Difesa della libertà democratica dall’attacco dei cacciatori. Con Sabrina e Flavio
Riporto interamente il pensiero di Sabrina Giannini sulla sua pagina Facebook.
Esprimere il proprio parere sulla caccia, sulla TV di Stato come ha fatto Flavio Insinna nel corso di una puntata del suo show sarebbe dunque lesa maestà?
Tragicomica pagina della nostra triste Repubblica fondata, evidentemente, sulla doppietta e non sulla libertà di parola e pensiero.
La caccia non è un nobile sport, la caccia non è affatto utile per regolare la biodiversità (come il ministro dell’ambiente sa bene).
Ma i cacciatori si muovono così, tra pugno forte e vittimismo, tanto lassù qualcuno li ama
Quando dico lassù non intendo chi vola sulle nostre teste durante le migrazioni e che i cacciatori amano impallinare con piombo inquinante, salvo poi fare dichiarazioni d’amore verso la Natura, e i loro cani massacrati da un cinghiale nel disperato tentativo di difendersi, o uccisi da una pallottola, ovviamente e sempre accidentalmente.
Che un politico della lega, tal Bruzzone, parli di discrezionalità la dice lunga sulla sua conoscenza dei diritti espressi dalla Costituzione. Dovrebbe rileggerla.
Ma sul piano della caccia sono tutti uguali i nostri partiti, salvo rarissime eccezioni e minoranze
Lega e Il partito della Meloni, quello di Berlusconi stanno dalla parte dei cacciatori per propaganda e consenso, il PD di nascosto, il M5S non fa nulla.
Questa vicenda mostra il ventre molle di uno Stato succube davanti ai desiderata dei produttori di armi, dei cacciatori, ormai così abituati ai tappeti rossi e alle carezze, ai finanziamenti pubblici, nostri soldi, alle agevolazioni normative, da aver perso la bussola dentro un sistema che nei loro confronti, in effetti, non mantiene fede alle più banali regole democratiche.
Flavio puoi stare sereno,
il boicottaggio che chiede a gran forza il presidente di Federcaccia Massimo Buconi non toccherà il tuo share, sono meno dell’1% della popolazione, sempre meno, sempre più anziani (e non ci vedono molto bene visti i feriti e morti che lasciano sul campo ogni anno, sacrificati sull’altare del loro bisogno ludico).
E il presidente di Federcaccia, grida perché si contende i pochi rimasti con le altre associazioni, ma se si stanno sbranando i tesserati entrano compatti nelle stanze dei politici.
Questa loro reazione gli si sta rivoltando contro
D’altro canto era prevedibile che la maggioranza avrebbe reagito con il sostegno sui social #iostoconinsinna.
Se ti può consolare Flavio, scrissero alla RAI con piglio analogo anche dopo la mia puntata sulla caccia C’era una volta il lupo cattivo, del 2018 .
In quel caso si coalizzarono ma non avendo elementi sufficientemente probatori per l’accusa dissero – in sintesi – che avevo mostrato colpevolmente una mappa dell’Italia tutta rossa a parte i parchi verdi (il 10% del territorio, che tristezza) e avevo detto che la zona rossa era il loro terreno di caccia, praticamente ovunque. Invece a loro dire avevo sbagliato, avrei dovuto specificare che nelle città e nei centri abitati loro non possono sparare.
Mi auguro che siano abili a sparare tanto quanto ad argomentare
perché sarebbe uno spasso per la fauna che, va ricordato, è patrimonio di tutti noi e non di una residuale parte della popolazione armata di Beretta.
Auguro a (quasi) tutti voi un 2021 felice.
Qui la notizia sulla reazione di federcaccia e il video “incriminato”.
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Chiedo scusa per il ritardo.
Ci tengo a precisare che io non ho giustificato nessuno con gli errori, Ho semplicemente fatto un’analisi sulla realtà dei fatti che si possono proporre. Il gioco di lavarsi le mani e pensare ai massimi sistemi non porta benefici a nessuno, ed è troppo facile.
Se dovessimo rispondere a qualcuno che ci chiede quale sia secondo noi il migliore tipo di carne da mangiare, Non si potrebbe rispondere è meglio non mangiare carne e basta. Nella vita, spesso, non ci è data la scelta che ci piacerebbe avere…spesso per fare del bene, ci si deve sporcare le mani.
Quindi sostengo che il consumo di selvaggina sia assolutamente meno doloroso per l’animale che viene scelto come alimento.
Poi se vogliamo continuare in modo retorico a dire che è meglio non mangiare carne non se ne verrà fuori. Il percorso purtroppo è lungo, e per cominciare ad uscirne portandosi dietro qualcuno, non si può far altro che starci dentro.
In conclusione, ritengo che il nocciolo della questione sia rendersi conto che sarebbe meglio morire con un colpo al cuore dopo un inseguimento piuttosto che farsi deportare in un campo di concentramento. L’opzione di starne fuori, non è contemplata per le Vittime.
Carissimo Tomaso, per retorica si intende l’uso normale della lingua, oppure l’uso abusato di forme, e in questo senso l’aggettivo “retorico” è negativo. Poi c’è il sofismo, cioè l’uso della retorica per mostrare forte la tesi falsa e debole la tesi vera. Fatte queste premesse, è quantomeno bizzarro giustificare un errore con un altro errore. Poi è anche disumano. Se vogliamo essere pragmatici diciamo che la riduzione del danno va bene finché c’è, nel suo movimento per avvicinarsi al progresso culturale. Invece, non è assolutamente accettabile lo sdoganamento di un certo livello di danno, che si fermi a quel livello. In conclusione ogni retorica pro caccia è pretestuosa, visto che abbiamo infinite alternative per non danneggiare nessuno e neanche di clima, fame e malattie.
Ci tengo a dire che anche a me non piace la caccia e non mangio animali da tempo. Vorrei però dare un punto di vista diverso a questa visione sulla caccia.
Io credo che non si debbano ammazzare gli animali per diletto o per vanità o per sfamarsi, ma sono convinto che la maggior parte dei cacciatori (visto che ne conosco molti), comunque si cibi degli animali che uccide.
Da qui penso anche che, se non andassero a caccia, mangerebbero comunque animali provenienti dagli allevamenti. Da qui, il mio pensiero va alla vita infame che passa un animale di allevamento, e credo che sia meno peggio cibarsi di un animale che ha almeno fatto la sua vita in natura, piuttosto che continuare a torturare ed ammazzare i soliti animali da allevamento.
Io credo che in questo momento storico, il male minore sia lasciare che la caccia esista. L’ idea che la domanda di carne possa aumentare perchè viene abolita la caccia, non mi sembra assolutamente un boun risultato, sarebbe la classica situazione dove la toppa risulta peggio del buco.
Spero poi che tutti quelli che si dicono contrari alla caccia per motivi di amore verso gli animali, siano almeno vegetariani, altrimenti la troverei solamente una posizione ipocrita.
Ripeto, non sono a favore della caccia, ma credo che ad oggi sia il male minore.
La fine della caccia segna anche un cambio di cultura, per cui non le si può imputare un eventuale aumento dei consumi, semmai il contrario, semmai sarebbe togliere opzioni tutte insostenibili, ma che si sostengono a vicenda in un castello di carte malconce.
Inoltre, gli errori non si giustificano a vicenda. Questo è l’espediente usato dai cacciatori.
Infine, certo, coerenza vuole che la contrarietà all’oppressione si conservi a prescindere dall’arma usata per opprimere. Tuttavia non sarebbe solo una posizione ipocrita, perché nella banalità del male ci sono molte persone che non si accorgono che quando fanno la spesa non hanno solo oggetti nel carrello, quindi vedono il genio del male di chi è sadico nel godere della sofferenza dell’altro. Certo pure che ormai le dovute connessioni dovremmo farle tutti.