L’immagine della scolaresca che mi ha fatto provare un tonfo al cuore.
In Cina le scuole hanno riaperto e la foto di questi allievi rientrati in classe mi ha folgorato!
Mi soffermo a guardarla, esploro tutti i particolari, cerco di intravedere, di ogni ragazzo, il volto coperto dalla mascherina, dietro a quella visiera e provo a ricostruirne le parti che sono nascoste.
Perdo il contesto dei minuti che trascorrono.
Socchiudo gli occhi e la fantasia prende il sopravvento, scruto l’ambiente in questa classe di ragazzi quasi a volerne sentire i suoni e gli odori…
Viaggio indietro nel tempo con l’intento di ritrovare “il ragazzino che ero”. Mi sento avvolgere in un atmosfera surreale, i ricordi della mia scuola, dei miei amichetti, della Maestra Laura si sovrappongono all’immagine di questi bambini. Cerco di sedermi nel banco vicino a loro, di respirare quell’aria disciplinata e… mi risveglio di soprassalto!
Frequentai le scuole a Milano e per quanto fossi stato in una classe numerosa, dove all’epoca la disciplina tra i banchi era ancora vissuta con severità, ricordo bene il senso di libertà e di spensieratezza che noi alunni sprigionavamo da tutti i pori. Non parliamo poi del contatto fisico con i compagni di classe, delle azzuffate durante la ricreazione e delle attività sportive dei giochi in palestra nelle quali mischiavamo, fisicità, allegria e tutto il piacere del vivere in comunità.
Didattica a distanza
Ho diversi amici che lavorano nel mondo dell’istruzione e per quanto io non abbia mai insegnato, percepisco una certa sensibilità nel seguire i temi riguardanti l’educazione dei nostri ragazzi. Sarà forse perché ho due figli, il primo che frequenta l’università ed il secondo che comincerà a settembre la scuola superiore.
In questi ultimi due mesi di distanziamento sociale la vita degli studenti è stata completamente stravolta, forse più di quella degli adulti che bene o male hanno continuato a lavorare o per lo meno sono andati a fare la spesa…
Il mondo della scuola, dopo un primo momento di paralisi, è ripartito con le lezioni a distanza, ma quest’anno scolastico rimarrà come una profonda cicatrice nella memoria di tutti gli studenti.
Forse il programma ministeriale non è andato perso del tutto per merito della didattica a distanza. Di positivo c’è che gli allievi delle scuole superiori hanno avuto il vantaggio di testare concretamente i mezzi informatici applicati allo studio.
Il secondo quadrimestre, però, è stato vissuto dai nostri ragazzi in isolamento, senza le emozioni, senza le esperienze collettive delle gite scolastiche, senza le visite alle città d’arte ed ai musei. Un vero peccato!
Comunque sono del parere che anche nel contesto negativo di questa emergenza, ci siano degli spunti interessanti da sviluppare in futuro, mi riferisco ai mezzi informatici sperimentati con successo che sicuramente daranno un importante contributo per completare le metodologie d’insegnamento.
Nonostante ciò dobbiamo rigettare l’idea di una scuola frequentata dagli studenti “al singolare”, perché la collettività vissuta nella classe è parte stessa dell’apprendimento e della formazione scolastica.
Il mio più grande auspicio è quello di vedere tornare i ragazzi nelle classi a vivere le lezioni, in quella normalità tipica della nostra scuola e magari supportata dalla tecnologia per vivacizzare i percorsi di studio.
La foto che toglie il fiato
L’immagine di quei bambini, resi isolati, uguali e privati della loro espressione dalla mascherina e dalla visiera, al punto di necessitare del nome stampato sulla protezione per essere riconoscibili, mi arriva dritta al petto quasi a trafiggermi il cuore!
In quel contesto di scolaresca, indotta ad attrezzarsi in quella maniera per convivere con il virus, dove sono finite le espressioni del volto dei ragazzi? Come si fanno a carpire i loro sorrisi e tutti i sentimenti che traspaiono dalla mimica facciale?
Spero tanto che tutte quelle protezioni debbano essere imposte temporaneamente, giusto per affrontare la fine dell’emergenza, perché non è ammissibile far crescere un’intera generazione, in un “assetto di isolamento”.
Già abbiamo a che fare con i ragazzi che negli ultimi anni si sono rinchiusi in casa nelle ore di ricreazione preferendo videogiochi e smartphone, sottraendo sempre di più tempo alla vita in comunità.
Se a settembre, alla riapertura delle scuole, sarà necessario bardare i nostri ragazzi come la foto qui sopra, allora saranno guai!
Il segreto della creatività italiana è racchiuso proprio nel nostro sistema scolastico tradizionale, che prevede il confronto costante, la vita in collettività, la bellezza di esprimere in libertà la mente ed il corpo!
Mascherina e visiera annullano ogni comunicazione emotiva. Non bisogna essere degli psicologi per immaginare l’impatto negativo sulle prossime generazioni se i nostri ragazzi dovranno essere “schermati” per mesi, o addirittura per anni, con protezioni fisiche e con il distanziamento sociale che inevitabilmente diventerà “isolamento psicologico”.
Ebbene questi poveri ragazzi cinesi stanno pagando un prezzo altissimo e spero tanto che quelle protezioni facciano parte di un provvedimento temporaneo e breve.
Non sarei proprio capace di barattare la mia foto di gruppo fatta con i miei compagni negli anni Settanta con quell’immagine!
Mi auguro di non vedere una foto simile scattata in una nostra scolaresca fra qualche mese.
#iorestoacasa
Daniele Pezzali consulente in Procurement & ICT (visita: www.danielepezzali.com)
Probabilmente si tratta di una scuola di aspiranti saldatori.
Gradisco l’ironia per sdrammatizzare un po’…