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[Home Cultura Sulla tua bilancia pesa di più la sicurezza o la privacy?]
Gabbie di emozioni
Cultura, Information Technology, Oriente
[ 26/07/2020 di Daniele Pezzali 10 Commenti ]

Sulla tua bilancia pesa di più la sicurezza o la privacy?

Secondo uno studio del sito di ricerca Comparitech la maggior parte delle città più sorvegliate del mondo si trova in Cina.

Ho trovato questa notizia attraverso la piattaforma Statista.com, specializzata in dati e statistica.

L’articolo parla di un’indagine che ha preso in considerazione le 150 città più popolose del pianeta, escluse quelle per le quali non erano disponibili dati sufficienti e Taiyuan, la città cinese situata nella provincia dello Shanxi a circa 300 miglia a sud-ovest di Pechino, è in cima alla lista con 120 telecamere CCTV pubbliche per 1.000 abitanti.

Al terzo posto della classifica, che vede nelle prime quindici posizioni solo città cinesi, spicca Londra, con 67 telecamere per 1.000 abitanti!

Molto diversa è la fotografia negli Stati Uniti, dove Los Angeles è la città con il punteggio più alto nella classifica con 6 telecamere per 1.000 abitanti.

Sicurezza vs Privacy

La tecnologia TVCC è controversa in molti luoghi del mondo, con i suoi sostenitori che propagandano i suoi benefici per la lotta alla criminalità e gli avversari cauti sul potenziale di sorveglianza da utilizzare come strumento di controllo pubblico e per violare i diritti alla privacy.

Personalmente sul tema posso portare la mia testimonianza in quanto sono stato residente con la famiglia ad Hong Kong per sei anni (2004-2009), durante i quali per lavoro ho trascorso più del 50% del mio tempo in Cina. Ebbene posso confermare di non avere mai avvertito le telecamere come un problema. Anzi ho apprezzato il senso di sicurezza che esse mi conferivano.

Stessa cosa per mia moglie ed i miei figli che rimanevano soli ad Hong Kong, al tempo non c’erano ancora i disordini di cui abbiamo visto le notizie sui telegiornali e la metropoli, anche a notte fonda, era tele-sorvegliata, sicurissima e vissuta dagli abitanti senza problemi.

Ad Hong Kong ed in Cina il concetto di privacy è vissuto in maniera più soft, nella mentalità orientale il bene della collettività supera gli interessi del singolo individuo, quindi se “sorveglianza digitale” significa “sicurezza e lotta al crimine”, la popolazione accetta i sistemi di tracciamento.

La “presunta privacy”

Che la Cina sia la nazione in assoluto più sorvegliata di certo non mi stupisce, ma la notizia che a Londra ci sono 67 telecamere ogni 1.000 abitanti mi sconcerta! Fino ad oggi consideravo la Capitale del Regno Unito “la culla del moderno Occidente” dove la privacy è un diritto inviolabile.

A questo punto ha senso scandalizzarsi per le tante telecamere installate anche nelle città italiane e reclamare il diritto alla nostra “presunta privacy”?

Siamo sicuri che siano proprio le telecamere a ledere la nostra privacy nel momento in cui abbiamo sempre con noi uno smartphone nel quale abbiamo installato WhatsApp, Facebook, Instagram, LinkedIn e chissà quanti altri social?

Negli ultimi anni abbiamo visto che i sistemi CCTV hanno aiutato le Forze dell’Ordine, nelle indagini dei più disparati crimini, anche in Italia.

Per quanto riguarda invece le città in Cina, per quanto se ne dica, sono cento volte più sicure delle metropoli americane.

Mi dispiace dirlo, perché sono fondamentalmente “un’idealista” nato e cresciuto in Occidente e convinto dei diritti della libertà, ma al giorno d’oggi, a mio parere, sul piatto della bilancia pesa di più la sicurezza rispetto ad una “presunta privacy”!

E tu cosa ne pensi? E’ meglio essere tracciati come in Cina (o a Londra) ed andare in giro per le strade senza essere aggrediti, oppure è meglio lottare per la propria privacy?

Se scegli la seconda opzione, però, ricordati di gettare via il tuo smartphone con tutti i social installati e di riesumare dal cassetto il tuo vecchio Nokia 3310!

Daniele Pezzali consulente in Procurement & ICT (visita: www.danielepezzali.com)

26 luglio 2020

Big Data CCTV Digitalizzazione Privacy sorveglianza digitale Videosorveglianza
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Chiudere la porta a chiave e lasciare aperta la finestra

Commenti [10]

  1. Michele Bastanzetti
    27/07/2020

    Sulla mia bilancia, Egr. Pezzali, pesa di più il desiderio estivo di gelato e di birra ghiacciata, quando scendo disidratato ed ipoglicemico dalle marce estive in montagna. Circa il resto ci difendiam come si può; ma più che della privacy dovremmo preoccuparci di chi e come controlla la informazione. Chi controlla la informazione controlla le menti ed il potere.

    Rispondi
    • Corvo
      27/07/2020

      Mentre lei passeggia e mangia gelati in Ungheria sta saltando lo Stato di Diritto. “Viktor Orban, ecco i 180 decreti dei “pieni poteri”. Via i soldi alle opposizioni e carcere per le fake news (sul governo ungherese): “Violazioni e forzature con la scusa dell’emergenza”.
      L’Europa fa finta di non vedere, La destra italiana tace e considera il Presidente ungherese “un amico” per le future battaglie nazionali ed europee tese alla conquista del potere. Insomma sembra ci sia una via europea del populismo e del pensiero unico. Gabbie di emozioni e di abbandono della democrazia occidentale.
      Intanto in Italia si danno bonus per le aziende che assumono mentre le aziende chiudono e aspettano di poter licenziare i dipendenti sotto Cassa integrazione per altri mesi.

      Rispondi
      • Michele Bastanzetti
        27/07/2020

        C’ entta ZERO col tema dell’ Egr. Pezzali ma, Corvo, se la smettessi con le marce in montagna e di mangiar gelati, Orban diventerebbe un fior di democratico?

        Rispondi
  2. Alberto Camerotto
    26/07/2020

    Sicurezza sicuramente. Per la privacy… dovremmo buttar via pc, smarphone, tutti gli account che abbiamo e probabilmente anche il conto in banca. Dato che ormai tutto questo è un’utopia, penso che la sicurezza sia molto più importante della privacy. Ovvio… se non si ha niente da nascondere, in questo caso probabilmente le priorità cambiano.

    Rispondi
    • Daniele Pezzali
      27/07/2020

      Infatti, in un mondo dove la privacy è diventata un’utopia è meglio prediligere la sicurezza…

      Rispondi
    • Corvo
      27/07/2020

      Il problema come sempre, non è la scelta “fra” ma trovare l’equlibrio fra le opzioni, cosa sempre difficile e impegnativa. In fondo la strada della sicurezza c’è il pensiero unico, il partito unico, la dittatura, la sorveglianza di massa in Cina, il modello che spaventa. IMMUNI, L’AVVERTIMENTO DI SORO , presentando alla Camera la Relazione 2019 sull’attività dell’Autorità: “NON SCIVOLARE NEL MODELLO CINESE”
      “Il rischio che dobbiamo esorcizzare è quello dello scivolamento inconsapevole dal molto evocato modello coreano a quello cinese, scambiando la rinuncia a ogni libertà per efficienza e la biosorveglianza totalitaria per soluzione salvifica”. 23.6.2020 http://www.agi.it ’Ad oggi la App immuni (sicurezza salute) è stata scaricata solo dall’8%
      – Controllo e sicurezza. Gli occhi acuti della Cina. Una videocamera ogni tre persone. Riconoscimenti facciali e vocali. La Cina punta tutto sulle smart city ultra tecnologiche. Viaggio all’interno dell’azienda che per il governo traccia i movimenti delle persone minuto per minuto, 24 ore su 24 manifesto 10.4.2019

      Rispondi
      • Daniele Pezzali
        27/07/2020

        Buongiorno Corvo, quanto dichiara lo trovo colmo di stereotipi occidentali, penso che negli USA in questo momento non se la passino tanto bene tra sorveglianza e oppressione dei neri e degli ispanici. Forse la gente non lo ha capito, ma sono sull’orlo di una rivolta civile armata…
        Comunque sia, ognuno ha il diritto ad avere la propria opinione.
        Però mi sorge una domanda che desidero rivolgerle: “E’ mai andato in Cina?”
        Cordiali saluti

        Rispondi
        • Corvo
          27/07/2020

          Simpatico. Lei abbraccia un giudizio di una parte e del popolo americano e mondiale ma l’altro lo conosce, è statao negli Usa, conosce la dialettica sociale ? Sulla guerra del 15/18 fascismo e resistenza lai avrà qualche idea, si sarà formato un giudizio da letture /testimonianze,ma non vi ha partecipato. Anch’io ho letto il libro delle guardie rosse di Maotse-tung (ed. 1969 Feltrinelli) inizio di una grande nazione che poi si è evoluta ma risentendo di quell’inizio come noi italiani dell’illuminismo, risorgimento, Usa stili e consumi.
          L’importante è cercare di capire l’evolversi delle idee, degli interessi che agitano le varie correnti sociali allo interno delle società e aderire ad alcune con umiltà data dal sapere convinzione personale. Quindi tutti navighiamo con stereotipi stando dentro o fuori, leggendo.
          Grazie per lo spazio che mi concede.

          • Daniele Pezzali
            27/07/2020

            Gentile sig. Corvo, ho avuto la fortuna di vivere come residente per 6 anni ad Hong Kong e di trascorrere, durante quel periodo, il 50% del mio tempo in Cina, Altresì sia per lavoro, sia per vacanza, ho avuto modo di andare diverse volte negli USA.
            Tornando sul tema Sicurezza vs Privacy, devo dire che non ho mai avuto il timore di girare da solo di notte per le metropoli di Shanghai, Shenzhen, Qingdao, Xian, Beijing, Xiamen, Tianjin e molte altre in Cina, mentre a New York, Chicago, Dallas, Los Angeles, Atlanta… ho sempre provato un senso di insicurezza, per non dire paura, nell’incrociare gruppi di persone. Gli abitanti stessi di quelle città americane più di una volta mi hanno consigliato, alla sera, di chiamare un taxi che arrivasse all’ingresso del ristorante e di evitare di andarlo a cercare in strada…
            Questo dice molto su quanto si può leggere sui giornali o sui libri e quello che invece è toccare la realtà.
            Cordiali saluti.

  3. Andrea Golinelli
    26/07/2020

    Non sono un fanatico della privacy, dunque tenderei a favorire le esigenze di sicurezza…. Però rispetto le opinioni contrarie, in questo la privacy è molto basata su sensibilità personale.

    Rispondi

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Daniele Pezzali

Consulente e formatore aziendale, specializzato nell’area del procurement, è nato a Milano, ha lavorato in diverse parti del mondo per poi prendere residenza a Vittorio Veneto. Scrittore per passione e per impegno professionale.

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