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[Home No profit e attivismo Lettera aperta a Ceres S.p.a.]
Go Vegan!
No profit e attivismo
[ 30/06/2018 di Walter De Iulis 0 Commenti ]

Lettera aperta a Ceres S.p.a.

Spett.le Ceres S.p.a.,

Vi invito a cambiare i contenuti della vostra ultima campagna pubblicitaria, in quanto turbano la sensibilità crescente per il trattamento che riserviamo agli animali, ben lontano da quanto è nella loro etologia, per l'ingente spreco di risorse in agricoltura, mentre al mondo si soffrono fame e sete, e per le varie forme di inquinamento di cui sono evidenti segnali preoccupanti per il prossimo futuro.

Chiedo, inoltre, se ci sono altri partners non dichiarati per questa campagna e, se sì, quali.

Propongo contenuti più direttamente riferibili al Vostro prodotto, e si potrebbe compensare questa campagna con un'apprezzabile conversione alla birra cruelty free, cioè senza uso di colla di pesce, gelatina, glicerina o caseina.

Spiego perché questa pubblicità turba rispetto a considerazioni etiche sui temi citati.

Stai manzo, frittura paura, mortazza o morte recitano le pubblicità con immagini di parti di animali, rispettivamente sulla fiamma, fritte, nel pane.

L'ironia ha diversi significati, basati tutti sul significare qualcosa con qualcos'altro. E' una capacità dell'essere umano che può essere usata sia bene che male. Così umana da attirare altri umani per la manifestazione di intelligenza. Ottima per la pubblicità quindi, collegata allo spostamento di significato che, in economia, crea la moneta, usabile sia bene che male. Questa pubblicità usa modi di dire che c'entrano poco con il prodotto e il nodo è un'unica parola per due significati diversi.

Quindi:

1. si cattura l'attenzione con l'ironia;

2. associato al messaggio principale c'è un contenuto riconducibile alla violenza (*);

3. tale contenuto, non indispensabile alla birra, è in un ruolo più importante della birra stessa che è in secondo piano: anche questa è una forma di ironia che cattura ancora l'attenzione;

4. il motto …o morte è noto per essere della rivoluzione, che non si definisce per la violenza e, quando c'è, questa è accidentale ed è resistenza (impossibile da condannare senza la contestuale condanna di oppressione e reazione). Spostare il significato di violenza accidentale della rivoluzione a quello di violenza necessaria dell'oppressione (quella sugli animali) è la terza ironia, la più subdola, la più umiliante per le vittime (animali, operatori della violenza sugli animali, umani che si ammalano, che muoiono di fame, sete e di inquinamento), la più violenta.

Il tutto è rinforzato dallo slogan in basso (Quando mangi sul serio, Ceres c'è), che ha questa criticità quando attribuisce il vero al modo di nutrirsi che propone:

la nutrizione, tra le cinque caratteristiche fondamentali dei viventi, non si definisce per la violenza e per finalità immorali rispetto ai temi della biosfera citati.

Da Pillole di educazione sanitaria per cittadini-consumatori, n°114-115, della Fondazione Allineare Sanità e Salute, diretta dal dott. Franco Berrino:

  • la carne rossa è un probabile cancerogeno; grigliata, sicuramente, come nell'immagine;
  • 100g al giorno aumentano del 17% il rischio di cancro intestinale;
  • impossibile stabilire un limite inferiore di sicurezza;
  • il ferro-eme che è solo nella carne è una delle sostanze cancerogene della carne per l'intestino;
  • gli affettati e altre lavorate sono sicuramente cancerogeni;
  • le carni sono associate all'aumento di incidenza per gran parte dei tumori e per mortalità da varie cause.

La frittura deve far paura per i grassi saturi e il bioaccumulo di inquinanti nei pesci, oltre che per l'oppressione su questi animali discriminati ancora più di nascosto perché ancora meno percepiti.

(*) Per chi avesse difficoltà a comprendere perché il contenuto associato alla birra è riconducibile alla violenza, si tratta del derivato dall'uccisione di animali, possibile solo con questa (il bisogno del derivato è indotto e può essere soddisfatto dal consumatore in responsabilità sociale), cioè l'interruzione di una meraviglia che non si può conoscere del tutto e che quindi si può interrompere solo con arroganza. Di più, quest'azione violenta, non solo non è indispensabile ma è più volte dannosa, per la salute, per lo spreco mentre si muore di fame e sete, per il danno alla vivibilità sulla Terra. Quindi, oltre che violenta, immorale.

 

Confido nella Vostra attenzione affinché si possa partecipare tutti al miglioramento dell'offerta e della domanda, condividendo valori di rispetto per tutta la biosfera.

 

I consumatori che volessero formulare la propria richiesta a Ceres S.p.a possono farlo da qui

 

Walter De Iulis

Ceres animali ironia carne cancerogena
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Walter De Iulis

Insegnante abilitato, in ruolo nel Miur, lauree in Scienze Motorie, Scienze Politiche, specializzazione sul sostegno didattico. In precedenza quindici anni nel Ministero della Difesa .

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