Lettere di gioventù – Dagli amici di penna all’era dei social network
Scrivere è la mia passione, sin da adolescente ho imparato a “comunicare con l’inchiostro” e scrivere una lettera per me è sempre stato un gesto spontaneo e piacevole.
La mia attenzione è sempre stata rivolta a catturare i pensieri e le emozioni e a conservarli per non farli svanire.
Quante cose ci accadono durante la giornata? Quante belle emozioni viviamo, quanti ragionamenti facciamo?
Quanti momenti però restano inalterati dentro di noi col trascorrere del tempo?
Sembrerà strano, ma sin dall’età di quindici anni mi sono posto questo interrogativo, specie quando ho cominciato ad avere le prime avventure amorose e già allora diventò impellente la voglia di “registrare” le sensazioni più belle e più intense.
Fu in quegli anni che forgiai la definizione “Gabbie di emozioni”, perché le mie lettere avevano proprio l’intenzione di trattenere gli stati d’animo che stavo vivendo.
La passione di scrivere è stata così potente ed importante che sin da subito ho cercato di produrre delle lettere chiare e leggibili. Quindi mi imposi l’obbligo di fare sempre una minuta e poi di ricopiare in bella grafia quello che avevo steso. Fu un’esigenza dovuta anche al fatto di avere una brutta grafia. Quando scrivevo di getto ero capace di compilare numerose facciate in pochi minuti, a scapito di una calligrafia comprensibile solo a me…
C’era inoltre un altro aspetto positivo nel compilare la “brutta copia” che compresi sin dal principio: la minuta adeguatamente conservata mi consentiva di tenere il filo cronologico degli argomenti trattati con i miei amici di penna.
Minute di quarant’anni fa
Le prime lettere le ho scritte nel 1980 e negli anni ho sempre conservato tutta la mia corrispondenza, oggi mi ritrovo in mano quei pensieri scritti quarant’anni fa e confesso che mi emoziono a “rileggere me stesso”.
Le mie “gabbie”, in tutti questi anni, hanno assolto al loro dovere!
Da qui parte lo spunto di scrivere un libro sul tema della comunicazione, nel quale ricopio fedelmente alcune lettere. E proprio partendo da questi documenti, racconto di come ho vissuto ed ho affrontato l’arrivo dei computer, di internet, della messaggistica istantanea e dei social network che hanno inesorabilmente mutato il modo di esprimerci attraverso la scrittura.
Specie negli ultimi vent’anni c’è stata una vera e propria rivoluzione epocale e lo posso constatare concretamente guardando i miei figli che hanno rispettivamente 21 e 14 anni, per loro scrivere è tutt’altra cosa rispetto a quando io avevo la loro età.
C’è una ragione, però, assolutamente plausibile: la tecnologia ha ampiamente colmato tutte le lacune riguardo i mezzi di comunicazione cui tutti noi potevamo accedere quarant’anni fa.
Che bisogno c’è di scrivere se con una foto, che posso scattare in ogni istante col mio smartphone, ho il modo di raccontare mille cose?
Che bisogno c’è di catturare un’emozione scrivendo i miei pensieri, magari su un tovagliolo di carta preso nel bar, se, con lo stesso dispositivo, posso filmare un “selfie” ed inviarlo a chi desidero in tempo reale?
Nel libro percorro le tappe dell’evoluzione della comunicazione dagli anni Ottanta ad oggi; l’ho fatto attraverso un romanzo nel quale ho dipinto alcune pagine con i colori dei sentimenti che sono riuscito a “fotografare” a partire dalla mia adolescenza.
Sinottico di “Lettere di gioventù”
Fotografare le emozioni per coglierle all’istante e animarle su un foglio.
L’attimo di gioia, la delusione o la scintilla dell’innamoramento, sono gli stati emozionali da catturare al momento per farli diventare immortali e riviverli ad ogni lettura!
“Lettere di gioventù” non è un saggio di sociologia e nemmeno un crogiuolo di lettere nostalgiche, bensì è un romanzo che ripercorre quarant’anni della nostra vita quasi a volerne documentare la storia. È il ragionamento sul presente per comprendere la comunicazione nell’era dei social network e per riflettere sulla modalità che useremo in futuro per esprimerci.
È un pezzetto della mia vita che restituisco ai destinatari delle mie lettere e che dono al lettore.
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“Lettere di gioventù” completa il progetto editoriale cominciato con “Da Via Paolo Sarpi all’Oriente” e “Storia di un buyer”. I tre libri, pur trattando in maniera esaustiva tre argomenti differenti, hanno in comune un filo che li lega e la lettura dell’intera trilogia genera di fatto un “quarto racconto” che viene percepito dal lettore come un puzzle che si compone nella sua interezza pagina dopo pagina.
Mi auguro di poter presentare presto dal vivo questo mio lavoro. (annuncio YouTube)
Chi è interessato trova sul mio sito alcuni stralci del libro. La pubblicazione è in vendita su Amazon sia in formato cartaceo, sia in versione e-book.
Attendo con piacere i vostri commenti!
Daniele Pezzali consulente in Procurement & ICT (visita: www.danielepezzali.com)
Non definirei la lettera “una gabbia” quanto piuttosto “una vetrina” di emozioni. Proprio perché in essa non solo le emozioni si mostrano e sopravvivono sine die ma possono uscirne e diventare parte del lettore in qualsiasi momento, se costui sappia coglierle. Cordialità.
Condivido il suo commento, ma io preferisco tenere le emozioni in gabbia. ?