La vera bellezza, in Brigitte Bardot
Brigitte Bardot condannata per aver denunciato la meschinità della caccia.
Il male c’è in essenza, ma finché resta nell’omertà degli specisti non se ne sa niente
Quando il progressista lo denuncia, gli umani adulti, noti per avere scarse competenze medie di logica, scienza e lingua (ufficialmente autocandidati all’estinzione in tempi più brevi di quanto mediamente pensano), e per non saper venir fuori da questa scarsità, si attaccano all’aspetto umorale anziché capire cosa si sta dicendo. Quindi il progressista sarebbe per primo quello che sparge il male quando dà le sue cattive notizie, e viene accusato e condannato per questo, cioè quel male sarebbe solo e tutto nell’invenzione di chi lo dice.
E’ la principale difesa retorica usata dalla mafia.
Uno schema che si ripete chissà quante volte
Come uscirne? Quali sono i due errori della Bardot che ha prestato il fianco alla controffensiva specista?
1. Ha preso la via breve e ha riassunto in etichette giudicate offensive come subumano senza darne motivazione appropriata (come sembra da un paio di media principali). Subumano esiste, così come esiste scemo, ma se non è motivata l’argomentazione è debole, e quindi si perde, se è critica e non motivata allora è debolissima.
Ad esempio
Se si dice che la caccia non rispetta la dignità umana, si sta dicendo qualcosa di molto simile, ma non si può essere condannati per questo, e si può argomentare che tendere un’insidia (G. Leopardi) è una manifestazione di intelligenza sì, ma solo del suo primo funzionamento grezzo, senza nessun controllo di intelligenza di secondo livello, cioè di riflessione o di confronto con tutto quello che sappiamo di scienza, compassione, rispetto ecc.
E se ci fosse questo controllo che confermasse il male consapevole, sarebbe peggio e più delirante.
In questo si è subumani. In quel nessun controllo o nel male scelto due volte c’è il delirio diversmamente spiegato da Kubrick e Heidegger, quindi la subumanità.
Il secondo errore
Ogni qualità va attribuita esplicitamente ai comportamenti e non alle persone, neanche per essere sbrigativi. Ciò perché la persona umana, nonostante i saperi cristallizzati (che rendono faticosi i cambiamenti), ha il cambiamento tra i suoi fattori, quindi è matematicamente infinita e non può essere chiusa in un’etichetta.
I comportamenti, invece, sono più piccoli, misurabili e valutabili, per cui, con una buona argomentazione, non si può essere condannati per aver detto la verità, e si vince anche in quella disciplina così approssimativa e superficiale verso la realtà, che è la giurisprudenza.
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[…] etichettare la caccia come attività subumana? A me sembra storicamente umanissima, proprio inscindibile dall’ essenza dell’ uomo. Sorprende di più che certi giudizi […] non siano indirizzati , ad esempio, per i profughi che annegano nel Mediterraneo. […]
Dopo tanti post per lasciare al passato la vile barbarie della caccia, crimine annunciato anche per decine di morti e feriti umani ogni anno, anche minorenni e anche terzi innocenti non belligeranti, il succo di questo breve post è nella differenza tra giurisprudenza e realtà, che è stata sempre ampia in ogni storica oppressione. Lei invece, Bastanzetti, insiste su un concetto già palesemente chiaro. Il danno enorme fatto ad altre coscienze, superfluo, per sadico divertimento e che comporta altri gravissimi danni collaterali di fuoco amico nella guerra più vigliacca, questo danno della caccia, è chiaramente male. E non dimentichiamo la perenne tortura degli uccelli segregati in gabbiette in ogni istante dell’anno, usati come esche da uccisori per divertimento.
Questo è il suo primo errore. Entrando nel merito di ciò che dice sbaglia ancora, perché non essendo la violenza un fatto genetico, com’è scientificamente noto, un atto violento non è essenza di nessuno, ma è cattiva cultura di qualcuno. Diversa dalla violenza è la fisilogica attivazione per l’attacco o la fuga, in caso di forza maggiore a monte. Terzo errore, quello di confondere l’essersi verificato di un evento con la sua giustizia. No, il succedere e la giustizia sono due cose diverse. E’ quindi umano ciò che promuove vita e umane conoscenze scientifiche in genere, etologiche e di riflessioni conseguenti. Non è umano ciò che distrugge e tradisce l’umanità stessa e le altre specie, pure coscienti, del nostro stesso regno animale. Quindi la sola passata esistenza di un comportamento non è titolo per guadagnarsi l’umanità, se è in contrasto con 5000 anni di studio fatti dagli stessi umani. Quarto errore è il benaltrismo, capolavoro degli espedienti reazionari. Le persone sono libere di occuparsi di ciò in cui credono, non è che vanno censurate perché c’è “benaltro” di cui occuparsi, tanto più se ci occupiamo di passare dalla barbarie al progresso culturale. Secondo il benaltrismo, ad esempio, tutti i ministeri del governo dovrebbero andare in ferie e chiudere, finché un benaltro ministero non ha sbrigato le sue benaltre questioni più importanti. E ad altre questioni la difesa del più debole non toglie niente, anzi, aggiunge, perché se ritroviamo umanità e giustizia, poi la sappiamo anche estendere. Lei, invece, vorrebbe conservare barbarie e ingiustizia da una parte, con il rischio che si estendano poi anche alla sua benaltra parte?
Infine, dove vede i puntini fra parentesi quadre ho tolto offese e furberie in modo che gli errori non fossero davvero troppi, da rendere impubblicabile il commento; ho salvato comunque la versione integrale per 14 parole in più, ma che essendo sofistiche ci facciamo un favore a risparmiarle, altrimenti io devo spenderne 140 per dimostrare il trucco, così come mi è toccato scrivere di più comunque, perché a scrivere una bravata si fa presto, per rimettere a posto e fare chiarezza ci vuole altro impegno. Comunque, come vede, c’è tutta la sostanza del suo commento e a questo punto, se fosse al lordo delle scorrettezze risparmiate, il quadro definitivo sarebbe peggiore.