Selfie scritti con l’inchiostro
Se provo a portare indietro la mia mente agli anni Ottanta, vengo assalito dai tanti ricordi che ho vissuto in quel periodo così frizzante!
Ma dove sono le fotografie di quegli anni? Quante emozioni sono andate perse? Quanti sono i pensieri dimenticati e cancellati dal tempo?
Non c’erano internet, i social network, gli smartphone, le macchine fotografiche digitali…
I media erano la Rai, la TV Svizzera, Tele Capo d’Istria e le prime “radio libere” che sfidavano l’etere.
Io da ragazzo, come tutti i miei coetanei, ero pieno di inventiva ed ero eccitato da quel mondo che si stava aprendo dinanzi ai miei occhi.
La fame di sapere, i quotidiani divorati in ogni loro articolo, le prime esperienze d’amore…
Lasciavo alle spalle un’infanzia di povertà e la spinta adolescenziale verso il benessere era un obiettivo chiaro, deciso e stimolante!
Catturare le emozioni!
Non potevo di certo lasciare scappar via quelle emozioni tanto forti e travolgenti!
La carta e la penna erano la mia macchina fotografica dell’epoca e dovevo trattenere a tutti costi quei momenti fatti di gioia, di delusione, di entusiasmo e di tanti ideali…
Era la scoperta del mondo e tutte quelle emozioni le dovevo mettere in gabbia! Perché era già limpida la consapevolezza che quegli istanti non sarebbero mai più tornati!
Mi ricordo quel ragazzo che ero… con i capelli lunghi pettinati con la riga in mezzo (alla John Lennon), la borsa di cuoio a tracolla con dentro il diario, la penna ed il Corriere della Sera. Quel giornale, che ha accompagnato tutta la mia gioventù, comprato con le 300 Lire che ogni mattina mio padre mi faceva trovare vicino alla tazzina del caffè…
Un ragazzo irrequieto, alla ricerca di emozioni, una spugna pronta assorbire qualsiasi contenuto con la voglia innata di esaminarlo e di descriverlo.
Potente era poi la passione di far vivere quei pensieri nelle lettere che desideravo condividere di persona con gli amici di penna.
Tutto il mio tempo libero era dedicato alla lettura ed alla scrittura, ma raramente mi trovavo a casa, ero sempre in giro per lo studio e per tutta la serie di lavori che trovavo da fare per racimolare qualche quattrino.
Quindi leggevo sui mezzi pubblici, attraversando quella “Milano da bere” degli anni Ottanta, durante le pause di lavoro, nelle biblioteche dove andavo a studiare ed a scovare testi e curiosità (non esisteva ancora Wikipedia…).
Amavo conoscere gente nuova di qualsiasi età, mi piaceva entrare nei pensieri dei miei coetanei… Poi a caldo bloccavo tutto, “fermavo il mondo!” E con la penna, spinto da un fremito quasi incontrollabile, scrivevo sui fogli quei pensieri inediti per forgiarli a caldo e non farli più mutare.
Oggi a me piace chiamare quei fogli “selfie letterari”, istantanee fatte di parole piene di sentimenti, che solo in quel determinato istante hanno potuto materializzarsi, essere fissate sulla carta per rimanere per sempre!
Sabato vediamoci al Castrum!
Tutto questo lo descrivo nel mio ultimo libro “Lettere di gioventù” che avrò il piacere di presentare in anteprima presso la magnifica cornice del Castrum di Serravalle a Vittorio Veneto, sabato 13 giugno alle 18.00.
Parleremo di quelle lettere, di cui avrò il piacere di mostrarne una parte, ma non solo! Discuteremo, soprattutto, di come la comunicazione scritta, quella epistolare, è cambiata nell’arco di quarant’anni.
Partiremo da quei pensieri scritti su un diario o su un ritaglio di giornale, per poi entrare nel nuovo mondo introdotto da internet con le email, per arrivare alle chat ed approdare alla comunicazione mediatica di Facebook, Istagram e Tik Tok.
Sarò lieto di coinvolgere i presenti in un’interazione leggera, emozionale e non accademica, per riflettere sul cambiamento epocale che la scrittura ha compiuto in pochi decenni: un balzo repentino di un’intensità estrema, assolutamente non paragonabile ad alcun fenomeno del passato!
Daniele Pezzali consulente in Procurement & ICT (visita: www.danielepezzali.com)