Le mascherine all’aperto, le penne in classe, la cuffia in piscina…
Cosa hanno in comune questi tre oggetti?
La volontà e la capacità di usare il cervello!
E’ importante stabilire delle regole, altrettanto giusto è rispettarle ma non siamo delle pecore, bisogna anche, per amor proprio, accendere il cervello.
Quella nuotata in piscina a Shanghai.
Vi racconto un aneddoto che mi è accaduto nel 2006 in Cina, quando all’epoca vivevo laggiù.
Sono arrivato a Shanghai col volo da Hong Kong, viaggio regolare e volo puntuale, mi trovo sul Maglev, il treno veloce che dall’aeroporto di Pudong porta in città. La velocità sfiora i 430 Km/h ed i trenta chilometri di tragitto vengono letteralmente bruciati in meno di cinque minuti.
E’ estate ed il caldo anche qui a Shanghai è umido ed opprimente come nella subtropicale Hong Kong. Non vedo l’ora di arrivare in albergo e fare un tuffo in piscina!
Per le mie trasferte in Cina avevo selezionato, nelle varie città dove spesso mi recavo, una serie di alberghi dotati di una piscina dove fosse possibile veramente nuotare.
Il mio sport preferito è il nuoto ed in passato, oltre a vari corsi, ho acquisito anche la licenza di assistente bagnante.
La piscina dell’albergo internazionale nel quale ho appena fatto il check-in è sul tetto, è una bella piscina rettangolare di almeno venti metri e non vedo l’ora di tuffarmi.
Sono le 5 del pomeriggio, il sole ancora martella con i suoi raggi, l’acqua della piscina è caldissima, anche troppo per nuotare, la vasca è vuota ed è normale visto l’orario.
Indosso gli occhialini e comincio a nuotare vigorosamente, dopo una decina di vasche il bagnino si sporge dal bordo della piscina, mi grida qualcosa di incomprensibile, quasi cerca di afferrarmi durante la virata. Mi fermo per capire cosa sta accadendo.
L’assistente bagnante cinese, con uno stentato inglese mi dice che devo indossare la cuffia, con lo sguardo stralunato, gli rispondo che sono completamente calvo e che la cuffia non serve, gli dico che l’acqua è troppo calda e non ha senso, nel mio caso, mettere la cuffia.
L’uomo insiste, diventa irritante, gli rispondo che la cuffia non la metto perchè non ce n’è motivo e che se vuole può andare a chiamare il direttore dell’albergo! Così riprendo a nuotare più carico di prima.
Dopo 15 minuti arriva a bordo vasca un signore distinto, mio coetaneo, si presenta, è francese ed è il direttore dell’albergo, gli spiego l’oggetto del divario avuto qualche minuto prima con il suo dipendente, annuisce e rimane a lungo in silenzio.
Poi con aria sommessa, mi dice: “Daniele, le chiedo un favore personale, ho capito quello che lei sostiene riguardo l’uso della cuffia e le do ragione, ma per me è impossibile spiegare al collega cinese che la regola scritta sul manuale, in questo caso, può essere disattesa. Non mi metta in difficoltà, conosce anche lei i cinesi, indossi la cuffia per favore.”
Ripresi a nuotare con la cuffia in testa perchè desideravo, a tutti i costi, completare il mio allenamento.
Ho vissuto ad Hong Kong per sei anni ed ho trattato con i cinesi per venti, confermo che in Cina le regole vengono rispettate alla lettera, ma anche che i cinesi sono degli artisti per eluderle con estrema intelligenza e scaltrezza.
Come si nuota in piscina in Italia?
In Italia ho sempre nuotato senza cuffia, fino alla riapertura delle piscine avvenuta tre mesi fa. Infatti quando ho ripreso a nuotare il bagnino (italiano) mi ha detto che dovevo indossare la cuffia in ottemperanza alle nuove norme Covid. Sono rimasto attonito, gli ho spiegato che la cuffia serve esclusivamente per non disperdere i capelli in acqua (purtroppo col passare degli anni la mia capigliatura non si è rinfoltita) e che il Covid non si trasmette attraverso il cuoio cappelluto… Ma non c’è stato nulla da fare, la risposta è stata: “Questo è il regolamento: o così o altrimenti fuori dalla piscina.”
Tuttora nuoto con la cuffia al fine di poter allenarmi in piscina!
Svelata l’analogia
Forse ora, caro lettore, hai capito l’analogia tra l’obbligo di indossare la cuffia in piscina anche se non hai i capelli, quello di indossare una mascherina all’aperto quando cammini in una strada deserta ed il divieto per gli alunni di scambiarsi una penna a scuola, la quale può benissimo venire disinfettata (lo abbiamo fatto anche su scala nazionale durante le scorse votazioni).
Non voglio fare una crociata contro le regole ma voglio fare un appello alla società, ai nostri governanti e a coloro che poi ci controlleranno: “Per cortesia usate il cervello prima di imporre una regola, fare un’osservazione o ancora peggio una contravvenzione!”
L’umanità nei secoli si è evoluta, l’uomo in molte parti del mondo ha saputo sconfiggere le dittature ed i soprusi, proprio grazie all’uso della ragione e del buon senso. Mi pare che l’Italia sia uno di questi Paesi fortunati, speriamo di non tornare indietro come i gamberi!
Daniele Pezzali consulente in Procurement & ICT (visita: www.danielepezzali.com)
Informo che, saggiamente, il dpcm in votazione prevede chre all’ aperto si debba essere dotati di mascherina per esser pronti ad indossarla nel caso di prossimità con non conviventi. Saggio, appunto.
Un passetto in avanti…
A quanto mi risulta non c’è, almeno al momento, l’obbligo di indossare la mascherina anche quando si cammina da soli, lontano da altre persone. C’è l’obbligo di averla, pronta per l’uso, ma non di indossarla.
Comunque le “assurdità” delle regole scritte sono, temo, inevitabili, in qualsiasi contesto.
Nel momento stesso in cui si mette nero su bianco un obbligo o divieto, l’innesco di situazioni assurde e paradossali è tanto più probabile quanto più la regola scritta si propone di essere “semplice” e “chiara” come un po’ tutti di norma auspicano (a livello teorico).
C’è sempre, è vero, la possibilità (e la speranza) che quelle assurdità vengano “mediate” da coloro che devono vigilare e sanzionare, però bisogna anche dire che chi ha quel ruolo sa bene che in caso di “rogne” verrebbe subito considerato formalmente responsabile “perché” NON ha imposto il rispetto della regola…
Inoltre non va dimenticata la capillarmente diffusa tendenza all’aggiramento delle regole, che oltre tutto, nel caso dell’emergenza sanitaria, si combina alle diffuse convinzioni secondo cui tutta la faccenda sarebbe un inganno, una truffa degna di tenace ribellione.
A volte le regole che sono oggettivamente esagerate (SE osservate nell’ottica del buon senso) vengono adottate proprio per cercare di contrastare le… manovre di aggiramento, ovviamente a scapito di tutti coloro che nulla intendono aggirare…
Caro Armando, infatti l’uso del buon senso da parte di chi deve mediare è quello che è mancato lo scorso marzo e quanto mancherà da domani, quando l’obbligo della mascherina sarà effettivo su tutto il territorio nazionale… ma il problema non è il fastidio di indossare la mascherina.
Mi segua nel discorso: indossare la mascherina all’aperto anche in luoghi isolati, consapevoli che non serve, fa diventare il problema di carattere psicologico, sociale e mediatico, in sostanza è solo una scelta politica!
Non sono un simpatizzante di Sgarbi, ma in questo intervento gli do ragione: https://www.facebook.com/SgarbiVittorio/videos/1290438811299510
Cordiali saluti.
La competenza/autorevoleza di Sgarbi in ambito medico virologico epidemiologico é pari a ZERO. Più o meno come una capra di quelle che lui scomoda spesso.
Dire il vero non bisogna nè essere Sgarbi, nè essere virologi per comprendere che passeggiare in una strada deserta senza mascherina non nuoce a nessuno! E’ la storiella di chi veniva “catturato” dai droni e multato, mentre faceva jogging nelle campagne durante il lockdown…
Secondo me “indossare la mascherina all’aperto ANCHE in luoghi isolati, consapevoli che non serve” somiglia un po’ a fermarsi al semaforo rosso ANCHE in un incrocio palesemente deserto e con ottima visibilità. Oggettivamente è assurdo, senza senso, ma (quasi) tutti lo facciamo ugualmente perché riteniamo che sia una sorta di… prezzo da pagare, ben sapendo che se la legge venisse modificata e dicesse, nero su bianco, qualcosa del tipo
“al semaforo rosso bisogna fermarsi a meno che non si ritenga, in base al proprio buon senso, …”
gli incroci diventerebbero immediatamente molto più pericolosi per tutti.
E comunque, come è stato più volte ribadito in questi giorni, indossare la mascherina anche in luoghi isolati NON è affatto obbligatorio. Peraltro il concetto di “luogo isolato” è potenzialmente molto soggettivo, proprio come quello (guarda caso) di “buon senso”. Il che ci riporta al discorso precedente.
Temo di tratti di un problema inestricabile (probabilmente insito nella nostra umana natura), che ci costringe da sempre ad accontentarci di “soluzioni” di compromesso, sempre inevitabilmente imperfette. Si tratta poi di decidere se, di fronte a un qualsiasi pericolo poco conosciuto (dettaglio, questo, troppo spesso dimenticato) che non siamo in grado di affrontare in maniera perfetta, preferiamo “sbagliare” per eccesso di prudenza o per eccesso di ottimismo.
Mi dispiace Armando, il suo paragone “del semaforo” non regge, in mezzo ai boschi non si installano i semafori!
Buon week end
Il mio paragone non parlava affatto di semafori nei boschi (?).
Il paragone era, caso mai, tra il bosco e l’incrocio semaforico deserto o, per meglio dire, tra il fermarsi a un semaforo rosso in un incrocio semaforico deserto (contesto in cui fermarsi è totalmente inutile) e l’indossare la mascherina mentre si cammina da soli in un bosco (contesto in cui la mascherina è totalmente inutile).
Da questo punto di vista, che è quello che io intendevo (e che mi sembrava di aver chiarito discretamente), mi pare che il paragone regga benissimo.
Il mio era un paradosso, in quanto non si può paragonare l’assurdità di indossare la mascherina all’aperto se si è isolati (nel Lazio è richiesto così) con il fermarsi o meno al semaforo rosso… quindi per fare reggere il suo paragone è come se io istallassi il semaforo in un luogo deserto (come in un bosco)… va beh… chi vivrà vedrà… buona notte.
Paesi diversi, regole diverse. Accettarle o no? questo e’ il problema.
Qui in italia il problema della pelata in acqua non si e’ mai visto, ma e’ anche giusto rispettare le regole imposte dal paese che ci ospita, che siano giuste o sbagliate ai nostri occhi non e’ importante. Il direttore francese lo aveva capito.
Salve Alberto, il problema lo aveva capito il Direttore dell’Albergo, io e molti altri… Penso però che non l’abbia capito né il bagnino cinese e nemmeno lei, da quello che mi ha commentato. Buona giornata!
Io credo di aver capito benissimo e mi sono fermato a commentare solo la cina. (in caso mi dica dove ho sbagliato o capito male.
Per quanto riguarda il nostro paese ci sono molte leggi e ordinanze che forse non sono giuste, ma se guardate con ottica generale forse lo sono.
Riguardo, nello specifico, l’ordinanza della mascherina obbligatoria anche quando si gira per una strada deserta… io credo che la politica abbia paura e quindi si protegge facendo questa ordinanza inutile.
Un po’ come, per paura del politicamente corretto, si impone l’accettazione di un metodo o idea.
Se la strada e’ deserta vuol dire che non c’e’ nessuno che mi vede, ergo non mi metto la mascherina, se arriva gente me la metto. Come e’ successo a lei con la piscina, se non c’era nessuno che la vedeva avrebbe continuato a fare le sue vasche senza cuffietta.
Buongiorno Alberto, il fatto è che io non voglio fare le cose di nascosto ed andare contro le regole, ma vorrei usare la testa e mi piacerebbe che anche le regole fossero scritte con criterio e che le forze dell’ordine prima di dare 400 euro di multa usassero la testa (visto che non siamo dei burattini).
Il problema è che quando ci sarà il decreto attivo, se io passeggerò per una strada deserta senza indossare la mascherina, potrebbe sopraggiungere una pattuglia della polizia e darmi 400 Euro di multa! E’ un film già visto! (ne sono stato testimone oculare lo scorso marzo)
Mi dispiace, per me questo è terrorismo. Stiamo diventando un popolo che non usa più il buon senso, sempre più burocratizzato e paraculato con regole farlocche e decreti punitivi.
Cordiali saluti
Mi trova d’accordo. Il problema e’… che fare? Il vero problema e’ che la politica non fa niente per tutelare le cose concrete, quelle di ogni giorno, quelle che gli italiano stanno vivendo, a loro cosa gliene importa? la poltrona ce l’hanno e loro queste regole le possono oltrepassare. Come il PD che pensa a tante cose ma dell’italia poco niente.
Zingaretti elogia il fatto di poter dare asilo ai clandestini e che siamo piu’ vicini ad un’europa unita? Ma di cosa sta parlando? ci sono italiani che muoiono di fame, gente che non ha lavoro, gente che dovrebbe ricevere il nobel in economia per come fa a vivere con 1000€ al mese e figli. La politica TUTTA se ne frega! una volta arrivati li si siedono e basta. Giocano a ping pong, fanno una legge e il turno successivo la tolgono.
Fanno tante cose, ma nel concreto niente.
La mascherina, insieme ai sacchetti della frutta ne e’ un esempio lampante.
Mia figlia di 6 anni ha avuto per un paio di giorni il raffreddore. Non le dico la trafila e i disagi per poterla rimandare a scuola.
Caro Alberto, sui temi che ha espresso mi trova in perfetta sintonia!
Io ho la fortuna di avere i figli abbastanza grandi (21 e 14 anni) e tra università (lezioni esclusivamente a distanza) e superiori (con professori mancanti) anche lì è un casino, non la invidio a gestire una bambina di 6 anni nella situazione di distacco e diffidenza che hanno creato a scuola.
Buona giornata e grazie per intervenire sui miei post!
L’aneddoto rivela un realtà lapalissiana ovverosia che la legge diventa tanto più ipocrita quindi tanto più inutele e dannosa quante più persone pretende di mettere sotto trattamento sanitario obbligatorio (per definizione anche l’uso di cuffie e maschere). È ovviamente questa imposizione un crimine contro l’umanità perché sta a significare che una sola persona o un clan o una setta di persone avrebbero maggiore raziocinio di ciascuno di noi sia nel tempo che nello spazio, ovvero ovunque CIASCUNO si trovi ed in qualsiasi momento è da considerarsi incapace di intendere e di volere e addirittura punibile se non rispetta le norme di un clan di gente che riceve istruzioni dall’OMS che è pagata da lobbisti delle case farmaceutiche. Una grande impostura, una truffa, un crinine contro l’umanità che è contrastata da migliaia di medici in italia che hanno divulgato una lettera dove hanno denunciato le gravi violazioni dei principi della medicina e in definitiva della nostra costituzione.
Chi non ha la testa nel SAC la può leggere qui:
https://www.medicinadisegnale.it/?p=1183
Idem con patate hanno fatto i medici Olandesi, denunciando misure più dannose del problema stesso, ” pezo el tacon del bus” come si dice e chiedono che l’OMS venga indagata per FALSA PANDEMIA, lettera firmata da migliaia di medici, non certo da Burioni o da Crisanti:
https://www.byoblu.com/2020/09/30/loms-venga-indagata-per-falsa-pandemia-la-lettera-dei-medici-belgi-alle-autorita/
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Battutista sempre straordinario il nostro Denisio: la cuffietta in piscina per i calvi è un crimine contro la umanità!
(cancello l’introduzione del commento non pertinente e lascio il resto)
L’uso per legge è un crimine contro l’umanità e il clan di terroristi che promuove azioni malsane a fronte di un ridicolo virus che da mesi risulta ampiamente curabile nella quasi totalità dei casi evidentemente compie gravi crimini contro l’umanità.
Piccolo passaggio di lettera aperta firmata da migliaia di medici:
“Propagazione
La diffusione avviene per gocciolamento (solo per pazienti che tossiscono o starnutiscono) e aerosol in stanze chiuse e non ventilate. La contaminazione non è quindi possibile all’aria aperta. Il tracciamento dei contatti e gli studi epidemiologici dimostrano che le persone sane (o portatori asintomatici testati positivamente) sono virtualmente incapaci di trasmettere il virus. Le persone sane quindi non si mettono a rischio a vicenda. Tutto ciò mette seriamente in discussione l’intera politica di allontanamento sociale e maschere orali obbligatorie per le persone sane – non c’è una base scientifica per questo.
Mascherine
Le mascherine appartengono a contesti in cui avvengono contatti con gruppi a rischio comprovati o persone con disturbi delle vie respiratorie superiori e in un contesto medico / ospedale-casa di riposo. Riducono il rischio di infezione da goccioline tramite starnuti o tosse. Le mascherine in individui sani sono inefficaci contro la diffusione di infezioni virali.
Indossare una mascherina non è privo di effetti collaterali. La carenza di ossigeno (mal di testa, nausea, stanchezza, perdita di concentrazione) si verifica abbastanza rapidamente, un effetto simile al mal di montagna. Ogni giorno ora vediamo pazienti che lamentano mal di testa, problemi ai seni, problemi respiratori e iperventilazione dovuti all’uso di maschere. Inoltre, la CO2 accumulata porta ad un’acidificazione tossica dell’organismo che influisce sulla nostra immunità. Alcuni esperti avvertono addirittura di una maggiore trasmissione del virus in caso di uso inappropriato della mascherina.
Il nostro Codice del lavoro (Codex 6) si riferisce a un contenuto di CO2 (ventilazione nei luoghi di lavoro) di 900 ppm, massimo 1200 ppm in circostanze speciali. Dopo aver indossato una mascherina per un minuto, questo limite di tossicità viene notevolmente superato a valori da tre a quattro volte superiori a questi valori massimi. Chiunque indossi una mascherina si trova quindi in una stanza estremamente poco ventilata.
Pertanto, l’uso improprio di mascherine senza un file completo di test medico cardio polmonare non è raccomandato da specialisti della sicurezza riconosciuti per i lavoratori. Gli ospedali hanno un ambiente sterile nelle loro sale operatorie dove il personale indossa mascherine e c’è una regolazione precisa di umidità / temperatura con flusso di ossigeno opportunamente monitorato per compensare questo, soddisfacendo così severi standard di sicurezza.”
È comprensibile che per evitare leggi logorroiche per poter comprendervi tutte le deroghe e variabili possibili, calvizie inclusa, si tenda a semplificare. È come per le catene in macchina: basta scrivere che bisogna averle dal 15 novembre al 15 aprile (anche se si va al mare). Leggi brevi e comprensibili.
Ps: vasche con virata a raffica…ok…ma la vasca di quanti metri?
Sono d’accordo che è controproducente fare leggi logorroiche. Allora però bisogna evitare di dare la multa, nel caso di obbligo di mascherina all’aperto, se chi la indossa si trova in una strada deserta o in mezzo ai prati!
Altrimenti siamo solo tutti dei burattini!
Per virare in vasca è sufficiente una profondità di 1,40 m.
Buona domenica
Chiedevo la lunghezza della vasca, non la profondità. Per capire la distanza complessiva coperta dal nuotatore.
Ps: la aspetto alle comunali di Vittorio, al “nuoto all’alba”. Sorveglianti inflessibili ma gentili, simpatiche, comprensive coi calvi.