Un peso e due misure: paradosso italiano.
Mi trovo a constatare sempre più spesso come noi italiani viviamo in un Paese pieno di contraddizioni, nel quale spesso non c’è una regola che viene applicata in maniera razionale e le Autorità adottano misure differenti per situazioni analoghe.
Non parliamo poi del caos verificatosi proprio durante lo scorso week end, nel quale è stata data la notizia da parte del Ministero dei Trasporti che sui treni ad alta velocità si sarebbe potuto viaggiare a pieno regime occupando tutti i posti omologati nelle vetture.
Questa notizia, diramata proprio poco prima dell’esodo di agosto, ha portato sia Trenitalia che Italo a vendere migliaia di biglietti sui loro treni.
A distanza di poche ore il Ministro della Salute ha ritrattato questa concessione e durante la notte scorsa è stato ripristinato il DCPM che impone ancora i posti alternati sui treni ad alta velocità (vedi articolo di La Repubblica).
Stamane mentre mi recavo in stazione ho ascoltato il radiogiornale ed il cronista ha intervistato delle persone, che pur avendo acquistato regolarmente il biglietto, non si sono potute imbarcare per il problema di “overbooking” venutosi a creare.
Il malumore dei passeggeri è stato eclatante e le compagnie ferroviarie, non in grado di allestire nuovi convogli, hanno risposto dando disponibilità al rimborso del biglietto o ad una prenotazione posticipata mediamente di una settimana.
Il mio viaggio per Verona
In questo istante mi sto recando a Verona per la mia attività di consulenza e ovviamente ho preso un treno interregionale veloce in quanto il posto sulle “Frecce” era esaurito…
Ecco che mi appare dinanzi agli occhi una delle grandi contraddizioni italiane di cui parlavo poco fa!
Arrivo alla stazione di Mestre, su un binario è in partenza il Frecciarossa per Torino, all’accesso del mezzanino ci sono diversi ferrovieri che fermano le persone per misurare loro la temperatura prima di accedere al treno.
Gli altoparlanti della stazione informano i passeggeri, che devono salire sui treni ad alta velocità, di presentarsi 10 minuti prima al binario per consentire la misurazione della temperatura corporea.
Io sono al binario 10, da qui parte il mio regionale, nessuno mi ha misurato la temperatura, il mezzanino è affollato.
Salgo sul treno ed in un attimo i posti sono già tutti occupati… arrivo alla stazione di Padova, il treno si riempie ulteriormente e la gente rimane in piedi nel corridoio della vettura.
Per curiosità vado sul sito di Trenitalia e noto che per andare da Mestre a Torino è possibile farlo cambiando tre interregionali veloci con coincidenze strette, spendendo una cifra pari ad un terzo del Frecciarossa, ma senza posti distanziati.
La “contraddizione sociale”
Ed ecco la bella contraddizione delle Ferrovie Italiane: “puoi viaggiare in prima classe distanziato e sanitariamente monitorato oppure puoi viaggiare in seconda classe accompagnato dallo spettro del coronavirus…”
Mi viene in mente la bellissima canzone “Titanic” di Francesco De Gregori… è vero: in America si poteva andare anche viaggiando in terza classe!
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Caro Daniele prendo spunto, a lei la libertà di pubblicarlo o no, dall’Italia che lei descrive, tante leggi che poi non si riesce a far osservare (ben 400 dice Fraccaro, inutili) e lei sale in treno senza controllo della temperatura.
Ecco lo spunto per dire e far capire la velocità con cui la politica segue e non anticipa, il cambiamento sociale: “Assomiglia davvero a una maledizione biblica il fatto che i dirigenti del centrosinistra, dopo tre decenni passati a spiegarci la rava e la fava sullo spirito del maggioritario e la conseguente necessità di dare al paese coerenti riforme costituzionali, dopo averci bruciato sopra governi e leadership politiche a più non posso, dalla bicamerale di Massimo D’Alema al referendum di Matteo Renzi, si ritrovino ora a dover concelebrare, assieme ai loro giubilanti alleati grillini, il grottesco esito di questo trentennale, fallimentare, sanguinoso sforzo riformatore. Vale a dire la riduzione sostanzialmente arbitraria, per non dire casuale, del numero dei parlamentari. Un taglio – ma sarebbe più corretto dire uno scalpo – motivato da ragioni puramente simboliche (cioè demagogiche, cioè antipolitiche e antiparlamentari), del tutto indifferenti alle concrete ricadute pratiche e democratiche della riforma, chiamiamola così, sul principio di rappresentanza e sull’equilibrio dei poteri…articolo di Cundari” Insomma società ammalata politica confusionaria e non l’inverso.
Non c’è dubbio. L’Italia è una inguaribile malata psichiatrica bipolare ciclotimica. Capace di esprimere (anche contemporaneamente) fasi di demenzialità pura, come quella descritta dall’ Egr. Pezzali, ed altre di cristallina grandezza rinascimentale come la epifania del ponte San Giorgio a Genova.
Concordo con lei Michele, purtroppo di questi tempi le “fasi di demenzialità pura” superano abbondantemente le azioni di cui andare fieri…