Non abbiamo perso nel dirci antifascisti
Evolverci non è diminuirci; rinascere, ritrovarci, crescere, capirci è diventare meglio noi stessi. La lezione di vita dall’emergenza, capire la causa che dilagava ben prima del sintomo. Partiamo dalla biologia, allarghiamo con la storia, usciamone nuovi con l’educazione.
Riporto il link al già qui proposto editoriale dell’università di Padova,
Il chiarissimo video di Telmo Pievani, docente della prima cattedra di Filosofia delle Scienze Biologiche.
Un brano dell’articolo:
I virus sono antichissimi, noi siamo una specie giovanissima. Hanno, quindi, un certo vantaggio. L’RNA in particolare è poi una molecola abbastanza instabile, di più del DNA e forse più antica: mutano quindi molto velocemente rispetto a noi esseri umani. Ma guardiamo anche gli aspetti più recenti, dal punto di vista del SARS-CoV2. Noi siamo 7,5 miliardi di potenziali ospiti, diffusi in tutto il mondo e abbiamo inventato mezzi di trasporto in cui ci ammassiamo e viviamo in città e metropoli: l’ospite perfetto per diffondersi.
Viene colmato un aspetto di cui non si parla, cioè la prospettiva evoluzionistica e le misure per uscire dall’emergenza e prevenire le prossime in tal senso.
I virus hanno degli avversari: la ricerca scientifica, l’igiene, il progresso sociale e la protezione ambientale. Dobbiamo capire la logica del virus, che è di tipo evolutivo.
Queste misure riguardano un altro aspetto taciuto, anzi su cui si inganna
Corpi di animali e loro secreti non sono beni di prima necessità di cui fare scorta. Sono, invece, non solo fattori di rischio ambientale, di biodiritto e per la salute, ma sono la causa del problema. Dal morbillo, all’ebola, alla sars, al covid-19:
la zootecnia uccide dai tempi di Virgilio, animali umani e non. 10000 l’anno in Italia di antibiotico-resistenza; quasi altri 10000 di pm2,5. Molti altri di più per le patologie tipiche dei paesi sviluppati.
La fine della zootecnia coincide con le soluzioni indicate dalla visione ampia evoluzionistica
E’ il nostro progresso sociale. Come abbiamo condannato patriarcato, schiavismo, razzismo, nazismo, e ancora non superato del tutto, è tempo di porre fine alle macchine, alle sbarre e alle lame intorno agli altri animali.
Questa per noi non è una limitazione, come non abbiamo perso nel dirci antifascisti, al contrario.
La prosaica questione del gusto
Ne esce avvantaggiata insieme a tutta la persona, scoprendo le infinite ricette mediterranee, interamente vegetali, di cui ci stiamo privando, perché la tavola è occupata da un concentrato di vita uccisa che non si può definire cibo, alla luce delle discipline, visto che, distruggendo il cibo vero e il pianeta, la zootecnia non sta nutrendo, ma sta affamando, avvelenando e infettando. In quota distruzione e spreco quasi tutte le terre coltivabili, quasi metà delle terre emerse. La favola del poco bio è un altro inganno, in realtà consuma maggiori esternalità.
Di seguito le soluzioni, la luce oltre il buio zootecnico, l’illuminismo dopo il delirio seicentesco cartesiano. Non era una favola chiusa in un vecchio libro di scuola. Finché non usciamo dal buio della prigione zootecnica, quella lezione non l’avremo capita, quella pagella di umano diplomato, immeritata.
Come fare? Si può partire, fermarsi, tornare, ripartire da qui:
Salute e nutrizione
Linee guida ufficiali per l’alimentazione sana e corretta, ovvero nutrizione.
Animali, salute e sostenibilità
Impatto del menù
Ecologia dell’alimentazione
I cani sono carnivori di nome, ma onnivori di fatto; i gatti lo sono anche di fatto, qui maggiori informazioni con la soluzione anche per i gatti.