Caterpillar bloccato a Suez, salta e si illumina
Non è il bruco che ha insegnato il movimento al noto marchio di trattori a cingoli.
E’ la simpatica trasmissione di Radio2 che ha ripreso un motivo covid per dire qualcosa che restasse in onda, come un salto di specie.
L’intento è lodevole, parliamo di m’illumino di meno, giornata della sostenibilità, in cui il salto di specie sarebbe simbolo di evoluzione ecologica, per uscire dalla crisi sanitaria ed ambientale, che poi sono la stessa cosa e hanno la stessa causa.
E allora perché non la diciamo questa causa? Magari al posto della continua frammentazione green che disperde la nostra più grande risorsa individuale, fino a diventare politica.
Più che saltare specie, il primo doveroso passo, per la nostra, sarebbe quello di non uccidere le altre
Guarda un po’, non avremmo zoonosi, stavolta in arte Covid19,
avremmo tagliato da un terzo alla metà di gas serra,
tagliati tanti altri impatti devastanti su aria, acqua e suolo,
non avremmo tolto il cibo di bocca a chi soffre la fame (nell’ordine del miliardo contro 60 miliardi di animali prigionieri ingozzati, da cui niente si recupera, perché rimane il bilancio negativo di distruzione delle risorse usurpate),
avremmo ridotto moltissimo le spese sanitarie per tutte le patologie più tristemente famose.
Mentre Caterpillar di Radio2 salta e s’illumina di meno
Da chi, allora? Dalla giornalanza? Dal gentame? Dalla massmedianza? Dalla socialanza?
E la preoccupazione sarebbe solo di quella esotica parte di gente fatta di animalisti egiziani. A questo punto più rari e mitici dei faraoni.
E invece se vogliamo fare la nostra giornata della sostenibilità, e le nostre giornate, la fine di ogni oppressione specista dovrebbe essere il minimo morale per ognuno di noi.
Caterpillar, non prendiamo nomi da bruchi e trattori per opprimere, ma per rispettare, e magari facciamolo davvero.
Ditelo.
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