani e anche se stavano bene, ho visto nei loro occhi il terrore di morire, quali saranno i loro comportamenti in futuro nei confronti della società? Anche noi adulti non siamo infrangibili, penso a coloro che soffrono di depressione o di crisi di panico ed immagino che in questo periodo abbiano aumentato le dosi dei loro farmaci…
L’altro fronte è quello economico: la ripresa arriverà, ma sarà lenta e dura specie per il settore del turismo e per i piccoli imprenditori che dispongono di una liquidità limitata.
Però questa esperienza non sarà stata solo negativa, quanto abbiamo vissuto ci sta facendo maturare e siamo più consapevoli del fatto che ormai non possiamo ignorare di vivere in un mondo globalizzato dove i confini sono solo sulle mappe geografiche.
Abbiamo anche imparato che una nazione non può delocalizzare tutte le lavorazioni sulla base del puro costo della manodopera e del manufatto, la lezione è stata durissima: il nostro sistema sanitario paradossalmente è andato in crisi anche per la mancanza di mascherine dal costo di pochi cent!
Da questa vicenda abbiamo imparato, soprattutto, a studiare e a lavorare a distanza utilizzando i mezzi informatici e abbiamo messo a punto nuove strategie di apprendimento e di comunicazione.
Quindi sono questi i due argomenti sui quali desidero soffermarmi:
e-Learning
Dapprima le università e poi tutte le scuole di ordine e grado si sono dovute adeguare all’insegnamento a distanza per non fare perdere l’anno scolastico agli studenti.
L’adattamento è stato necessario sia per i docenti, sia per gli allievi che hanno dovuto prima prendere confidenza con le nuove tecnologie, poi elaborare i nuovi metodi di insegnamento e di apprendimento.
Io ho due figli: Davide, che sta frequentando il primo anno di università ed Alessio, che quest’anno conseguirà la licenza media; ascoltando loro, che sono abituati a navigare in internet, video-chiamare gli amici ed apprendere nozioni dai canali YouTube, non è stato un grande sforzo seguire i professori via Skype.
Mentre sono buffi gli aneddoti che mi hanno raccontato riguardo la bonaria goffaggine dei loro professori alle prese con le nuove tecnologie.
Ovviamente stiamo parlando di un’emergenza repentina, quindi sono assolutamente comprensibili il disagio e l’impreparazione degli insegnanti. Immagino che solo pochi di essi avessero sperimentato, prima d’ora, le videoconferenze per insegnare.
“Smart Working”
Una situazione analoga si è creata nel mondo del lavoro, sono anni che si parla di operare da remoto, ma solo poche aziende, prima dell’epidemia, lo avevano realmente istituzionalizzato come una normale forma di prestazione. Anche in questo caso penso che sia stato più semplice per i dipendenti adeguarsi alla nuova modalità di lavoro, rispetto ai titolari ed i manager delle imprese.
Cosa accadrà all’e-Learning ed allo Smart Working dopo l’emergenza del Coronavirus?
Leggendo i giornali mi ha colpito la notizia che in Cina è attiva dallo scorso febbraio una piattaforma didattica alla quale possono connettersi contemporaneamente 50 milioni di studenti. Apprendo inoltre che il Governo cinese investirà importanti somme sulla didattica a distanza, anche allo scopo di agevolare l’insegnamento nei remoti villaggi presenti sul territorio. Leggo ancora che non sarà solo un investimento di carattere informatico, il Ministero dell’Istruzione cinese varerà un programma su scala nazionale per formare i docenti e selezionerà, per la diffusione delle lezioni da remoto, coloro che avranno le doti comunicative ed empatiche per attirare l’attenzione degli studenti, verranno inoltre realizzati una serie di contenuti digitali (video, questionari interattivi, piattaforme di studio) per impreziosire la didattica.
Riguardo lo Smart Working, sono sempre i cinesi ad indicarci una valida strada, in Cina, per esempio, certi ruoli di tipo commerciale vengono concepiti senza prevedere la presenza in ufficio del dipendente.
Mi capita spesso di raccontare l’esempio concreto che vidi attuare con successo da una grande azienda cinese nel 2012: in quell’anno quella società decise di aprire più di 10 filiali commerciali in Europa in appena 6 mesi e riuscirono nell’intento senza pagare alcun costo immobiliare!
In pratica il loro responsabile vendite europeo, che era a capo anche dell’unico magazzino logistico in Europa, assunse in ogni nazione del Continente un venditore con un contratto a tempo pieno in smart working, il quale, lavorando per obiettivi, aveva il compito di gestire autonomamente i clienti nazionali operando dalla propria abitazione.
L’headquarter cinese, oltre allo stipendio del dipendente, pagava solamente il noleggio a lungo termine dell’auto concessa in comodato d’uso e la linea ADSL.
Quindi finita l’emergenza del COVID-19 e prendendo in considerazione questi spunti, dal mio punto di vista le cose dovranno essere meglio di prima: la scuola disporrà di un nuovo potente strumento per allargare la didattica, le lezioni in classe sono assolutamente indispensabili, ma l’insegnamento a distanza potrà essere considerato un mezzo per integrare lo studio, o nei casi di prolungate assenze da parte dei professori o degli allievi, un metodo per non perdere il contatto con la classe.
Il lavoro da remoto (per qualche giorno al mese) sarà una grande opportunità per le aziende, per risparmiare sui costi, per fidelizzare i dipendenti e per sviluppare sempre di più un lavoro di qualità basato sugli obiettivi piuttosto che sulle ore timbrate sul cartellino; mentre per i dipendenti sarà il modo per conciliare meglio gli orari di lavoro con le esigenze familiari ed essere più responsabili del proprio operato.
Adesso torniamo al titolo di questo articolo, penso che sia logico ora comprendere il nesso tra e-Learning e Smart Working ed il perché del loro stretto legame.
L’esperienza che abbiamo vissuto deve condurci ad un nuovo sistema scolastico, nel quale le lezioni in classe saranno intercalate con l’insegnamento e l’apprendimento da remoto ed i programmi ministeriali dovranno prevedere l’inserimento di contenuti multimediali aggiornati.
Bisogna puntare a questo risultato perché tutto il mondo del lavoro sarà in netta evoluzione e noi saremo in competizione con i paesi stranieri.
Una scuola “digitalizzata” contribuirà a formare in maniera più completa gli studenti, ma soprattutto sarà proattiva a preparare i futuri diplomati e laureati a lavorare in maniera responsabile ed efficace, in un mondo nel quale le aziende prediligeranno le risorse in grado di fornire prestazioni e risultati anche senza recarsi in ufficio!
#iorestoacasa
Daniele Pezzali consulente in Procurement & ICT (visita: https://www.danielepezzali.com/)
Ciao Daniele! Benvenuto tra i blogger di OggiTreviso
Grazie Emanuela! Da oggi comincia una nuova avventura!
In apparenza conseguenze positive dell’ epidemia, dunque, come lo è l’ abbattimento degli inquinanti atmosferici dovuto al blocco-traffico. Nella realtà un mondo sempre più digitalmente dipendente dubito conferisca ipso facto maggiori garanzie di progresso individuale e collettivo. Provare per credere…